A Napoli ha vinto la demagogia del terrore
Negli scontri contro Matteo Salvini è andata in scena la solita mistificazione del potere che sollecita e utilizza strumentalmente gli istinti della piazza. E, come sempre, a farne le spese sono i veri poveri.
In esordio, una premessa. Oggi si abusa dell’aggettivo «populista». Il «populismo» è un movimento politico preciso con proprie caratteristiche il quale ha, per esempio, portato nella Russia zarista all’abolizione della servitù della gleba. Salvini, Grillo, De Magistris (e, aggiungo io, in parte Berlusconi e Renzi), definiti sprezzantemente «populisti», magari lo fossero! Sono invece «demagoghi», giacché si rivolgono alla piazza sollecitandone gl’istinti, a volte bassi, a volte sacrosanti, ma sempre illudendola con promesse che non potranno mantenere mai e della illusorietà delle quali sono perfettamente consci.
De Magistris a Napoli ha occupato il vuoto politico lasciato da una destra e un Pd che sono parimenti eserciti in rotta. È stato votato (con altissima astensione) da una massa di disperati che faticano ad arrivare alla fine della settimana perché di essi nessuno dei partiti politici tradizionali si occupa. Questi reietti della terra sperano ch’egli sia per fare qualcosa per loro. A Napoli De Magi- stris fa solo dichiarazioni, e ben gli ha risposto Salvini: si occupasse di amministrare. Tutto questo popolo derelitto, per fare questo solo esempio, esce la mattina per andare a lavorare: quando un po’ di lavoro ce l’ha. E deve usare i mezzi pubblici: che a Napoli non sono allo sbando, in fatto non esistono. Trascorre la giornata aspettando i mezzi che non passeranno mai. De Magistris ha sfruttato i poveri per averne il voto e li ha già buttati via.
Sono convinto che i demagoghi si odino e combattano fra loro ma posseggano anche complicità e solidarietà, nate sia dalla convenienza che dalla comune natura. Sono come i «ladri di Pisa» del Boccaccio, che si odiano e di notte vanno insieme a rubare. Renzi ha fatto in modo che De Magistris venisse eletto sindaco di Napoli distruggendo alle «primarie» la candidatura di Antonio Bassolino: gli conveniva perdere piuttosto che vincere con un politico autorevole che non fa parte dell’entourage della provincia fiorentina. Renzi e De Magistris si combattono perché la torta di Bagnoli, colla bonifica sempre promessa e mai avviata, fa gola ad ambedue, ma per il resto si spalleggiano. I 5 stelle hanno a Napoli un’altissima adesione alle elezioni politiche. Grillo avrebbe potuto conquistare il Comune: come mai ha presentato la debolissima candidatura di un Brambilla, brava persona non napoletana con un cognome emblema del mondo lombardo?
E veniamo ai criminali dei Centri sociali. Servono al regime, in tutta Italia. Aizzati da De Magistris, sono stati inviati a sfogarsi in un rione di poveri. Come accadde a Milano il 1° maggio 2015: le «istituzioni» vollero salvare i quartieri dei ricchi e la «prima» della Scala e li dirottarono verso quartieri di gente povera e disgraziata, dove i criminali vennero lasciati distruggere e devastare a loro piacere. Chi ha risarcito i poveri di una giornata di terrore e lacrimogeni, della automobili bruciate e del resto?
* storico della musica e scrittore