CHE COSA SUCCEDERÀ
IL PARERE DI OLGA BYCHKOVA conduttrice e commentatrice per Eco di Mosca.
Non possiamo ignorare che queste proteste precedono le presidenziali del 2018. Alexei Navalny ha dimostrato la sua forza: si dovrà fare i conti con lui. Vladimir Putin non ha più 40 anni e, se si ricandiderà, sarà il suo ultimo mandato. La sua rielezione dovrà essere «senza macchia», per passare alla storia come leader nazionale. Ma molto dipenderà da come lo Stato reagirà a queste proteste. Se tutti la scamperanno con poco, senza spargimenti di sangue, è un conto. Se invece ci saranno condanne repressive sarà un altro conto. Ma è chiaro che in Russia si è aperta una nuova pagina.
IL PARERE DI RAEES BAIG docente di «Social work» all’Università cinese di Hong Kong.
Carrie Lam non piace a nessuno. Solo Pechino la sostiene, perché la ritiene pronta a tutto pur di dimostrare di saper essere «obbediente». John Tsang sarebbe stato una valida alternativa. Sottolineando l’urgenza di ridefinire il concetto «un Paese, due sistemi», aveva convinto la classe media che il dialogo fosse ancora possibile. Tanta popolarità, però, ha spaventato il partito, che da un lato ha avuto paura dell’effetto destabilizzante di un consenso basato sulle promesse elettorali, dall’altro si è convinto che per rimettere subito in riga Hong Kong ci fosse bisogno di un leader autoritario come Lam.
IL PARERE DI IVÁN FREITES dirigente del sindacato dei lavoratori petroliferi.
L’assoluta mancanza di manutenzione degli impianti e la trasformazione degli operai petroliferi in militanti governativi ci ha messi in ginocchio. Prima le nostre raffinerie esportavano idrocarburi, mentre oggi il Venezuela è costretto a importare la benzina di cui ha bisogno da Spagna, Usa, Brasile e Curaçao. Solo che Pdvsa è ormai un’azienda morosa, perciò nessuno consegna più la benzina. Dei quattro impianti esistenti nel Paese, funzionano solo Amuay e Cardón ma producono benzine di 60 ottani che, in passato, erano addizionate sino a 95 ottani in altri impianti, fermi ormai da tempo.