Thegiornalisti: le nostre note di cronaca
Hanno uno stile anni Ottanta. I loro testi ricordano i film dei fratelli Vanzina. Ma c’è qualcosa anche di Vasco Rossi, Lucio Dalla e Antonello Venditti. Thegiornalisti sono la band del momento. Lo dimostrano i concerti che stanno per tenere in Italia. «C
Io sono pop nell’anima. Le contorsioni intellettualoidi e cerebrali non mi interessano. I nostri testi non hanno bisogno di interpretazioni, non hanno filtri, sono diretti come un messaggio di WhatsApp. Il motivo per cui abbiamo scelto come nome Thegiornalisti è questo. Non volevamo «lisciare» la stampa. Scriviamo canzoni come se fossero cronaca, racconto in diretta di vita reale. Il motivo del nostro successo? Me l’hanno svelato molti amici e colleghi e, adesso, ne sono convinto anch’io: abbiamo riempito un vuoto nel pop italiano».
Tommaso Paradiso, 33 anni, musicista e compositore (ha scritto per Luca Carboni) è il leader e il volto noto della band romana che ha conquistato le classifiche e l’airplay con un tormentone ( Completa
mente) e un album ( Completamente Sold Out) inequivocabilmente anni Ottanta. Lo raccontano meglio di qualsiasi parola il suono, a volte piacevolmente rétro, dei brani e l’approccio ai testi, a metà strada tra un film dei fratelli Vanzina e Vasco Rossi. Senza dimenticare Lucio Dalla, Luca Carboni e Antonello Venditti. «Per me Antonello è e resta il principe della musica italiana» afferma convinto alla vigilia di due concerti all’insegna del tutto esaurito. Al Palalottomatica di Roma il 9 maggio e al Mediolanum Forum di Assago l’11 (special guest sul palco in entrambe le date, Elisa). Notizia dell’ultima ora: i Thegiornalisti hanno collaborato con Fabri Fibra in Fenomeno, il nuovo album del rapper, in uscita il 7 aprile. Si racconta che lei possa sostenere un’intera conversazione usando solo frasi tratte dai film con Christian De Sica e Carlo Verdone. Esatto. In un nostro disco intitolato Fuoricampo c’è una canzone, Fine dell’estate, che è un’evidente celebrazione dell’immaginario dei Vanzina di Sapore
di mare. Quel senso di libertà e leggerezza io l’ho provato sulla mia pelle in spiaggia a Fregene: i primi baci in riva al mare, il primo vero innamoramento, i capelli pieni di sale delle ragazze, la malinconia di fine stagione quando le storie da spiaggia finiscono. Non ha paura di immergersi in quello che per la maggior parte della critica è puro trash? No, non era trash la cultura popolare degli anni Ottanta. Quel mondo mi fa ancora sognare a occhi aperti. Io, davanti a una commedia con Christian De Sica mi sento a casa. Detto questo, non ho alcun problema a guardare un film impegnato di Nanni Moretti. Quello che non sopporto sono le barriere, gli snobismi inutili. Non provo grande simpatia per gli intellettuali. Cristiano Ronaldo era il titolo di lavoro dell’album. Conferma? Io non avevo dubbi, lo avrei intitolato così. Per me lui è un eroe, una figura di riferimento nello sport. Poi, mi hanno convinto a cercare qualcosa di diverso e abbiamo virato su Completamente sold out. In questo disco non c’è spazio per la nostalgia. La maggior parte dei brani parla di amori presenti e del momento più alto e irripetibile di ogni vicenda amorosa: il colpo di fulmine. Il testo di Mare Balotelli recita: «Dove hai messo il gusto uomo del nuovo Millennio, mi sa che l’hai lasciato nel secchiello sulla spiaggia in riva al mare». Cito Mario Balotelli perché non è esattamente un modello di sobrietà, ma la canzone non parla di lui, parla dello stile libero che imperversa sulle spiagge e nei dintorni dei luoghi di vacanza. Il vuoto cosmico: ragazzi con costumi viola, catene al collo, tatuaggi improbabili, acconciature a cresta, fisici ultrapalestrati, capelli lisciati con la piastra. Io credo che si possa apparire moderni anche senza fare schifo. Qualcuno potrebbe replicare: lo sostieni proprio tu che adori Christian De Sica. Beh, De Sica e i suoi film erano ironici, leggeri, scacciapensieri, ma mai platealmente cafoni e privi di gusto. Completamente sold out potrebbe sembrare un titolo arrogante. Lo so, ma non lo è. La canzone Sold Out parla di un funerale e della speranza che ci sia tantissima gente. Cioè che sia sold out. Al mio, spero il più tardi possibile, vorrei proprio che suonassero questa canzone.