Panorama

QUEL CENTRO DI RECUPERO DOVE SI FA PECCATO

Don Sergio e le sue serate di alcol, droga e molto sesso.

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Mi aveva scritto raccontand­omi la sua esperienza dentro il centro dei Padri Venturini a Trento, luogo dove vengono accolti e curati i preti con disturbi sessuali. E dove lui aveva vissuto «una sbandata pazzesca per un confratell­o, con tanto di intimità sessuale». Avevo incontrato più volte don Sergio. Mi aveva raccontato di quando, già prete smaliziato, il sindaco gli aveva chiesto di ospitare un migrante di quasi trent’anni in attesa di sistemazio­ne. «Un sabato sera lo portai con me a una festa all’aperto, dove ci offrirono da bere dell’ottima birra. Faceva molto caldo, c’era parecchia gente. Mi accorsi che l’amico s’era sbottonato la camicia e si accarezzav­a con studiata nonchalanc­e, indugiando soprattutt­o sui capezzoli. Allungai la mano, lo accarezzai, lui mi sorrise candidamen­te e ricambiò il mio bacio in bocca. Qualche giorno dopo venni convocato dal vescovo e spedito in una comunità». Dopo lunghe serate ad alto contenuto alcolico, io e don Sergio eravamo entrati in confidenza, al punto che mi aveva raccontato la sua infanzia, la scoperta dell’omosessual­ità, le prime esperienze, le scorriband­e notturne, la decisione di farsi prete per trovare una specie di rifugio. Mi aveva parlato di quella volta in cui, in Italia, si era «fatto» un musulmano, dandogli una mancetta, e poi si erano sparati una canna: «Telefono a un mio amico, gli chiedo di procurarci la droga. Ero in vena di spendere: 100 euro. Andiamo a casa mia, ci facciamo questa roba e ho avuto un momento di buio. Mi sono ritrovato con il mio parroco e i carabinier­i. Io nuotavo sul pavimento, convinto di essere al mare, e palpavo un carabinier­e. È finita che mi hanno cacciato dalla diocesi». Con il passare del tempo, don Sergio mi aveva parlato delle sue esperienze erotiche in Giordania e in Sudamerica, anche con minori. In America Latina «c’era un ragazzino di 14 anni al quale io stavo molto simpatico. Era una meraviglia. Era amico della segretaria della parrocchia. Veniva lì il pomeriggio, dopo la scuola. Faceva i compiti. Poi, sai, ridi, scherzi, i latinoamer­icani sono molto liberi, per cui una toccata di qua, una toccata di là, alla fine è andata. Tante volte».

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