CHE COSA SUCCEDERÀ
IL PARERE DI CARLOS PAGNI giornalista argentino, esperto di geopolitica.
Storicamente tutto in Venezuela dipende dal petrolio e il golpe inferto da Maduro al Parlamento non fa eccezione. Secondo la costituzione voluta da Hugo Chávez, il potere legislativo doveva approvare qualsiasi decisione legata allo sfruttamento dei giacimenti dell’Orinoco. Ma, visto il diniego del Parlamento, Maduro ha scelto la via dell’autogolpe. Non per motivazioni ideologiche, ma solo per restare al potere. Se Pdvsa facesse default, la sua sorte sarebbe segnata. Pertanto la sua ultima speranza è rappresentata dalla società russa Rosneft. Il suo futuro, insomma, dipende da Putin.
IL PARERE DI ROBERT SPRINGBORG Professore del King’s College di Londra.
L’indipendenza del Kurdistan pare sempre più probabile. I curdi hanno il sostegno di Paesi importanti, non ultimi gli Usa e Israele. Il petrolio è di vitale importanza: senza di esso, il Kurdistan non si potrebbe sostenere economicamente. Tacitamente gli Usa, Israele e vari Paesi europei, tra cui la Russia, non si oppongono all’indipendenza curda. La Turchia è contraria all’indipendenza, ma se davvero i curdi la otterranno cercherà di assicurarsi che la città curda di Erbil dipenda da Ankara. I curdi sono il principale alleato militare di Washington, che fornirà loro la forza militare di cui avranno bisogno.
IL PARERE DI MAX DU PREEZ scrittore ed editorialista sudafricano.
La mozione di sfiducia presentata dalle minoranze è una mossa politica legittima, ma non porterà alle dimissioni di Zuma. È importante invece che gli oppositori interni all’Anc vi rimangano, per far sentire il proprio peso in vista del Congresso di dicembre. Se Zuma fosse confermato leader del partito, dunque del Paese fino alle elezioni del 2019, il Sudafrica seguirebbe le sorti del Venezuela. Zuma ha già manifestato la propensione a violare la Costituzione pur di rimanere al potere. Ma anche se dovesse decidere di agire per il bene del Paese, i suoi finanziatori non glielo consentirebbero.