Gas, ulivi e Tap: una protesta del tubo
Il Consiglio di Stato dà il via libera al Trans adriatic pipeline. Ma la politica locale, in tempo d’elezioni, fa le barricate sullo spostamento degli alberi.
Un’opera di interesse internazionale fermata da 178 ulivi. Non piante da abbattere ma soltanto da trasferire, e temporaneamente, a 8 chilometri di distanza da dove si trovano ora: è l’ultima battaglia dei No Tap per fermare l’approdo nel Salento della Trans adriatic pipeline, la tratta europea del gasdotto che collegherà i giacimenti di metano dell’Azerbaijan all’Italia e percorre i suoi 870 chilometri dalla greca Kipoi, attraversa Albania e mar Adriatico, e approda a San Foca, frazione Marina di Melendugno, in provincia di Lecce.
Sulla Tap l’Italia sta facendo una figuraccia. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha raccontato come nell’ultima riunione di Baku sullo stato dei lavori «Albania e Grecia, non la Germania, avevano tutti i pallini verdi mentre l’Italia, tranne le autorizzazioni a livello centrale, aveva tutti i pallini rossi». Quella degli ulivi da trasferire - per la fase preliminare dei lavori di un pozzo da dove far transitare una talpa meccanica che scaverà un microtunnel lungo 1.453 metri, per il passaggio del gasdotto sotto la spiaggia e la macchia mediterranea - è l’ultimo appiglio del sindaco in scadenza di Melendugno. Nella sua battaglia Marco Potì è sostenuto sia dai 5 Stelle sia dal Pd pugliese, guidato dal governatore Michele Emiliano.
Dopo aver ottenuto dal ministero il via libera al trasferimento di 211 dei 231 ulivi presenti sui terreni del cantiere (quattro sono stati abbattuti perché colpiti dal batterio della Xylella, altri 16 rientrano tra quelli monumentali), lunedì 20 marzo il consorzio ha incominciato i lavori riuscendo a spostare solo 33 piante.
Appena si è diffusa la notizia dei lavori in corso, un centinaio di persone ha bloccato le strade di accesso al cantiere. Dopo due giorni di protesta, il prefetto di Lecce Claudio Palomba ha chiesto di sospendere i lavori in attesa di un chiarimento ministeriale. Al fianco del sindaco, davanti al cantiere c’erano i parlamentari locali M5s. Da Bari, invece, è intervenuto Emiliano: dapprima puntualizzando che «la Regione Puglia considera non ottemperata la prescrizione 44, quindi secondo noi lo spostamento degli ulivi è illegittimo»; dopo una telefonata con Potì e altri primi cittadini della zona che protestavano, il governatore ha fatto approvare dal consiglio regionale un ordine del giorno M5s che impegna la sua giunta a fare