Sharjah, l’Emirato della cultura
La sorprendente fioritura di arte contemporanea, musei all’avanguardia e fermenti creativi nel Golfo Persico.
Cortocircuiti spazio-temporali. Siamo a Sharjah, uno dei sette emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti, vicinissimo a Dubai. Addentrandosi nel cuore dell’omonima capitale, si entra non soltanto nella casbah riportata all’originario splendore da un sapiente restauro, ma ci si imbatte in un luogo che sembra in tutto e per tutto un padiglione della Biennale d’arte di Venezia. Ecco la 13esima Sharjah Biennial, kermesse che fino al 12 giugno riunisce i lavori di 50 artisti internazionali e, insieme al museo d’arte contemporanea e a quello d’arte islamica, è il fiore all’occhiello di questo Emirato, insignito nel 1998 del titolo di «Capitale culturale del mondo arabo» dall’Unesco.
Affacciata sia sul Golfo Persico sia su quello dell’Oman, Sharjah racchiude in sé i tratti di realtà e finzione che sono spina dorsale e croce dell’universo degli Emirati: mix di grattacieli e storici suq, isole artificiali e antiche moschee, canali e promenade dal sapore vagamente Belle Epoque parigina. Sharjah ha il fascino dei super-luoghi arabi e l’ansia di rincorrere l’Europa. La cultura, non a caso, è qui una stella cometa. «Tutti, a Sharjah, amano l’Italia» dice Giovanni Bozzetti, che con la sua Efg consulting fornisce consulenza alle imprese che vogliono lavorare e investire negli Emirati. Parole confermate da Giuseppe Moscatello, giovane artista pugliese che è il direttore del Maraya art centre di Al Qasbah (uno dei distretti più in trasformazione): «Il nostro Paese è sempre fonte di ispirazione, anche per i numerosi collezionisti degli Emirati. Qui al Maraya facciamo mostre di levatura internazionale, soprattutto di giovani artisti: c’è interesse per tutte le nuove tendenze e l’occhio è rivolto all’Europa, alla Biennale di Venezia, alle lezioni di stile e innovazione». Maraya art centre, che è galleria d’arte ma anche hub per giovani creativi, è stato voluto da Sheikha Bodour, figlia dell’emiro di Sharjah Muhammad Al Qasimi e presidentessa di Shurooq, authority per lo sviluppo dell’emirato.
Le sorprese non finiscono. Inoltrandosi nel deserto si scopre Mleiha, importante sito archeologico risalente al Paleolitico attorno al quale è stato edificato (sempre grazie all’emiro) un museo all’avanguardia. Se si giunge qui al tramonto, e si coglie l’occasione per un giro sulle dune, l’atmosfera sembra sospesa: quasi ci si dimentica di essere solo a un’ora da Dubai, dal suo apparente vuoto, dalla sua sfrenata corsa verso il futuro.