Sorpresa, gli ebrei francesi votano Le Pen
Gli attentati hanno trasformato la Le Pen nel baluardo contro il jihadismo. Ma attorno a lei restano parecchi antisemiti.
Cranio liscio e fisico robusto. Michel Thooris, poliziotto di 36 anni, è ebreo. Ed è uno dei più strenui sostenitori di Marine Le Pen: «Oggi è lei a proporre il progetto più solido contro l’islam radicale, che è all’origine di un antisemitismo crescente in Francia». Per Thooris, «la preferenza nazionale di cui parla la Le Pen si applica a tutti i francesi, anche ai musulmani, ai gay. Sì, pure agli ebrei». Ma non hanno sempre votato a sinistra? «È un falso mito» continua. «L’élite ebraica in Francia vota la gauche. Ma la maggioranza è di destra».
Ripensando al negazionismo sfrontato di JeanMarie Le Pen e ai suoi insulti contro gli ebrei durante i comizi, sembra impossibile. Ma è così: Marine guadagna sempre più terreno nella comunità ebraica di Francia, che conta 475 mila persone, la più grande fuori Israele, dopo gli Stati Uniti. Già nel 2011 la leader populista ha definito «i campi di concentramento nazisti il massimo della barbarie». Nel 2015 ha cacciato dal partito il padre dopo che aveva definito le camere a gas naziste «un dettaglio della storia ».
D’altra parte, alle presidenziali del 2012 la Le Pen aveva già ottenuto il voto del 13 per cento degli ebrei, contro una media globale del 17,9: un risultato oltre ogni aspettativa. Poi ci sono stati gli attentati jihadisti, che hanno spinto, solo nel 2016, 5 mila ebrei francesi a emigrare in Israele. Louis Aliot, compagno di vita di Marine e vicepresidente del Front national, è il suo trait d’union con la comunità dato che il nonno materno era ebreo. Pur di origini semplici, Louis ha in tasca un dottorato di diritto pubblico e un allure da «gentleman farmer». Insomma, è presentabilissimo.
Ma siamo proprio sicuri della sincerità della Le Pen? «Su di lei non ci sono dubbi» risponde Thooris. «Il partito è un’altra cosa. Lì ci sono ancora degli antisemiti, ma come in tutta la società francese». Nel 2011 Thooris ha preso la tessera e un anno fa ha creato l’Unione dei patrioti francesi ebrei, vicina al Fn. In effetti, intorno alla Le Pen, che cerca di conciliare vecchi e nuovi elettori, gravitano ancora strani personaggi. Come Frédéric Chatillon, una vecchia conoscenza dell’università: era leader del Gud (Groupe union défense), studenti di estrema destra e picchiatori. Oggi con le sue società fornisce servizi al partito per la propaganda ed è amico dell’ideologo Alain Soral e dell’umorista Dieudonné, entrambi accusati di antisemitismo. E nei meeting importanti, con i suoi quasi due metri d’altezza, è sempre ben visibile accanto alla «capa».