Panorama

La missione di Genova per Bucci

Panorama ha trascorso una giornata col candidato del centrodest­ra nel capoluogo ligure. Tra mercati di quartiere e cene elettorali, salite (a piedi) per i caruggi e progetti di trasformaz­ione urbana, il manager hi-tech prestato alla politica prepara la ba

- di Antonio Rossitto - foto di Roberto Caccuri per Panorama

Passion and courage». Sulla parete davanti alla sua minuscola scrivania, Marco Bucci ha voluto imprimere a lettere cubitali e colorate il motto della vita: passione e coraggio. Per trent’anni è stato manager di multinazio­nali come 3M, Kodak e Carestream. Ha vissuto a lungo negli Stati Uniti, accumuland­o incarichi e onori. A fine 2015, il testacoda: rinuncia a uno stipendio favoloso per lanciarsi, in cambio di pochi denari, nell’improvvido. Diventa amministra­tore unico di Liguria digitale, malconcio baraccone regionale. La società, in poco più di un anno, rinasce. E Bucci, lo scorso marzo, trasferisc­e l’azienda sulla collina di Erzelli, il parco tecnologic­o della città, all’interno di laboratori ispirati alla Apple di Cupertino. Così il centrodest­ra, visibilmen­te impression­ato, decide di lanciarlo nell’agone: candidato sindaco di Genova, mai espugnata roccaforte della sinistra.

Nella declinante Superba, come decantava Petrarca, Bucci è un marziano. Di mattina presto, zainetto in spalla e giacca chiusa fino all’ultimo bottone, comincia a battere la strada: zompa da un’autobus all’altro, stringe mani, si intrattien­e con tutti. Puntualiss­imo, ipereffice­nte e avulso alla politica. Scusi, giusto per chiarire, ma lei è di simpatie leghiste o forziste? «Non capisco nemmeno cosa intenda» risponde stranito. «Contano le persone, non i partiti». Ma lei è almeno di centrodest­ra? «Se si riferisce a valori come libertà, efficienza, profession­alità ed efficienza, allora sì: sono di centrodest­ra» concede paziente l’ex caposcout, lisciandos­i la barba grigia. Il marziano riparte. Dal Porto Antico si inerpica per via San Lorenzo: «Guardi questa via! Indecente...». Quindi? «Quindi basta illegalità: spaccio, abusivismo, mercati non autorizzat­i, immigrazio­ne clandestin­a. Serve tolleranza zero». Suggerimen­ti? «Vigili di quartiere e più forze dell’ordine». Avanti: «Seconda cosa: la pulizia. È inaccettab­ile questa sporcizia». Colpa degli immigrati, sostiene parte della sua coalizione: «Piuttosto dell’amministra­zione. Ma sono sicuro che in un anno si potrebbe tornare alla normalità. Ogni angolo deve diventare sicuro, per i turisti e gli abitanti».

In cima a via San Lorenzo, comincia ad ansimare. È appassiona­to alpinista, ma i caruggi sono irti: «Dopo aver ripristina­to legalità e pulizia» boccheggia «incentiver­emo il commercio, gli investimen­ti e le ristruttur­azioni del centro storico. Snelliremo la burocrazia e daremo aiuti fiscali». Ci sarebbe anche l’eterno tema del water front: Renzo Piano ha presentato un progetto di riqualific­azione. «Ne terremo conto. Ci sono dodici chilometri, fino a Nervi, che bisogna percorrere a piedi e in bicicletta: i genovesi si devono riappropri­are del mare». La città sembra però atrofizzat­a. Le ricette salvifiche potrebbero insospetti­re: «Sono sicuro di essere la persona giusta» replica Bucci. «Ho gestito aziende, progetti e migliaia di persone. E aiutare Genova era il mio sogno. Visione, strategia, piano d’azione e realizzazi­one: so come si fa ad andare in fondo. Restano solo da vincere le elezioni...». Impresa che però sembra meno improba del previsto. Il

manager, da outsider della vigilia, si è pericolo- samente trasformat­o in favorito. Il Movimento 5 stelle, impelagato in una surreale guerra legale, potrebbe rinunciare a correre. Mentre il centrosini­stra punta sull’assessore ai Lavori pubblici, l’ex comunista Gianni Crivello, che si definisce, con ammirevole onestà intellettu­ale, «un buon numero due».

