Panorama

Internet non parla(ancora)al femminile

Meno donne connesse, stipendi più bassi e poche impiegate nei settori It. Così la Ue corre ai ripari.

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La nuova «malattia» che affligge le donne si chiama «gender digital divide». Perché la disparità d’accesso alle tecnologie ormai non è più solo tra una zona e l’altra del Paese, ma si fa sempre più marcata anche tra uomo a donna. «L’Unesco ha creato un gruppo di lavoro proprio su questo tema lo scorso settembre» ricorda Elena Centemero ( foto sotto), deputata di Forza Italia e presidente della Commission­e equality and non discrimina­tion del Consiglio d’Europa, «una decisione presa dopo che il differenzi­ale nell’accesso al web tra uomini e donne ha toccato nel mondo l’11 per cento, valore che sale fino al 29 per cento nei Paesi a più recente sviluppo». Un esempio pratico? Si stima che le donne dotate di smartphone, cioè il più comune strumento per andare online nei Paesi sviluppati, siano almeno 200 milioni in meno rispetto agli uomini.

Ancora più sostanzial­i le differenze se si prende in consideraz­ione il settore dell’Informatio­n tecnology: qui le donne rappresent­ano solo il 15 per cento degli impiegati in profession­i tecniche e matematich­e e il 20 per cento dei laureati. Un problema che colpisce tutti Paesi del mondo, persino la civilissim­a Germania dove i salari delle donne che lavorano nella tecnologia sono del 24 per cento più bassi rispetto a quelli degli uomini. «Per questo è necessario un intervento specifico sia da parte delle autorità pubbliche sia di network tra le donne europee» sottolinea Centemero, tra i promotori del Comitato on equality and non discrimina­tion che si terrà a Milano il 18 e il 19 maggio al Palazzo della Regione Lombardia. E a chiedere un intervento è anche il 55 per cento dei cittadini dell’Unione europea che in un recente sondaggio hanno posto fortemente la questione di un eguale trattament­o uomo-donna, mentre la Commission­e europea fino al 2020 ha stanziato 5,85 miliardi di euro per combattere stereotipi e pregiudizi di genere.

Ma il gender gap non è solo questione di soldi. Spiega Centemero: «In realtà, ha molto a che fare con la percezione che le donne hanno delle loro capacità: sono tanti gli studi che dimostrano come sottostima­no i loro skills e per questo sono meno competitiv­e rispetto ai colleghi maschi». (M.B.)

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