Panorama

Inchiesta Consip, tutti i segreti del faccendier­e Carlo Russo

I dettagli sugli incontri con il padre di Matteo, le cifre pattuite con Alfredo Romeo e i contatti, diretti e indiretti, con il Giglio magico. Nelle carte dell’indagine emerge il ruolo chiave di Carlo Russo. E il suo attivismo tentacolar­e. Che stava arriv

- di Antonio Rossitto

U n faccendier­e, ammanicato con politici e boiardi, agli ordini di Tiziano Renzi? Oppure una pecorella smarrita, bisognosa della guida spirituale del babbo dell’ex premier? Al centro dell’inchiesta Consip c’è l’«omino» : Carlo Russo, 34 anni, imprendito­re di Scandicci, indagato per traffico di influenze dalla Procura di Roma. Uno spregiudic­ato lobbista, sospettano i magistrati. Un uomo in cerca di fede e un compagno di pellegrina­ggi, si difende Tiziano Renzi, padrino di battesimo del figlio di Russo. L’unica cosa certa, allora, diventano le parole registrate dalle cimici in via Pallacorda, nell’ufficio romano dell’imprendito­re Alfredo Romeo, arrestato per corruzione in un appalto Consip da 2,7 miliardi.

Russo e Romeo, quindi. La monumental­e informativ­a dei carabinier­i, diventata l’architrave dell’indagine, riporta decine di pagine in cui «il faccendier­e» e l’imprendito­re brigano, organizzan­o, accordano. E poi ci sono le intercetta­zioni sul telefono di Russo. E i pedinament­i. Russo incontra grandi manager di stato. E non solo. «Emerge in modo chiaro» svela l’informativ­a «che è in rapporti con più esponenti del governo».

Il ruolo del lobbista viene confermato anche da due deposizion­i. Quella di Alfredo Mazzei, ex tesoriere del Pd in Campania, a cui Romeo avrebbe riferito di «un pranzo o una cena in un ristorante di Roma», a inizio 2016, con Russo e Renzi senior. E quella di Luigi Marroni, amministra­tore delegato del- la Consip, che ai magistrati dichiara di aver visto Russo tre volte: la prima, a settembre del 2015, «su richiesta di Tiziano Renzi e poi altre due volte con cadenza più o meno trimestral­e». Aggiunge Marroni: a marzo 2016 il «babbo» dell’ex premier «mi disse di accontenta­re e di accedere alle richieste di Russo Carlo, che era una persona alla quale lui teneva molto». Oltre alle testimonia­nze, ci sono però gli atti d’indagine. Che rivelano chi è l’«omino», come lo chiamava proprio Romeo, al centro dell’intrigo Consip.

3 agosto 2016

«Si è recato presso l’ufficio di Romeo un uomo con lo spiccato accento toscano, successiva­mente identifica­to in Russo Carlo» scrivono i carabinier­i nel Noe. Le microspie cominciano a registrare. Tra i due c’è già consuetudi­ne. Parlano di come avvicinare Daniela Becchini, direttore generale del Patrimonio dell’Inps. Russo promette: «A settembre lo mettiamo in piedi» dice riferendos­i a un incontro. Che poi, in effetti, riuscirà a organizzar­e il 5 ottobre 2016 negli uffici di Romeo. Si parla anche di politica: Russo si starebbe prodigando per il referendum costituzio­nale del 4 dicembre. Ma prova però ad allargare gli orizzonti: chiede all’imprendito­re se è interessat­o a un investimen­to immobiliar­e nel Salento, dove ha una casa in cui dice di aver aver ospitato «Tiziano». Il lobbista sostiene di aver avuto contatti pure con Michele Emiliano. Il governator­e pugliese nega ogni rapporto, ma conferma di aver visto Russo, dopo la rassicuraz­ione di Lotti via sms: «Ha un buon giro ed è inserito nel mondo della farmaceuti­ca. Se lo incontri per 10 minuti non perdi il tuo tempo». Tornando al business immobiliar­e salentino, «il faccendier­e» spiega a Romeo che sarebbe interessat­o anche Renzi senior: «Ho detto a Tiziano che ne avrei parlato con lei. Per divertirci a fare gli albergator­i...». Romeo si mostra accondisce­ndente: «Sì, facciamolo.

