Il richiamo della campagna
Lunghe passeggiate tra i campi, immersi nei profumi di primavera. Corsi per imparare a trasformare le piante spontanee in sapone, il latte crudo di pecora in formaggio, i prodotti della fattoria in succulenti piatti da cucina biologica. Mangiaredormire-ri
APasqua e Pasquetta già è stato un idillio. Ma anche i prossimi weekend primaverili (tra cui i ponti del 25 aprile e 1° maggio, com’è noto) promettono bene. È tempo di approfittare della straordinaria, munificente, scenografica campagna italiana. Infinite tonalità di verde che percorrono lo Stivale da nord a sud dove sempre più persone si riversano. Sì, forse come contraltare a questi tempi di velocità tecnologiche, la campagna è la vera star di queste vacanze a balzelli (lo dice Coldiretti), che sia declinata come gita fuori porta, come occasione per godersi menu a chilometro zero, o come esperienza rurale.
La conferma arriva dal portale di riferimento per le prenotazioni in agriturismo, Agriturismo.it. Un osservatorio speciale che ci dice che la domanda nelle strutture eco-biologiche, ovvero quelle più attente all’ambiente, è aumentata del 17 per cento solo quest’anno. Si cercano relax nel verde, certo (non è un caso se Pantone, l’autorità mondiale nel campo delle tinte, ha scelto come colore 2017 il greenery: verde brillante come un prato sotto al sole), buon cibo, ovvio, ma soprattutto esperienze: dal cicloturismo alle cavalcate, dalla coltivazione degli orti con lezioni su verdura e piante officinali alla meditazione. In Italia ci sono così tanti agriturismi (22 mila) che rimane solo l’imbarazzo della scelta e fin da sotto casa.
Alle porte di Milano, per dire, la Cascina Santa Brera di San Giuliano Milanese (nel cuore del Parco agrario sud) è attivissima. Ha un grande orto, allevamenti allo stato brado, corsi per realizzare saponi con le piante spontanee e marmellate e conserve con la frutta, oltre a organizzare seminari su agricoltura, orticoltura e arboricoltura (cascinasantabrera.it).
Nel cuore dell’alta langa piemontese segue il filo della sostenibilità l’agriturismo I pascoli di
Amaltea (ipascolidiamaltea.it). Alessandro e Arianna hanno scelto una casa in mezzo al bosco circondata da castagni, betulle e prati per dar vita all’azienda agricola biologica dove producono formaggi a latte crudo di pecore delle Langhe, antica razza in via di estinzione, e coltivano patate di Mombarcaro e mais Ottofile. Due camere per gli ospiti, prodotti a chilometro zero per colazione e una pergola di glicine con comode amache per la siesta, ben meritata dopo aver partecipato ai laboratori di caseificazione.
Passando dalla Liguria, dove si organizzano corsi per l’agricoltura biologica (ma anche di testaroli) all’agriturismo La Giara di Beverino (SP), casa contadina dell’800 circondata da sette ettari di terreno selvaggio (agriturismolagiara.it), si arriva in Toscana, regione numero 1 degli agriturismi italiani (per l’afflusso: solo l’anno scorso, +31%). Nella Maremma selvaggia di Manciano si va a cavallo come un vero buttero o si passeggia lungo le antiche strade dei contadini e i sentieri della transumanza. A Montauto, solitario su una collina, c’è OM bioagriturismo
officinali di Montauto: campi coltivati con erbe officinali biologiche poi trasformate in olii essenziali nel laboratorio dell’azienda (leader in Italia nella cosmesi biologica certificata). Lì si assiste alle fasi di raccolta, essiccazione e distillazione delle erbe, rubando agli esperti i segreti per essiccare piante e fiori (officinalidimontauto.it). Sempre in Toscana, direzione Umbria, c’è la Lu
paia, elegante e intimo resort distribuito su cinque diversi casolari tra vigneti e uliveti nei dintorni di Montepulciano. Qui gli ospiti raccolgono le verdure dell’orto per cucinare la cena e si organizzano cacce al tartufo tutto l’anno (lupaia.com).
E siamo in Umbria, dove fra i tanti agriturismi l’azienda agricola Villa Dama (villadama.it, vicino
a Gubbio) è composta da antichi casolari in pietra e una villa centrale. Tutto intorno vigneti, uliveti e campi coltivati per produrre farina, vino, olio, frutta e verdura. Si allevano anche bovini di razza chianina, suini di cinta senese, ovini di razza appenninica. E per completare l’esperienza immersiva in questa splendida campagna si partecipa a corsi di cucina biologica, di norcineria e, in autunno, alla vendemmia o alla spremitura delle olive.
Cambia il paesaggio scendendo a esplorare a cavallo (o in mountain bike) le terre ruvide della Murgia, in Puglia, tra mandorleti, boschi e pascoli. Organizzano tutto questo all’Agriturismo Masseria Torre di
nebbia (masseriatorredinebbia.it), dove di giorno si riscoprono le tradizioni dei campi e di sera ci si corica in suite di design.
Questo rapido viaggio tra gli agriturismi dove trovare echi di vita rurale finisce in un baglio siciliano dal grande fascino. A Naro, sulle colline dell’entroterra agrigentino, sorge l’agriturismo Baglio San Nicola, un complesso dell ‘800 sapientemente ristrutturato, adagiato tra 20 ettari di terreno coltivati a ulivi, limoni, melograni, albicocchi e vigne (bagliosannicola.it). Un luogo dove l’amore per la natura è corrisposto.