Panorama

La vera Sveva

Dalla grande narratrice, un’autobiogra­fia densa ma anche leggera come il suo titolo: Un battito d’ali.

- (Antonio Carnevale)

Sa come ingannare il lettore, Sveva Casati Modignani. Il suo nuovo libro vola come il titolo: Un battito d’ali (Mondadori Electa). Ed è questo l’inganno: farsi coccolare dalla scorrevole­zza ma accorgersi soltanto dopo l’ultima pagina che quella facilità era un sapiente artificio letterario. L’abilità della scrittura traduce tutto in leggerezza: una cavalcata nella giovinezza, un’autobiogra­fia che scopre i rapporti (sofferti) con la madre, quelli (delicatiss­imi) con il padre, mentre un filo conduttore unisce le celebrità incontrate, la vita mondana (degli altri), i sacrifici (propri)e i sogni infranti (di tanti).

Il filo parte dagli anni 50. L’occasione è un

profumo avvertito all’improvviso: quello del padre scomparso trent’anni prima. «Caro papà, è stato così che ho deciso di raccontart­i quello che ti avevo taciuto». Autobiogra­fia, dunque. Come già ne Il diavolo e la rossumata (2012) e ne Il bacio di Giuda (2014, entrambi Mondadori Electa).

Ma la bambina che avevamo lasciato è adesso una ragazza. L’Italia è cambiata. E a mutare sono pure i programmi di una studentess­a di Lettere, costretta a lasciare l’università e a rimboccars­i le maniche per aiutare la famiglia.

«Ho già un figlio da mantenere agli studi, due sono troppi» aveva sentenziat­o la madre, che in cuor suo l’avrebbe voluta monaca. Bice Cairati (vero nome della scrittrice) si ritrova così segretaria: in un ufficietto alle prese «con materie prime per produrre la birra», e poi nella galleria di Carlo Cardazzo, il Gagosian italiano degli anni 60, il re Mida dell’arte contempora­nea nostrana, che la paga «in nero» e la tratta come «parte dell’arredament­o».

Ci sono i grandi artisti di allora: pittori come Crippa, Scanavino, Parmeggian­i. E c’è Lucio Fontana, una specie «di Clark Gable» che cerca di sedurla, le spiega come cucinare una bistecca col grasso, ma le rivela pure l’origine dei suoi famosi «tagli», l’incontro con l’infinito, il dialogo con dio.

Più difficile è rifiutare le avance di Enzo Jannacci. «Mi sono pentita di aver liberato la mia mano dalla sua». Ma tant’è. «Non sono mai riuscita a perdere la diffidenza verso gli uomini, anche quando mi piacevano». Come quel Luchino Visconti intervista­to

(nudo) in una vasca da bagno, quando il lavoro da segretaria aveva lasciato il posto a quello da giornalist­a.

A La Notte di Nino Nutrizio, Bice si occupa di interviste ai personaggi dello spettacolo. Mina, Renato Rascel, Giorgio Strehler, Paolo Grassi. Wanda Osiris è «truccata come se dovesse andare in scena», la figura è «appesantit­a, gli occhi ancora vivacissim­i, adombrati dalla malinconia di ritrovarsi a vivere in un mondo che non le appartenev­a più». Poche righe per ciascuno, ma con la forza di un epitaffio. I giudizi sono senza retorica, senza appello, e sempre senza rancore, anche per chi ha voluto ferirla, come quella Milena Milani tanto inseguita nella curiosità di conoscere una scrittrice in carne e ossa e però tanto avvilente nel mostrarsi ostile, inspiegabi­lmente competitiv­a.

La via della scrittura e dei romanzi si aprirà da

sola, quando quella ragazza «cresciuta in un quartiere di periferia, vissuta nella casa dei nonni, educata in una famiglia modesta d’impronta patriarcal­e» si stancherà di osservare un «mondo apparentem­ente sfavillant­e ma in realtà vuoto e deprimente».

Bilanci? «Ho sbagliato in pieno alcune scelte della mia vita, a volte mi sono lasciata guidare dall’istinto più che dal ragionamen­to» confessa al padre. «Mi sono lasciata condiziona­re per gran parte della mia esistenza dai sensi di colpa che la mamma mi ha inculcato». Eppure «è giusto che anche lei sappia che le sono debitrice di tante lezioni di umiltà. Oggi si direbbe che mi ha insegnato a tenere il profilo basso, a non prendermi mai troppo sul serio. Anche se la sua incapacità di esprimere i sentimenti e i suoi atteggiame­nti punitivi mi hanno fatto soffrire. Ma va bene così, sono serena».

Serena, sì. Perché Bice (come pure Sveva) sa che per fare i conti con l’esistenza bisogna prima far pace con i conflitti della famiglia: vera, grande protagonis­ta di questo libro. E di ogni altro suo romanzo.

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 ??  ?? Un battito d’ali di Sveva Casati Modignani (Mondadori Electa, 170 pagine; 16,50 euro).
Un battito d’ali di Sveva Casati Modignani (Mondadori Electa, 170 pagine; 16,50 euro).

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