È solo il noto understatement degli imprenditori piemontesi
a trattenerli dal brindisi di sollievo: perché in effetti erano anni che le previsioni per il futuro a breve-medio termine dell’economia in regione non erano così buone. La consueta indagine congiunturale trimestrale, realizzata sul secondo trimestre dell’anno in corso dall’Unione Industriale di Torino su un campione di circa 380 aziende associate, rileva un sensibile miglioramento delle attese, che riguarda sia il comparto manifatturiero che quello dei servizi. Gli indicatori su produzione e ordini migliorano di oltre 15 punti percentuali, si rafforzano anche le prospettive sull’occupazione, dopo tre trimestri piuttosto deludenti sembra ripartire l’export, e si conferma la buona dinamica degli investimenti, con percentuali vicine alle fasi di crescita. Anche il ricorso agli ammortizzatori sociali continua a ridursi e la quota di imprese che intende utilizzare la Cassa integrazione scende ai livelli del 2007-2008. «Dopo tre trimestri consecutivi di raffreddamento del clima di fiducia, la nostra indagine di marzo rileva un significativo e coerente miglioramento delle previsioni e delle valutazioni a consuntivo», commenta il Presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina: «I risultati del sondaggio sono abbastanza sorprendenti, considerando il clima di generale incertezza e l’addensarsi di fattori di rischio, soprattutto politici. La cautela è però d’obbligo, perché quella italiana rimane un’economia strutturalmente debole». Anche nei servizi, le oltre 120 aziende del campione sono marcatamente ottimiste sul prossimo trimestre. Il saldo ottimistipessimisti sui livelli di attività passa dal + 4,9 per cento di dicembre al + 21,4. Unico neo, la forbice tra imprese con oltre 50 addetti (decisamente più ottimiste) e quelle più piccole, dove i giudizi, pur favorevoli, sono molto più attenuati.