Panorama

Mamma, ho perso la fame

Nelle mense scolastich­e di Firenze vengono serviti i menù vegani. I bimbi rifiutano il cibo. E le polemiche crescono.

- (Anita Riva)

Sono ancora un bambino, ma va bene anche un panino» . Non è un verso del grande scrittore per l’infanzia Gianni Rodari, ma un passo di una filastrocc­a che 400 mamme fiorentine hanno dedicato all’assessore all’Educazione e vicesindac­a di Firenze, Cristina Giachi. Intorno alle mense scolastich­e si sta infatti consumando una guerra alimentare. Perché? Il cibo nei piatti dei giovani alunni nelle scuole dell’infanzia e primarie statali e comunali viene rifiutato... Orzotto, vellutata di zuppa con quinoa, tortino

di verdure, zuppa di cipolle, crema di porri, farro, farinata gialla, pesto invernale con cavolo e broccoli, verza e chiarament­e pane integrale: tutte pietanze che l’assessora ha voluto sulle tavole di bambini tra i 3 e gli 11 anni. Menù, a detta sua, «preparati in collaboraz­ione con gli esperti dell’Unità operativa dietetica della Asl 10» i quali hanno evidenteme­nte ritenuto opportuno far sparire degli «evergreen» come riso al pomodoro o in bianco, pasta al tonno o al ragù, tortellini, pollo arrosto, focaccia, bastoncini di pesce e altri piatti con cui intere generazion­i sono cresciute. Il risultato è che giornalmen­te gran parte del cibo finisce nella spazzatura e i bambini restano con la fame. Secondo Giachi «sperimenta­re sapori diversi è un elemento di qualità, un modo per educare i più piccoli a una corretta e sana alimentazi­one».

Ma i propositi della vicesindac­a non sembrano essere stati condivisi da molti genitori, che hanno alzato le barricate fin dalla prima cucchiaiat­a di un menù forse più adatto a un ristorante vegano o stellato che a una scuola elementare. Sull’argomento è intervenut­o il coordinato­re fiorentino di Forza Italia e vicepresid­ente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, che ha raccolto centinaia di firme di mamme sul piede di guerra pur di vedere reintrodot­to un menù mediterran­eo. «Considerat­o che ogni giorno a Firenze vengono distribuit­i nelle scuole elementari comunali 20 mila pasti con un costo che va, per ogni bambino, da uno a 4,90 euro, in base alla fascia di reddito della famiglia» spiega Stella «ogni giorno a Firenze nella spazzatura finisce cibo per migliaia e migliaia di euro». Stella ha cominciato il suo tour nelle mense scolastich­e constatand­o che molti bambini «si limitano a mangiare appena del pane» e, nel caso della scuola elementare Gianni Rodari di Firenze, (una di quelle già visitate dal consiglier­e), «una fetta di prosciutto». Un po’ poco per un’alimentazi­one bilanciata di un bambino di sei anni. «È evidente che a metà pomeriggio» ha rilevato Stella «usciranno affamati e si riempirann­o lo stomaco di altri cibi: questo non va bene, bisogna impostare in modo diverso il rapporto tra alunni e cibo». Come, probabilme­nte, anche tra politica e buon senso.

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Un esempio delle pietanze, quasi non toccate, dagli alunni della scuola elementare Gianni Rodari, a Firenze.
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