Panorama

Canto quello che vivo

A 18 anni ha vinto X Factor, a 21 è arrivato quarto al Festival di Sanremo. È uscito il terzo album, Anime di carta, e i video delle sue canzoni contano milioni di clic. Michele Bravi ha trovato il successo mettendosi a nudo attraverso la propria music

- di Gianni Poglio

Sinceramen­te, le regole del mercato discografi­co non le ho ancora capite. Mi pare che l’unica strada percorribi­le per un giovane artista sia provare a raccontare se stesso con tutta la sincerità possibile e sperare che il mercato sia pronto ad ascoltare quel racconto». Un racconto in formato canzone, come Il diario degli errori (4 milioni e 700mila clic su Spotify e 14 milioni di visualizza­zioni su Youtube), il brano con cui Michele Bravi è arrivato quarto al Festival di Sanremo e che, di fatto, lo ha rimesso al centro della musica, dove si era trovato improvvisa­mente a 18 anni (adesso ne ha 22) vincendo la settima edizione di X Factor. «Arrivare primi in un talent show non regala la fama eterna, non consacra un bel niente: è solo un trampolino di lancio, un’occasione» racconta. «Da quel momento in poi è tutto da costruire e, per arrivare alla meta, si prendono tante porte in faccia. Io di scelte stilistich­e e artistiche sbagliate ne ho colleziona­te diverse, ma va bene così. Se diventi un personaggi­o pubblico grazie a un talent, la gavetta non la fai su un palco legnoso di provincia, ma sotto gli occhi di tutti. E tutti vedono tutto, anche gli sbagli e le cantonate».

Il diario degli errori è una canzone diretta, molto personale, ma lontana dagli standard del Festival. Per più di un anno è rimasta nel

cassetto. Temevo il confronto diretto con gli addetti ai lavori, avevo paura di un giudizio negativo perché è un brano particolar­e: il ritornello si ripete soltanto due volte e il testo è un fiume di parole esagerato che parla di vita vissuta, di relazioni personali e sentimenti forti. Non è una classica canzone pop dal testo evanescent­e.

La scelta di metterci la faccia, di raccontare tutto se stesso attraversa anche i brani dell’album Anime

di carta, che ha debuttato al primo posto in classifica.

Ho fatto una terapia con me stesso. Racconto la relazione a due, il vivere la vita insieme. Il titolo nasce da una riflession­e: quando attacchi la tua vita a quella di qualcun altro, diventi un’anima di carta, perché prendi inevitabil­mente la forma dell’altra persona. A quel punto,

«Ho capito sulla mia pelle che arrivare primi a un talent non regala fama eterna. È solo un trampolino di lancio»

si aprono due strade: o ti trasformi in un origami bellissimo, oppure ti accartocci su te stesso e prendi fuoco. Sono i rischi dell’amore. Se non li accetti, diventi un foglio piatto senza forma e contenuto. In queste canzoni rivelo tutta la sofferenza per la fine di una storia a cui tenevo moltissimo.

La storia con un ragazzo, come ha raccontato in un’intervista.

Esatto, era la mia prima relazione importante. Ma non parliamo di coming out, è un concetto vecchio, fa un po’ sorridere. Nessuno dei miei fan si è stupito o scandalizz­ato. Per la mia generazion­e la sessualità non è una questione di etichette rigide, anche perché sono proprio quelle etichette ad alimentare il concetto di diversità. Con tutto quel che ne consegue...

Nel brano Solo per un po’ c’è anche il sesso orale con una ragazza.

Sì, non mi sono censurato da solo in ossequio al principio che certe cose non si possono dire in una canzone. Per quale oscuro motivo un artista di 22 anni non dovrebbe parlare anche di carnalità? A quest’età, con gli amici, di quello si parla, mica dei massimi sistemi. Per fortuna. Mi sono concesso la spavalderi­a di sfatare alcuni tabù vecchi e sorpassati.

Nel suo album del 2014, A passi

piccoli, erano coinvolti James Blunt, Federico Zampaglion­e, Tiziano Ferro, Luca Carboni e Giorgia. Una sorta di dream team.

A passi piccoli raccontava Michele Bravi secondo gli occhi degli altri. Ora mi racconto da solo, senza mediazioni esterne. Quel disco era il primo passo di un lungo percorso. Adesso, ho trovato la formula per raccontare le mie emozioni di ventiduenn­e e, se qualcosa di quel che scrivo non si capisce, è solo colpa mia. Finalmente posso dire che canto quello che vivo e vivo quello che canto.

 ??  ?? NON IL SOLITO POP Nel nuovo album Anime di carta, Michele Bravi, ci mette la faccia raccontand­o tutto se stesso con un fiume di parole.
NON IL SOLITO POP Nel nuovo album Anime di carta, Michele Bravi, ci mette la faccia raccontand­o tutto se stesso con un fiume di parole.
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TUTTA LA VERITÀ Michele Bravi, 21 anni, ospite di «Panorama d’Italia» a Bologna il 20 aprile (Collegio San Luigi, Università telematica Pegaso, ore 18). Intervista e mini live acustico con omaggio a Lucio Dalla.

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