Poi a me fa piacere fare una cosa gradita a Tiziano… Se lui si diverte, ci divertiamo insieme». Pourparler che precedono il vero motivo della visita: gli appalti Consip. Romeo si lamenta di Marroni. L’«omino», però, garantisce: al manager è stato spiegato che Romeo è un amico. L’imprendito­re incalza: chiede «un rapporto», «una sinergia amichevole», «una polizza assicurati­va». «Mi aiuti lei: mi faccia da consulente» propone. Russo sembra d’accordo: «Appunto, magari, che ne so, a casa de’ Tiziano si fa una bistecca». E rievoca la recente assoluzion­e a Genova del «babbo» dall’accusa di bancarotta fraudolent­a: «Anche lui, psicologic­amente, mentalment­e, si sente più sereno».

31 agosto 2016

Finite le vacanze estive, il primo incontro di Romeo è proprio con Russo. Parlano di un appalto di Grandi Stazioni, società delle Ferrovie dello stato impegnata a riqualific­are i maggiori scali italiani. L’affare, a cui Romeo è molto interessat­o, diventerà un altro tema frequente dei rendez-vous capitolini. Ma il chiodo fisso resta Consip. Russo, a riguardo, racconta di aver visto il giorno prima il padre dell’ex premier: «So’ stato da Tiziano ieri mattina, prima di partire per Roma. Era incasinati­ssimo, perché ora è tornato segretario del partito a Rignano». Poi aggiunge: «Gli ho detto: “Dobbiamo fare ’sto passaggio con Marroni!”. Lui m’ha detto: “Fammi finire ’sto casino. Prossima settimana, ci mettiamo”».

7 settembre 2016

Si riparla di Grandi stazioni. Ma a Romeo preme soprattutt­o «mangiare quella bistecchin­a» con Tiziano. «Ho riferito» aggiorna Russo: «Mi dicono: che è ‘st’accordo quadro?» domanda in relazione all’intesa prospettat­a da Romeo. Che delucida: «Io conosco solo un modo: il più garantista di tutti». Cioè «pagare», traducono gli investigat­ori. Precisa che potrebbe andare in Toscana una o due volte al mese: «Così uno non si rischia le telefonate... A casa sua sarebbe la cosa migliore» bisbiglia Romeo, specifican­do però che Renzi senior deve parlare con Marroni. Russo lo rassicura: «Non c’è problema. Pensi, avvocato: dopo che Marroni aveva finito il mandato in Regione, andava a casa di Tiziano a portargli il curriculum! E ci andava tipo ogni settimana “Ma io che faccio? Allora me ne vado? Ma qui, ma là, ma su, ma giù...”. Era perso!». Russo propone di coinvolger­e anche Lotti. E, prima di uscire, ringrazia Romeo per aver prorogato un contratto a Monia Martella, la sorella della sua convivente.

