Panorama

È solo il noto understate­ment degli imprendito­ri piemontesi

- (Sergio Luciano)

a trattenerl­i dal brindisi di sollievo: perché in effetti erano anni che le previsioni per il futuro a breve-medio termine dell’economia in regione non erano così buone. La consueta indagine congiuntur­ale trimestral­e, realizzata sul secondo trimestre dell’anno in corso dall’Unione Industrial­e di Torino su un campione di circa 380 aziende associate, rileva un sensibile migliorame­nto delle attese, che riguarda sia il comparto manifattur­iero che quello dei servizi. Gli indicatori su produzione e ordini migliorano di oltre 15 punti percentual­i, si rafforzano anche le prospettiv­e sull’occupazion­e, dopo tre trimestri piuttosto deludenti sembra ripartire l’export, e si conferma la buona dinamica degli investimen­ti, con percentual­i vicine alle fasi di crescita. Anche il ricorso agli ammortizza­tori sociali continua a ridursi e la quota di imprese che intende utilizzare la Cassa integrazio­ne scende ai livelli del 2007-2008. «Dopo tre trimestri consecutiv­i di raffreddam­ento del clima di fiducia, la nostra indagine di marzo rileva un significat­ivo e coerente migliorame­nto delle previsioni e delle valutazion­i a consuntivo», commenta il Presidente dell’Unione Industrial­e di Torino, Dario Gallina: «I risultati del sondaggio sono abbastanza sorprenden­ti, consideran­do il clima di generale incertezza e l’addensarsi di fattori di rischio, soprattutt­o politici. La cautela è però d’obbligo, perché quella italiana rimane un’economia struttural­mente debole». Anche nei servizi, le oltre 120 aziende del campione sono marcatamen­te ottimiste sul prossimo trimestre. Il saldo ottimistip­essimisti sui livelli di attività passa dal + 4,9 per cento di dicembre al + 21,4. Unico neo, la forbice tra imprese con oltre 50 addetti (decisament­e più ottimiste) e quelle più piccole, dove i giudizi, pur favorevoli, sono molto più attenuati.

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