BREVETTO, ERGO SUM
Marchi e proprietà intellettuale: proteggere le buone idee è la missione di Jacobacci & Partners.
Il mondo va verso la semplificazione della tutela della proprietà intellettuale, ma non basta perché l’applicazione delle normative è un campo che viene regolato anche localmente. Quello dei brevetti e delle tutele è un settore complesso, ma fondamentale in un mondo globale». A parlare è Enrica Acuto Jacobacci, ceo di Jacobacci & Partners, il primo studio per il deposito e la tutela della proprietà intellettuale in Italia. Nel 1872 nasce a Torino, città che all’epoca era sede del primo ufficio italiano Brevetti e Marchi, dove Jacobacci depositò il primo marchio Fiat.
Insomma, Jacobacci è uno studio cresciuto insieme con la storia della tecnologia, dello sviluppo industriale e della tutela della proprietà industriale. «Il deposito dei marchi in Italia è complesso, ma da maggio 2015 si possono fare i depositi online. Il costo di deposito riferito alle sole tasse ufficiali per due classi merceologiche è di 170 euro di tasse» continua Jacobacci, moglie dell’erede di quarta generazione del fondatore. «Nella Ue il processo è più snello, ma più caro perché comprende 28 Paesi e il costo è di 900 euro. Per i brevetti invece il costo di deposito in Italia è di 50 euro. Nel mondo di oggi però, non basta un Paese perché la competizione è internazionale».
Capirlo vuol dire tutelare il business. E per questo è necessaria l’assistenza di uno studio preparato, capace di muoversi tra continui aggiornamenti normativi, tasse, procedure e convalide locali, rinnovi perché il brevetto non scada. Per un brevetto europeo esteso in sei Paesi i costi si aggirano sui 50 mila euro in dieci anni, cui si aggiunge il costo dell’assistenza. In attesa che arrivi il brevetto unico per tutti i Paesi membri.