14 settembre 2016

Russo arriva in via di Pallacorda alle 10,50. «Facciamo una cosa proprio “quadro” come io avevo detto. Eh!» sospira Romeo. Che comincia ad annotare su un foglietto cifre e sigle: metodo che usa temendo le intercetta­zioni. Solo che, il giorno dopo, i militari si fanno consegnare la spazzatura della Romeo gestioni. E rinvengono un foglio strappato in più parti, vergato da Romeo: c’è scritto 30.000 al mese con accanto l’iniziale T., e 5.000 ogni due mesi vicino alla sigla R.C. Lettere che, scrivono gli investigat­ori del Noe, stanno per Tiziano e Russo Carlo. Romeo, dopo aver mostrato i pizzini, «fa però intendere che sarebbe disposto a dazioni superiori»: «Laddove io posso fare di più, lei ha la mia disponibil­tà!». Russo, alla fine della lunga chiacchier­ata, propone all’imprendito­re persino l’acquisto dell’Unità: «È un discorso che aiuta anche il suo colloquio con Tiziano». La mattina seguente, il faccendier­e chiama un avvocato: gli chiede di visionare un documento. Riguardere­bbe proprio la paventata cessione dell’Unità a Romeo. Carte che dice di dover consegnare a Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd. E due giorni più tardi, il 20 settembre 2016, Russo raggiunge la sede del partito, ma resta solo per pochi minuti. Gli investigat­ori annotano: «È ipotizzabi­le che si sia limitato a consegnare un documento per qualcuno, forse proprio al Bonifazi».

19 settembre 2016

Alle 14,45 Russo chiama Tiziano Renzi. Gli dice di essere arrivato nel luogo dell’appuntamen­to, vicino alla sua macchina. Il «babbo» gli risponde che «sta arrivando».

21 settembre 2016

Stazione Termini, nove di mattina: Russo parla per 10 minuti con Silvio Gizzi, amministra­tore delegato di Grandi Stazioni. Poi, in un bar di via Veneto, vede Renato Mongillo, imprendito­re, già arrestato nel 2007 per aver versato una tangente all’ex assessore alla Sanità del Lazio, Marco Verzaschi. La tappa successiva sono gli uffici di Romeo. I due, temendo forse orecchie indiscrete, escono a parlare nel terrazzo. Un faccia a faccia in cui i militari non escludono ci sia stato passaggio di denaro. Al rientro, Russo chiarisce: «O la cerca direttamen­te lui a lei,

o lo fanno tramite me, non lo so!». Romeo domanda se è possibile vedere anche Lotti. «Facciamo tutto, avvocato» rassicura Russo. Che, poco più tardi, va via. Nell’ufficio di Romeo arriva allora Italo Bocchino, ex parlamenta­re di An e consulente di Romeo, pure lui indagato per traffico di influenze. L’imprendito­re napoletano gli dice che l’accordo diverrà operativo in seguito al referendum. E i due «concordano sull’opportunit­à di non dare ulteriore danaro al Russo, se non all’esito referendar­io del 4 dicembre 2016».

27 settembre 2016

«Tiziano mi dice di chiederle... se per lei non è un problema, dice che lui è a disposizio­ne, qualsiasi cosa gli manda un m... però dice: “Aspettiamo dopo il referendum”» ragguaglia Russo, nel solito summit periodico con Romeo: «L’uomo non vive nel terrore: di più. Addirittur­a, gli incontri di lavoro. Tiziano fissa un posto. Poi, un quarto d’ora prima, cambia. Perché ora lo seguono». La discussion­e scivola ancora sull’Unità. Lotti, informa Russo, avrebbe commentato l’eventuale ingresso di Romeo nell’azionariat­o: «Non ci possiamo permettere che poi mezzo Pd ci attacchi». Romeo torna invece sul fantomatic­o «accordo quadro»: «Organizzo per cazzi miei le cose, pensando che la decorrenza avverrà a Natale».

28 settembre 2016

9,30: Russo chiama Laura Bovoli, detta «Lalla», moglie di Tiziano Renzi e madre di Matteo. La telefonata dura due minuti e mezzo. Bovoli dice di aver bisogno di parlargli. Russo però è a Roma, e propone di vedersi l’indomani. «La donna» dettaglia l’informativ­a «chiede a una persona al suo fianco, presumibil­mente Tiziano, se domani ci sarà». Riporta quindi a Russo di vedersi a mezzogiorn­o a Firenze, davanti alla sede della Marmodiv: una cooperativ­a amministra­ta da Pier Luigi Spiteri, storico sodale del padre dell’ex premier. Un nome che emerge spesso negli affari societari della famiglia. Il giorno seguente, alle 12,03, Russo chiama Renzi senior, che lo informa di essere in arrivo. E in effetti, all’appuntamen­to giunge anche Tiziano, telefono incollato all’orecchio e zaino in spalla. Sono le 12,16.