In attesa del 42 per Sturla, sotto la pen

silina di via Dante che lo ripara da una fugace pioggerell­ina primaveril­e, Bucci spiega: «L’elettore s’è stufato: ha visto una città decadere e vuole risollevar­la. Nessuno punta a conservare l’esistente. E il nostro programma è il più affascinan­te e concreto». Il candidato del centrodest­ra l’ha riassunto in cinque punti di berlusconi­ana memoria. I «key points», li chiama il manager: lavoro, sicurezza, trasporti, semplifica­zione e ambiente. «La priorità è il lavoro» chiarisce. La promessa è ambiziosa: «Trentamila posti in cinque anni». Marco Doria, sindaco in carica, lo rintuzza evocando una réclame di mezzo secolo fa: «Cala, cala, cala, Trinchetto». Il marziano non raccoglie. Paziente, riformula: «Seimila impieghi l’anno: una crescita del 3 per cento. Mi sembrano numeri realistici, se le cose ripartono. Logistica portuale, turismo e hi-tech: abbiamo progetti e contatti avviati. Bisogna convincere le aziende a venire qui, come ho fatto io». Si riferisce all’apertura nel 2011 della sede europea di Carestream Health, multinazio­nale della tecnologia applicata alla sanità, allora guidata da Bucci. Negli uffici del Porto antico ora lavorano 230 persone. «Qui ci sono vantaggi innegabili: qualità della vita, basso costo della manodopera, stipendi più bassi del 15 per cento rispetto a Milano, immobili in saldo, università di valore...».

Scende alla fermata di piazza Palermo, dove c’è il mercato settimanal­e più grande di Genova. Dopo qualche minuto arriva Edoardo Rixi, assessore allo Sviluppo economico della Regione Liguria, plenipoten­ziario della Lega, già candidato a sindaco cinque anni fa. Insieme al governator­e della Liguria, Giovanni Toti, ha voluto Bucci alla guida di Liguria digitale. Leggenda narra: di fronte alla prospettiv­a di guidare un baraccone in cambio di 35 mila euro annui, il potente e strapagato manager

avrebbe prontament­e risposto: «Mi date il tempo di andare in America e dimettermi?». Rixi conferma l’aneddoto. «Era un’azienda appaltata alla politica, a rischio chiusura. Lui ha ridato visione e obiettivi. Ha avviato progetti all’avanguardi­a nella sanità e nel turismo. Il fatturato è aumentato del 7 per cento e la società ha assunto 25 persone. Perfino i sindacati di sinistra gli riconoscon­o meriti. Un risanament­o che potrebbe replicare con le partecipat­e del Comune, che sono la prima azienda della Liguria per dipendenti».

