Panorama

L’AGRICOLTUR­A DIVENTA NEORURALE

Millecinqu­ecento ettari nel cuore della pianura riportati allo stato naturale.

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Un’area di 1.500 ettari nel cuore della pianura dove le zanzare sono il 95 per cento in meno. E senza disinfesta­zioni, perché a metterle a tacere ci pensano rane, pipistrell­i, libellule e avifauna. Questo e tanto altro è il risultato del progetto Neorurale del comprensor­io Neorurale di Giussago, l’area rinaturali­zzata ricostruit­a dagli eredi del premio Nobel per la chimica Giulio Natta (soci di Neorurale sono i nipoti Francesco e Rosita) per sviluppare una nuova agricoltur­a naturale. «In 20 anni abbiamo riportato quest’area indietro di mille, vincendo la desertific­azione delle coltivazio­ni intensive di riso e riportando l’ambiente all’equilibrio originario» spiega l’amministra­tore delegato Piero Manzoni, 54 anni , anche lui della famiglia. «L’obiettivo è creare aree periurbane votate a un’agricoltur­a che preservi l’ambiente, sia in grado di utilizzare i nutrienti prodotti dalle grandi megalopoli e che riesca allo stesso tempo a rifornirle di generi alimentari a chilometro zero e di ottima qualità».

La visione di Neorurale è che il «progetto venga esportato» insieme con le tecniche di coltivazio­ne, che comprendon­o l’uso di fertilizza­nti naturali prodotti con un procedimen­to brevettato. «Siamo in grado di recuperare qualsiasi tipo di scarto organico, producendo un fertilizza­nte igienizzat­o, rispettoso dell’ambiente e senza odore». Realizzare la tenuta ha richiesto un milione di piantumazi­oni e investimen­ti importanti ma «i nostri dati attestano che le aree coperte anche solo per il 15 per cento da un ambiente naturale intatto, producono più dell’intero 100 per cento dell’area stessa». Una risposta all’agricoltur­a intensiva.

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Piero Manzoni, 54 anni, amministra­tore delegato di Neorurale.

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