Il navigar m’è dolce in questo fiume
Dal Po al Brenta passando per Danubio e Mississippi, tutte le più scenografiche vie d’acqua da percorrere con flemma: in barca, battelli a vapore o su caratteristiche house boat. Vacanze che mettono a riposo la mente e riconciliano con la natura. In puro
Nascono dalla montagna, fuggono la pianura, si gettano nelle acque del mare: un mondo a metà tra terra e spazi liquidi, una geografia che rallenta il respiro e mette a riposo la mente. Per i filosofi e i simbolisti sono la vita e il suo fluire. Per scrittori e artisti, fonte d’ispirazione, metafora del cammino, a volte placido altre impetuoso. Per chi viaggia, i fiumi sono grandi strade d’acqua da percorrere con flemma secondo i ritmi dell’antica villeggiatura dell’Ottocento. Di locanda in locanda, da una riva all’altra tra salici e canneti accompagnati dal mormorio della corrente.
«Il fiume è un fratello o una sorella con cui giocare, è la parte di territorio che non sta ferma, è la globalità sotto casa. Queste tre cose insieme distendono i pensieri, l’ideale per un viaggio lento alla riscoperta della complessità»: così riflette Simona Baldanzi che per Ediciclo ha appena pubblicato Maldifiume, pagine appassionate e poetiche sull’Arno e le sue genti. Ignorati fino a pochi anni fa, bazzicati solo da pescatori per hobby e ultimi barcaioli, i fiumi sono tornati a riempire le cronache di una vacanza declinata a più a voci: sport, cucina del territorio, natura e tradizioni. È il genius loci che si esprime. Nato nel Nord Europa a metà del secolo scorso, il turismo fluviale è ancora di nicchia, ma punta a far concorrenza al mare. Anche in Italia. «Negli ultimi anni si sta assistendo a una crescita della domanda» dice Marco Pasi di Confesercenti Emilia Romagna, che promuove dal 2010 la Borsa del turismo fluviale e del Po. «È un turismo alternativo, importante volano per il territorio. Secondo gli ultimi dati raccolti, ha incrementato le presenze sul Po del 9,8 per cento».
Si prosegue dunque in Italia con la strada già tracciata in Europa da grandi fiumi come il Danubio o la Loira: i numeri salgono e l’offerta non rimane indifferente. Nascono indirizzi di sofisticata ospitalità, la cucina di fiume viene valorizzata sulle tavole dei ristoranti e si mescolano attività che vanno oltre la navigazione. Passeggiate lungo le rive, bici e kayak, oasi naturalistiche dove fare birdwatching, visite a musei e castelli, shopping locale per mettere in borsa la tipicità.
Che sia indugiando in locande di charme affacciate sull’acqua, navigando in house boat o con una crociera lungo fiumi esotici come l’africano Chobe, popolato di elefanti, in ogni caso è il momento dello slow river. Piace, per il suo insieme di natura riposante, ipnotico fluire e vita genuina a contatto con la natura, quest’anno più che mai. Il 2017 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite l’anno del turismo sostenibile per viaggiatori responsabili che di un luogo cercano il volto più genuino e low profile, rispettandolo.
Sosta in locanda. Il Po, si diceva: solenne e malinconico tra linee rette e complicati reticoli di terra e acqua, è uno dei paesaggi italiani più misteriosi e il turismo lo sta riscoprendo ( visitporiver.it). Nel castello dei marchesi Pallavicino c’è «il tempio padano del viaggio lento» disse Gérard Depardieu. Affacciata sul Po, L’Antica Corte Pallavicina è il regno di Massimo Spigaroli, dei suoi piatti stellati e patria del culatello. Passando dal Po al Mincio, La finestra sul fiume è un mulino del Quattrocento riconvertito in un elegante b&b da Mattea e Pietro Gandini: anse, arabeschi d’acqua disegnati dalla corrente e un giardino che circonda la casa in un contesto idilliaco. Ci si sposta a Dolo di Venezia per raggiungere il cuore della Riviera del Brenta, che fu luogo di villeggiatura privilegiato dei patrizi veneziani tra il Cinquecento e il Settecento. Qui, c’è Villa Goetzen guidata dalla famiglia Minchio, da due generazioni maestra di ospitalità: una residenza d’epoca e un ristorante che dalla primavera
serve piatti gourmand sul pontile affacciato sul fiume.
Risale al Seicento, invece, un mulino ad acqua nel verde della campagna intorno a Pordenone: macine interne e travature originali, l’anima della locanda L’Ultimo Mulino è rurale, perfetta per un weekend romantico sul fiume Sile, che nasce da polle d’acqua che risalgono dalla profondità della terra nel mezzo della pianura. Da nord verso il centro, rifatto dall’architetto Claudio Nardi, il b&b Riva Lofts, sulla rive gauche dell’Arno, è un ex opificio del 1880, a soli 20 minuti di passeggiata dal cuore storico di Firenze. Fascino rurale, legno e antiche mura, invece, al Molino Molanoce nella campagna intorno a Todi è in parte museo, in parte dedicato all’ospitalità con appartamenti stile country e la calda accoglienza dei proprietari: uova fresche e prodotti dell’orto che si affaccia sul Naia, un affluente del Tevere. Per chi va oltre la vacanza fuori porta, c’è solo
l’imbarazzo della scelta tra i diversi itinerari fluviali nel mondo. Certo, cominciare dal Gange, in India, potrebbe essere un ottimo battesimo, ma non sono da meno neppure i chilometri lungo il Volga sulle orme degli zar oppure quelli lungo il Mississippi sulle tracce di Mark Twain.