Giggino il poliziotto
Esce Di Maio chi?, la prima biografia dedicata al frontman dei 5 Stelle. Tra tante curiosità finora inedite, spicca quella sulla sua ambizione adolescenziale: indossare la divisa.
Èappena uscita Di Maio chi? (Compagnia editoriale Aliberti, 176 pp., 17 euro), la prima biografia del candidato premier in pectore dei 5 Stelle. Rischia anche di essere la più completa poiché il libro è opera di Paolo Picone, giornalista e concittadino di Di Maio. Entrambi, infatti, sono di Pomigliano d’Arco (Napoli) e hanno pure frequentato le stesse scuole. Ecco solo alcune delle curiosità contenute nel libro (C.P.). Pertini e Montanelli. A quattro anni Di Maio viene iscritto alla scuola materna delle suore Orsoline a Lausdomini, una frazione del comune di Marigliano. Poi, sin dalle elementari, Luigi è un alunno modello. A cinque anni frequenta la primina e viene iscritto alla scuola Giuseppe Mazzini. Quindi (...) continua il suo percorso di studi anche nei tre anni di medie, all’istituto Omero. Frequenta la classe sperimentale di latino e gli viene affidato forse il suo primo compito di grande responsabilità: addetto al fondo cassa della classe. È in questo periodo che Luigi s’imbatte, e anche con una certa soddisfazione, in due letture non proprio per adolescenti: legge la Storia d’Italia di Montanelli e le biografie di Pertini. Il suo sogno nel cassetto? Fare il poliziotto.
La prima guerra mediatica. Il meet-up di Di Maio e Dario De Falco assurge agli onori della cronaca dopo un convegno elettorale del Pd con l’eurocandidato Andrea Cozzolino. È domenica 24 maggio del 2009 e l’incontro si svolge a Pomigliano. Telecamera in spalla, De Falco attacca Cozzolino e il sindaco di Pomigliano, Antonio Della Ratta, difende quella che definisce «l’onestà democratica». Gli replica Di Maio: «Non certo l’onestà intellettuale». La reazione? Telecamera per aria e un minaccioso: «Uscite!».
Mister cartellino rosso. Alla Camera lo chiamano così. «Chi sgarra, fuori!» afferma Di Maio «lo dice il regolamento e ho seguito i consigli di un funzionario che mi ha detto: “Presidente, qui tutto quello che succede, è già successo. Basta leggere”». Al 21 febbraio 2017, gli espulsi dall’Aula da Luigi Di Maio sono già 23.