Panorama

La grandiosa bellezza

Testimonia­nze d’arte straordina­rie che fanno di Torino un crocevia della cristianit­à e si mischiano alle architettu­re-simbolo della città. Dai dipinti di Antonello da Messina alle opere di Carlo Mollino, creatore di sogni.

-

Quando penso a Torino, non al Piemonte, come sarebbe più logico, penso alla Sacra di San Michele, uno dei monumenti più grandiosi e sovrani d’Italia, un simbolo come le piramidi di Giza, o il Partenone. È una delle più eminenti architettu­re religiose del territorio alpino, transito per i pellegrini tra Italia e Francia.

In esso la religione cristiana si esalta, in un contatto diretto con Dio, alto nel cielo. Le fasi iniziali della nascita della Sacra di San Michele sono incerte e avvolte in un’alternanza di storia e racconti leggendari. La nuova chiesa, che è anche quella attuale, è stata eretta su strutture possenti e sovrasta le più antiche costruzion­i che sono state così inglobate. All’interno delle campate il pilastro cilindrico e quello polistilo documentan­o il passaggio dal romanico al gotico, sia nelle decorazion­i sia nella forma delle porte e delle finestre; in particolar­e richiese molto tempo la costruzion­e del basamento e delle absidi, edificate all’inizio dei lavori come la prima campata sostenuta da due pilastri rotondi.

La Sacra mostra, nelle navate, il so

vrapporsi di tre tipi di architettu­ra: uno stile romanico con caratteris­tiche normanne, uno stile romanico che si può definire di transizion­e, e infine uno stile gotico francese. Lungo l’edificio si ammirano decorazion­i potenti che ci riportano allo stesso maestro che lavorò nella cattedrale di Ferrara: Nicolaus. Tra il 1120 e il 1130 lo scultore fu alla Sacra. Dal protiro, altissimo a più piani, si accede allo scalone dei Morti, chiamato così perché anticament­e fiancheggi­ato da tombe. Qui è la porta dello Zodiaco, con gli stipiti decorati da rilievi dei segni zodiacali per rappresent­are lo scorrere del tempo.

In questi rilievi, simili a quelli della porta dei Principi di Modena, si riscontran­o influenze della scultura romanica francese. Oggi in quegli ambienti suggestivi si vedono le appassiona­te e dolenti Donne del Vangelo di Ottavio Mazzonis, l’ultimo grande artista figurativo di Torino.

Alla Sacra domina la pietra. Torino, invece, la sento di mattone: penso a palazzo Carignano di Guarino Guarini; e penso alle Porte palatine; la Casaforte degli Acaja dietro palazzo Madama; e penso alla Mole Antonellia­na. Penso poi al Ritratto Trivulzio di Antonello, il primo volto conosciuto dl mafioso. E poi al più classico e sofisticat­o dei caravagges­chi, Orazio Gentilesch­i con l’Annunciazi­one. E ancora a Guido Gozzano, con l’amata Amalia Guglielmin­etti, donna fatale dipinta da Mario Reviglione. E a Carlo Mollino, architetto di sogni.

 ??  ??
 ??  ?? La Sacra di San Michele (a sinistra), il Ritratto Trivulzio di Antonello da Messina (sotto), l’Annunciazi­one di Orazio Gentilesch­i (a destra).
La Sacra di San Michele (a sinistra), il Ritratto Trivulzio di Antonello da Messina (sotto), l’Annunciazi­one di Orazio Gentilesch­i (a destra).
 ?? di Vittorio Sgarbi ??
di Vittorio Sgarbi
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy