Viaggio nella piccola borghesia
Fai bei sogni, tratto dal libro di Massimo Gramellini, è l’ultima opera di Marco Bellocchio: storia di trent’anni di vita italiana.
Massimo è un bambino di nove anni nella Torino di fine anni ’60. Come tutti i suoi coetanei, passa il tempo guardando i suoi programmi preferiti in tv e seguendo allo stadio, insieme al padre, le partite della sua squadra del cuore. La sua vita, però, verrà per sempre segnata dall’improvvisa morte della madre, fin da subito avvolta in un alone di mistero. Gli anni passano e Massimo è diventato, sul finire degli anni ’90, un importante giornalista. La sua vita, però, sotto la veste borghese che la sua storia e la sua condizione sociale gli impongono, è costantemente percorsa da un fiume sotterraneo d’inquietudine. Il motivo di tanta irrequietezza è il sospetto continuo che le cose, quella notte di tanti anni prima in cui la madre morì, a detta di tutti, d’infarto, non siano andate come Massimo si è sempre sentito raccontare. Troppi dettagli non tornano e il giornalista, forte della sua esperienza in fatto di indagini, inizia a ripercorrere a ritroso i dolorosi fatti che lo hanno segnato per sempre.
Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico del giornalista Massimo Gramellini, Fai bei sogni è l’ultima opera cinematografica del regista Marco Bellocchio. Candidato al David di Donatello come miglior film, con Valerio Mastandrea e Bérénice Bejo, è un film commuovente e intenso che ripercorre una storia tutta italiana lungo tre decenni in cui i mutamenti sociali e culturali della nostra società non sembrano aver minimamente cambiato il carattere più profondo della piccola borghesia. La vita di Massimo, infatti, più ancora che dal terribile lutto, è stata segnata dalla costante riluttanza di parenti e amici di famiglia ad ammettere cosa realmente fosse accaduto alla madre; un’ostinatezza nel mentire che, priva di ogni intento protettivo verso il bambino, fu unicamente rivolta a conservare la «faccia» e la rispettabilità.