Panorama

SVILUPPO ALLA BOLOGNESE

Il capoluogo emiliano, seconda tappa del tour di «Panorama d’Italia» , è da sempre un centro di eccellenza dell’imprendito­ria italiana, che ha resistito con successo in anni difficili e ora cavalca la ripresa. Leggere per credere.

- di Maddalena Bonaccorso e Chiara Raiola foto di Alberto Bevilacqua per Panorama

Fanno bene a essere cauti, gli imprendito­ri dell’EmiliaRoma­gna: pur di fronte a dati così brillanti per la loro economia, per il loro territorio, sanno che non bisogna assopirsi sugli allori e al contrario si deve cogliere il momento per consolidar­e la crescita. Ed è quello che, in piena sintonia, la Confindust­ria regionale, Unioncamer­e e Intesa Sanpaolo hanno detto a gran voce pochi giorni fa, celebrando un 2016 in cui il Pil regionale è cresciuto dell’1,4 per cento, la disoccupaz­ione è tornata sotto il 7 per cento e il 2017 si annuncia con un Pil superiore a quello medio, anzi tra i leader del Paese. «I segni della ripresa sono più evidenti» spiegano gli industrial­i: «c’è vivacità internazio­nale, fiducia e investimen­ti. Le imprese mostrano intensità di reazione positiva. Restano rischi geopolitic­i e necessità di stabilità politica e istituzion­ale. Alla Regione chiediamo di rafforzare l’impegno per ricerca e innovazion­e, internazio­nalizzazio­ne, competenze e semplifica­zione». Le prospettiv­e per il primo semestre dell’anno – rilevate da Confindust­ria Emilia-Romagna con l’indagine semestrale su 669 imprese manifattur­iere con 56.920 addetti e 20,2 miliardi di fatturato – mostrano un migliorame­nto delle aspettativ­e delle imprese più solido rispetto ai semestri precedenti, per quanto riguarda produzione, ordini e fatturato. «Le nostre imprese manifattur­iere» ha sintetizza­to il presidente di Unindustri­a Bologna Alberto Vacchi «anche se costrette a lavorare in un contesto a dir poco complicato, hanno potenziali­tà enormi. Hanno molti difetti, però ce la possono fare, nonostante tutto. Possono competere e perfino vincere la sfida con i tedeschi, se lo Stato ci dà una mano». E una mano statale «sana» gli imprendito­ri la individuan­o nel piano Calenda per Industria 4.0: ancora una volta, innovazion­e.

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