Anche Meridiana vola con gli emiri
Dopo Etihad in Alitalia, via libera all’ingresso di Qatar Airways nella compagnia controllata dall’Aga Khan. Il nuovo socio ha ottenuto una riduzione degli stipendi e un taglio dei dipendenti. E ha promesso investimenti colossali per farne un vettore di p
Piccola, 15 aerei in tutto, che hanno un’età media di 22 anni. Reduce da due acquisizioni acrobatiche, le concorrenti Eurofly e Air Italy. Crisi dopo crisi, la sua quota di mercato si è rimpicciolita, il numero di passeggeri imbarcati è colato a picco: erano 4,6 milioni nel 2006, sono scesi a 2,6 milioni nel 2016. L’ultimo utile risale al 2007. Le perdite accumulate dal 2008 superano i 700 milioni di euro, anche se sono state tutte sorprendentemente ripianate da sua altezza reale il principe Karim al Husayini, quarto Aga Khan e capo spirituale dei musulmani ismailiti, che nei primi anni Sessanta inventò dal niente la Costa Smeralda e fondò la compagnia aerea battezzandola Alisarda.
Eppure Meridiana, come dal 1991 si chiama l’Alisarda, ora che sta per finire sotto le ali della corazzata Qatar Airways può gareggiare con l’altra, ben più nota, compagnia italo-araba: l’Alitalia, una flotta più giovane e otto volte più grande, che ha trasportato 23,1 milioni di persone nel 2016 (24,4 milioni nel 2006), e ha come primo azionista al 49 per cento un’altra compagnia del Golfo Persico, la Etihad di Abu Dhabi.
L’ok dell’Antitrust Ue è arrivato lo scorso 23 marzo. Tempo qualche settimana, e con una ricapitalizzazione dall’importo ancora sconosciuto la Qatar Airways farà suo il 49 per cento della nuova holding di controllo della Meridiana, la Aqa, Alisarda Qatar Airways. Per non perdere i diritti di volo in Europa, il 51 per cento resterà al cittadino europeo Aga Khan Karim e al suo braccio imprenditoriale, il fondo ginevrino Akfed.
Per Meridiana, la Qatar significa la probabile salvezza. Ma la seconda compagnia aerea italiana ha più di un asso nella sua manica. Primo tra tutti: mentre l’Alitalia è nel bel mezzo di una trattativa con i sindacati tutta in salita, Meridiana è stata ristrutturata nove mesi fa. Lunga e travagliata, la vertenza si è svolta con la mediazione del governo Renzi e con la Qatar che da Doha dettava le sue condizioni. In corner, senza la firma dei sindacati di base, l’accordo tra l’azienda e le organizzazioni sindacali confederali è arrivato lo scorso 26 giugno, e oggi Meridiana ha le dimensioni richieste dalla Qatar.
Dopo 396 licenziamenti e oltre 300 uscite volontarie incentivate, sono rimasti 1.396 dipendenti. Il contratto di lavoro di piloti e assistenti di volo è stato riscritto, alleggerendo la parte fissa delle retribuzioni e incrementando quella variabile, legata alle ore di lavoro svolte. Il risultato: complice anche il calo dell’attività, gli stipendi sono al momento più bassi di quasi il 35 per cento rispetto a quelli dell’Alitalia.
È la libertà di volare tra l’Europa e gli Stati Uniti l’altro elemento che rende allettante la piccola sarda per il colosso Qatar. Come ogni compagnia europea, Meridiana può collegare qualsiasi Paese Ue a qualsivoglia meta negli Usa, un diritto precluso alle non europee. Da tempo, d’estate, la compagnia vola da Palermo e Napoli a New York. Ora
potrebbe diventare il cavallo di Troia della Qatar per espugnare le ricche rotte nordatlantiche. Dalla sua c’è anche che Meridiana non ha le mani legati da accordi limitanti come quello dell’Alitalia, che non riesce ad aumentare i voli per gli Usa come vorrebbe a causa della joint venture con Delta e Air France-Klm in vigore fino al 2022.
In Europa, la Qatar possiede il 20 per cento della Iag, la holding che controlla British Airways, Iberia e la low cost Vueling. Diventare il socio forte di un’altra europea come Meridiana potrà giovarle nel parare i contraccolpi della guerra che le compagnie americane hanno sferrato alle tre grandi concorrenti del Golfo Persico, oltre a Qatar, la Emirates e la Etihad. Per bloccarne l’avanzata negli Usa, Delta, United e American Airlines stanno premendo sul presidente Donald Trump. Per ora, causa gli ordini miliardari che dal Golfo arrivano al costruttore americano di aerei Boeing, Trump non ha ceduto. Ma il divieto di ingresso negli Usa ai cittadini di alcuni Stati a maggioranza musulmana prima, e ora il bando di tablet e pc che Washington ha imposto a bordo degli aerei di diversi Paesi mediorientali, Qatar compreso, hanno provocato parecchi grattacapi anche alla Qatar Airways. «Meridiana diventerà più grande
dell’Alitalia» ha assicurato il numero uno della Qatar, Akbar al Baker. «Riceverà 50 aerei entro i primi cinque anni dal nostro ingresso» non ha minimizzato. «Cresceremo presto e velocemente, assumeremo più personale». E «non avremo tariffe low cost», l’offerta a bordo «cambierà radicalmente, in linea con la qualità di Qatar». Lo scalo di Malpensa potrebbe diventare lo snodo italiano del lungo raggio. Linate resterà un punto fermo. Anche la Sardegna rimarrà centrale, il fondo sovrano dell’emirato del Qatar, del resto, è proprietario dell’ospedale ex San Raffaele di Olbia e degli hotel extra lusso creati dall’Aga Khan in Costa Smeralda.
Il percorso non è senza ostacoli, come la vicenda Alitalia-Etihad insegna. Sulla testa della nuova Meridiana, inoltre, pendono i ricorsi di circa 300 licenziati e una causa collettiva del sindacato di base Usb.