Panorama

A Napoli ha vinto la demagogia del terrore

Negli scontri contro Matteo Salvini è andata in scena la solita mistificaz­ione del potere che sollecita e utilizza strumental­mente gli istinti della piazza. E, come sempre, a farne le spese sono i veri poveri.

- di Paolo Isotta*

In esordio, una premessa. Oggi si abusa dell’aggettivo «populista». Il «populismo» è un movimento politico preciso con proprie caratteris­tiche il quale ha, per esempio, portato nella Russia zarista all’abolizione della servitù della gleba. Salvini, Grillo, De Magistris (e, aggiungo io, in parte Berlusconi e Renzi), definiti sprezzante­mente «populisti», magari lo fossero! Sono invece «demagoghi», giacché si rivolgono alla piazza sollecitan­done gl’istinti, a volte bassi, a volte sacrosanti, ma sempre illudendol­a con promesse che non potranno mantenere mai e della illusoriet­à delle quali sono perfettame­nte consci.

De Magistris a Napoli ha occupato il vuoto politico lasciato da una destra e un Pd che sono parimenti eserciti in rotta. È stato votato (con altissima astensione) da una massa di disperati che faticano ad arrivare alla fine della settimana perché di essi nessuno dei partiti politici tradiziona­li si occupa. Questi reietti della terra sperano ch’egli sia per fare qualcosa per loro. A Napoli De Magi- stris fa solo dichiarazi­oni, e ben gli ha risposto Salvini: si occupasse di amministra­re. Tutto questo popolo derelitto, per fare questo solo esempio, esce la mattina per andare a lavorare: quando un po’ di lavoro ce l’ha. E deve usare i mezzi pubblici: che a Napoli non sono allo sbando, in fatto non esistono. Trascorre la giornata aspettando i mezzi che non passeranno mai. De Magistris ha sfruttato i poveri per averne il voto e li ha già buttati via.

Sono convinto che i demagoghi si odino e combattano fra loro ma posseggano anche complicità e solidariet­à, nate sia dalla convenienz­a che dalla comune natura. Sono come i «ladri di Pisa» del Boccaccio, che si odiano e di notte vanno insieme a rubare. Renzi ha fatto in modo che De Magistris venisse eletto sindaco di Napoli distruggen­do alle «primarie» la candidatur­a di Antonio Bassolino: gli conveniva perdere piuttosto che vincere con un politico autorevole che non fa parte dell’entourage della provincia fiorentina. Renzi e De Magistris si combattono perché la torta di Bagnoli, colla bonifica sempre promessa e mai avviata, fa gola ad ambedue, ma per il resto si spalleggia­no. I 5 stelle hanno a Napoli un’altissima adesione alle elezioni politiche. Grillo avrebbe potuto conquistar­e il Comune: come mai ha presentato la debolissim­a candidatur­a di un Brambilla, brava persona non napoletana con un cognome emblema del mondo lombardo?

E veniamo ai criminali dei Centri sociali. Servono al regime, in tutta Italia. Aizzati da De Magistris, sono stati inviati a sfogarsi in un rione di poveri. Come accadde a Milano il 1° maggio 2015: le «istituzion­i» vollero salvare i quartieri dei ricchi e la «prima» della Scala e li dirottaron­o verso quartieri di gente povera e disgraziat­a, dove i criminali vennero lasciati distrugger­e e devastare a loro piacere. Chi ha risarcito i poveri di una giornata di terrore e lacrimogen­i, della automobili bruciate e del resto?

* storico della musica e scrittore

 ??  ?? Sabato 11 marzo a Napoli sono stati lanciati sassi e molotov per impedire a Matteo Salvini di tenere il suo comizio al Palacongre­ssi.
Sabato 11 marzo a Napoli sono stati lanciati sassi e molotov per impedire a Matteo Salvini di tenere il suo comizio al Palacongre­ssi.

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