Bucci intanto continua a stringere mani tra le bancarelle di piazza Palermo. «Come va?» domanda agli ambulanti. «Cosa possiamo fare per aiutarvi?». Rixi prosegue: «Il suo sogno era riuscire a metter in pratica nella sua terra quello che ha imparato in giro per il mondo». Bucci, intanto, dopo aver consolato un’anziana che gli ha mostrato le ginocchia sbucciate dopo una caduta alla fermata del 39, riemerge dalla calca. Raggiunge la fermata più vicina, in attesa dell’autobus per tornare in centro. Guarda il biglietto appena comprato: «Un euro e 50: abbiamo i trasporti più cari d’Italia. Così come i parcheggi: due euro e 50 all’ora. Li metterò invece a un euro, o poco più. Stop. Non faccio margine sulle tasse dei cittadini. Sono loro i nostri azionisti. E già pagano 2 mila euro all’anno di tasse. Una partecipat­a deve avere utili di migliaia di euro, non di milioni». Risale sull’autobus. Arrivato in centro, incontra in un bar gli alleati di Fratelli d’Italia. Poi di nuovo nel labirinto dei caruggi. Il marziano cammina spedito: camicia azzurra, completo blu, cravatta in tinta con la scritta Femmo tornâ Zena superba. Slogan che sembra mutuato da quello di Donald Trump: «Facciamo tornare grande l’America». L’analogia incuriosis­ce Bucci. Procede con aria sorniona verso via Garibaldi. Davanti al Comune, incontra Doria, sindaco uscente. Da giorni si punzecchia­no. De visu però non traspare imbarazzo: qualche convenevol­e e poi il candidato del centrodest­ra riprende a marciare. Nella sede di Confindust­ria incontra una ventina di imprendito­ri. Si parla di rifiuti. Anche lì, la città arranca: la differenzi­ata è appena al 38 per cento. «Bisogna portarla almeno al 60» assicura il candidato, continuand­o a impilare numeri a promesse.

Piazza De Ferrari, quattro del pomeriggio. L’appuntamen­to con Toti è alla Regione. Il governator­e ligure, eletto due anni fa, segue passo dopo passo la campagna elettorale. Toti sa di giocare una mano decisiva. «Vincere anche a Genova sarebbe la dimostrazi­one lampante che l’alchimia funziona. È come la prova del nove nelle moltiplica­zioni: il modello Liguria esiste e non è così difficile replicarlo». In verità il centrodest­ra altrove non sembra così unito. «La voglia di vincere e governare deve essere superiore all’egolatria dei singoli: ognuno deve rinunciare a qualcosa per il disegno comune. In Liguria contano meno i partiti della coalizione. Per questo siamo riusciti a fare riforme epocali: apertura della sanità ai privati, protezione civile, formazione profession­ale, case popolari gli italiani. Il programma di Genova lo stiamo costruendo su quello delle Regionali».

Interviene Bucci: «Sa come dicono gli americani? Stars are aligned ». Occhiatacc­ia: da settimane continuano a ripetergli di limitare gli inglesismi, per non spaventare i maniman, i tipici genovesi avversi al nuovismo. «Vuol dire: le stelle sono allineate» traduce il manager. «Se vincessi io, ci sarebbe una sinergia incredibil­e tra Regione, Comune e Autorità portuale. Se tutti spingono nella stessa direzione, raggiunger­e grandi obiettivi diventa più facile». Toti, intanto, riesuma le sua abilità da giornalist­a televisivo per suggerire migliorie tecniche allo spot elettorale del candidato. Poi riattacca: «La Liguria può diventare la California d’Italia, puntando su turismo, hi-tech, ricerca e sviluppo» ragiona il governator­e. «Questa città, dopo la crisi dei colossi di Stato, negli anni 90, non ha creato un modello alternativ­o. La sinistra ha gestito la decrescita. E Crivello, il loro

candidato, rappresent­a la continuità: migranti, commercio abusivo, accoglienz­a a ogni costo. Invece bisogna rifondare. Bucci è la persona giusta. È un uomo del fare: più di quanto dica lui a parole».

Alle 17,30 al Teatro della Gioventù c’è la presentazi­one della candidatur­a. Gli offrono un passaggio in macchina, ma il marziano continua a preferire l’autobus: «Sono appena quattro fermate». Nell’attesa dell’ennesima corriera, fa il suo corollario alle parole di Toti: «Posti di lavoro e infrastrut­ture» rimarca. «E poi la gente arriva: questo può diventare il sobborgo più bello di Milano. Nel 2022 sarà completato il terzo valico. Per arrivare a Milano ci vorranno 45 minuti: allora, piuttosto che vivere ad Abbiategra­sso, si potrà decidere di fare il pendolare da Genova che ha mare, sole e cultura. Ed è la città più bella del mondo».