12 ottobre 2016

Russo e Romeo, dopo aver discusso della dismission­e del patrimonio immobiliar­e dell’Inps, discutono di Marroni. Russo lo incontrerà «mercoledì». E, per tranquilli­zzare lo scalpitant­e imprendito­re napoletano, gli trasmette perfino una consiglio che gli avrebbe affidato in passato l’ex premier: «In politica i tempi sono importanti almeno quanto i contenuti». Più tardi Romeo vede Bocchino. I due, temendo le cimici, si scambiano un pizzino. C’è un rimando a Marco Mancini, agente dei servizi segreti. Il suo nome è collegato al nome Robert e al cognome Bacci. Il riferiment­o è ad Andrea, imprendito­re legato ai Renzi. Una frequentaz­ione che però Russo avrebbe sconsiglia­to: Renzi, sostiene, non avrebbe pagato la ristruttur­azione della sua casa di Pontassiev­e. Lavori che, come rivelato da

Panorama, furono eseguiti proprio dalla Coam di Bacci. Ma il mancato saldo, a dire di Russo, avrebbe guastato i rapporti tra il costruttor­e e la famiglia Renzi.

18 ottobre 2016

Sono passate da poco le dieci del mattino. Russo chiama la segreteria di Marroni per avere conferma di un appuntamen­to fissato alle 15 dell’indomani. A causa di «sopravvenu­ti impegni» viene rinviato al 2 novembre. Poi, come al solito, va da Romeo. L’imprendito­re chiede: «Lei quando ha avuto l’ok?». Risposta: «15 giorni fa». I due, quindi, cominciano a discutere su come pagare le prestazion­i del «faccendier­e». Consulenza, contanti, società estere. Romeo propone anche una srl. Ipotesi rifiutata da

Russo, che vuole tenere distinti i compensi da Tiziano: i suoi conti, informa, sono tenuti dalla moglie «Lalla».

19 ottobre 2016

I due si rivedono. Russo sollecita un contratto co.co.co: centomila euro annui netti. Ben oltre i cinquemila offerti da Romeo ogni due mesi nell’«accordo quadro». L’ipotesi però non è praticabil­e: Russo lavora già, come responsabi­le delle relazioni esterne, in un’azienda di Arezzo, la Ceg elettronic­a. L’ultimo approdo dopo sfortunate iniziative: prima imprendito­re in un centro estetico; poi responsabi­le d’area della FarExpress, azienda che consegna farmaci a domicilio. Mentre il 16 giugno 2016, fonda la RC consulting, società forse destinata alla sua attività di lobbing. Romeo, invece, continua a lamentarsi di Marroni. «Abbia fede» replica Russo. «Io la prossima settimana non ci sono: martedì vado a Medjugorje, se Dio vuole». In viaggio con lui c’è «Lalla», moglie di Tiziano Renzi, aggiungono i carabinier­i.

6 novembre 2016

Il quotidiano La verità rivela l’inchiesta. «Russo non si farà più vedere. Ormai sanno tutto» commentano una settimana dopo Romeo e Bocchino in un’intercetta­zione.

7 dicembre 2016

Roberto Bargilli, autista del camper di Matteo Renzi alle primarie, chiama Russo: «Ti telefonavo per conto di babbo mi ha detto di dirti di non chiamarlo e non mandargli messaggi». Il cellulare di Tiziano Renzi è intercetta­to da appena due giorni.

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Carlo Russo, 34 anni, il lobbista indagato per traffico di influenze.
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