Panorama

Quel trasloco «non s’ha da fare »

Galleria è un ristorante storico milanese che rischia di chiudere perché la sua ambita location piace ai brand della moda. Caro sindaco, ci pensi lei...

- Di Maddalena Bonaccorso

Dal dehor si vedono piazza della Scala e l’Ottagono: tutta la Milano della musica scaligera, del dopo teatro e delle lunghe serate eleganti degli ultimi 50 anni di dolce vita meneghina è passata dal ristorante Galleria, fondato il 4 ottobre 1968 e gestito da sempre dalla famiglia Galli. Amatissimo da musicisti e direttori d’orchestra (è stato per anni il rifugio di Daniel Barenboim) cucina classica ma aperta sul futuro, il Galleria vive adesso in un momento di grande incertezza.

«Nell’ottobre del 2018» spiega Pier Galli, 42 anni, che assieme alla mamma Rossana, al papà Donato e alla sorella Elena manda avanti l’attività «proprio quando compiremo 50 anni e diventerem­o quindi locale storico, scadrà il nostro affitto in Galleria. E il Comune di Milano sembrerebb­e non intenziona­to a concederci il rinnovo automatico: a quel punto, come potremmo competere con le offerte dei grandi brand che a poco a poco stanno conquistan­do tutta la Galleria?».

Difficile dare torto a Galli, che negli ultimi anni ha fatto grossi investimen­ti per garantire l’altissima qualità della sua ristorazio­ne: «Chi entra da noi» spiega ancora l’imprendito­re «si rende subito conto del fatto che, pur essendo in una location ultra turistica, abbiamo fatto della qualità il nostro cavallo di battaglia. E proprio per offrire il top abbiamo rinunciato alla sala e quindi ai coperti che avevamo al piano ammezzato, per costruire nuove cucine all’avanguardi­a e per assumere uno chef pasticcere di fama internazio­nale, Enrico Parassina. Ora tutto rischia di essere vanificato».

L’unica speranza risiede nel sindaco: «Beppe Sala è una persona di grande sensibilit­à storica, speriamo voglia spendersi per noi, piccoli locali di grande tradizione».

E mentre il ristorante Galleria si riempie, come ogni giorno, di milanesi e turisti («Il piatto più amato è sempre il risotto con l’ossobuco» garantisce Pier Galli), la Galleria Vittorio Emanuele, nei fatti, si svuota dei luoghi che hanno fatto la storia: sparita l’argenteria Bernasconi, sono state chiuse da poco anche le vetrine dell’amatissimo negozio di stampe Centenari e del Poligrafic­o dello Stato. Che cosa resterà della Milano storica e della sua garbata eleganza?

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L’elegante dehor del ristorante Galleria. In basso, a destra, la sala interna con il suo storico lampadario.
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