Il Vaticano sbugiarda il vescovo Mogavero
Secco no della Santa sede alle accuse del presule contro l’ex responsabile della diocesi di Trapani, Francesco Miccichè.
Ridare a monsignor Francesco Miccichè l’onore perduto» per le «forzate ingiuste dimissioni» da vescovo di Trapani dopo la relazione del Visitatore Apostolico, il vescovo Domenico Mogavero. Lo ha chiesto al Papa la commissione vaticana - istituita dallo stesso Bergoglio nel 2015 - per far luce sullo scontro esploso a colpi di denunce tra Miccichè e Mogavero, quest’ultimo arcivescovo di Mazara del Vallo, ex direttore dell’Ufficio Giuridico della Cei, finito a sua volta sotto inchiesta dalla Procura di Marsala per un presunto caso di «truffa e appropriazione indebita» sulla gestione dei finanziamenti per la costruzione di una chiesa.
Accuse, seccamente respinte dai legali del presule, ma che per il vescovo suonano come una sorta di «contrappasso» dantesco per aver indagato nel 2012 come Visitatore Apostolico su delega di Benedetto XVI per presunti casi di appropriazione indebita a carico di Miccichè. Il quale proprio per quella inchiesta fu dimissionato da Trapani. Tale provvedimento che lo portò a sua volta a denunciare Mogavero per diffamazione e rivelazione di segreto istruttorio e indusse il Vaticano ad istituire una commissione di inchiesta. Questa, si apprende Oltretevere, ha chiuso i lavori con una clamorosa bocciatura del Visitatore e una «assoluzione» di Micchichè, a favore del quale è stato chiesto al Papa «un risarcimento d’onore», anche se non potrà fare più il vescovo di Trapani.
E Mogavero? In Vaticano si aspettano le decisioni del Tribunale Civile. Per adesso nessuno gli chiederà di fare «un passo indietro», anche se «tutto dipende dalla sua coscienza perchè è un fatto che la Chiesa è turbata. E non solo in Sicilia», avverte un monsignore vicino al Papa. (Orazio La Rocca)