Così il Papa fa terra bruciata
Brucia ipocrisie, esalta i fedeli: a quattro anni dall’elezione un ritratto «incendiario» del Papa.
«A ndate, infiammate tutto!» ordinava ai suoi discepoli gesuiti Sant’Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia di Gesù, nel Cinquecento. Esortazione messa metaforicamente in pratica dal gesuita ora più famoso al mondo, l’argentino Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, che ha ridato «slancio e credibilità» a tutta la Chiesa facendo «terra bruciata» intorno ai mali che l’avevano «appesantita» e «allontanata dalla gente», vale a dire «ipocrisie, scandali, chiusure dottrinali e pastorali, diffidenze».
In queste parole c’è la sintesi dei primi quattro anni di questo papato che traccia il vicedirettore emerito dell’Osservatore Romano Gianfranco Svidercoschi nel suo nuovo libro che fin dal titolo, Francesco, l’incendiario. Un papato tra resistenze, contraddizioni e riforme (Tau Editrice, 196 pagine, 13 euro), mettendo appunto in relazione le riforme di Bergoglio con l’esortazione ignaziana a «infiammare il mondo».
Ma il Papa «è andato ancora più in là», sostiene Svidercoschi, ribat- tendo colpo su colpo a chi – in particolare tra cardinali conservatori e tradizionalisti – accusa il pontefice di essere «poco cattolico» e di «stravolgere i canoni ecclesiali», dando «alle fiamme l’ammasso enorme di loglio e di sterpaglia che impediva la crescita del buon grano...».
Ad esempio a chi Oltretevere lo critica, anche con lettere aperte e libri accusatori, per aver santificato Martin Lutero replica «bruciando quelle critiche», con la sua presenza in Svezia in occasione dei 500 anni della Riforma ed invitando la Chiesa tutta a fare altrettanto. Ancora più incendiaria per Svidercoschi la stroncatura alle accuse (di ben cinque cardinali, tra cui il prefetto della Congregazione della Dottrina della fede il tedesco Gerhard Ludwig Müller) di stravolgere i sacramenti con l’apertura a divorziati risposati e conviventi: «La Misericordia di Dio è per tutti e la Chiesa non deve respingere nessuno...».
Francesco, quindi, va avanti perchè è «un rivoluzionario sereno», puntualizza il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin alla Radio vaticana. Un rivoluzionario che «infiamma i cuori» e «brucia ingiustizie ed ipocrisie con la forza del Vangelo».
(Orazio La Rocca)