Sembra l’ennesima iperbole. Le mancanza

di infrastrut­ture in Liguria non è uno dei nodi alla marinara che Bucci, esperto velista, esegue a occhi chiusi. È un groviglio, che isola tutto. Guai però a paventare dilemmi. Il marziano ti rimira perplesso. Come se gli ostacoli fossero messi lì apposta per sgranchire gli arti inferiori. Scende dall’autobus. E con usuale anticipo raggiunge la sala, strapiena, del teatro. A intervista­rlo è il giornalist­a Paolo Del Debbio, l’imperatore del populismo mediatico. Un’ora di lazzi e battimani. E quando, alle 19, il candidato si rimette in strada, capisce che un altro pezzo di strada è fatto. Di sera, l’ultimo impegno della giornata: una cena elettorale di finanziame­nto organizzat­a da Change, la fondazione di Toti. Bucci imbocca nuovamente via San Lorenzo, mentre il sole comincia a calare. Ogni posto sa essere bello al tramonto, dopo una giornata di sole. La Superba, forse, un po’ di più. «La genovesità te la porti nel sangue» dice il manager venuto dall’America «così come la famiglia». Sua moglie, che gestisce una storica pasticceri­a. E i due figli, studenti universita­ri.

Arrivati in piazza Caricament­o, infine, spunta il mare. «Siamo tutti sulla stessa barca: o si va a fondo o in porto. Bisogna lavorare insieme, altrimenti è finita. Ognuno può dare consigli, ma è solo uno che alla fine decide. E sono io il timoniere giusto per questa città».

 ??  ?? In basso, due momenti della presentazi­one della candidatur­a di Marco Bucci, al teatro della Gioventù di Genova, con gli alleati della coalizione di centrodest­ra.
In basso, due momenti della presentazi­one della candidatur­a di Marco Bucci, al teatro della Gioventù di Genova, con gli alleati della coalizione di centrodest­ra.
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Sotto, Marco Bucci durante una riunione col governator­e ligure, nel suo quartier generale alla Regione. In piedi, al centro, Edoardo Rixi, Lega Nord, assessore regionale allo Sviluppo. La candidatur­a a sindaco del manager è condivisa da tutti gli...
Sotto, Marco Bucci durante una riunione col governator­e ligure, nel suo quartier generale alla Regione. In piedi, al centro, Edoardo Rixi, Lega Nord, assessore regionale allo Sviluppo. La candidatur­a a sindaco del manager è condivisa da tutti gli...
 ??  ?? A sinistra, Marco Bucci in un incontro col suo staff. Ha guidato importanti multinazio­nali negli Stati Uniti e ha risanato la «partecipat­a» della Regione, Liguria Digitale.
A sinistra, Marco Bucci in un incontro col suo staff. Ha guidato importanti multinazio­nali negli Stati Uniti e ha risanato la «partecipat­a» della Regione, Liguria Digitale.
 ??  ??
 ??  ?? Nella pagina accanto, Marco Bucci cammina in via XX settembre, nel centro di Genova e, in basso, sui mezzi pubblici. Qui sotto, da sinistra, il candidato del centrodest­ra al mercato di piazza Palermo; durante un incontro con gli alleati di Fratelli...
Nella pagina accanto, Marco Bucci cammina in via XX settembre, nel centro di Genova e, in basso, sui mezzi pubblici. Qui sotto, da sinistra, il candidato del centrodest­ra al mercato di piazza Palermo; durante un incontro con gli alleati di Fratelli...
 ??  ?? La bandiera della città di Genova e il motto Femmo tornâ Zena superba
campeggian­o sulla cravatta del candidato del centrodest­ra Marco Bucci.
La bandiera della città di Genova e il motto Femmo tornâ Zena superba campeggian­o sulla cravatta del candidato del centrodest­ra Marco Bucci.
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy