Do you speak Brexit?
IL FATTO Uno dei temi più delicati sul tavolo dei negoziatori della Brexit riguarda il capitolo finanziario. I rappresentanti delle istituzioni comunitarie sostengono che la Gran Bretagna, pur uscendo dall’Unione europea, debba comunque farsi carico di una serie di impegni che erano stati presi in passato dal governo britannico. Per una cifra non ancora quantificata con precisione, ma che si preannuncia astronomica: si arriva a parlare di 100 miliardi di euro. Londra non ci sta e sostiene che i suoi obblighi sono estremamente ridotti. La questione sarà probabilmente tra le più difficili da risolvere, anche perché molti inglesi hanno votato Brexit proprio per non dare più denaro alle casse comunitarie e il conto presentato da Bruxelles sembra una vera e propria beffa.
Il funzionario indossò la sua faccia più seria quando sedette al tavolo delle consultazioni. Sembrava un film: da una parte loro, i funzionari dell’Ue incaricati di redigere il conto da presentare ai britannici, dall’altra parte i rappresentanti di chi aveva scelto la Brexit. «Buongiorno.» Nessuno dall’altra parte del tavolo si sentì in obbligo di rispondergli.
Di colpo, gli tornarono in mente stralci di un passato che credeva sepolto.
Aveva ventuno anni, erano a Londra e lei lo piantò per uno di Chelsea appena conosciuto.
Aveva quarant’anni e, durante una revisione, un funzionario inglese aveva commentato: «Rivediamo i suoi conti, degli italiani non ci si può fidare». La finale persa ai rigori contro il Liverpool. Poggiò sul tavolo la relazione, aprì bocca per parlare e, dall’altra parte, uno di loro si accese una sigaretta. Allora lui ebbe la certezza che tutto, di colpo, era perfetto, come se i pianeti si fossero allineati in quel preciso istante e il passato fosse esistito per condurlo lì, da quella parte del tavolo, pronto a presentare il conto. E parlò, e fu come se le parole venissero da un altro tempo, quando lui aveva sedici anni ed era andato alla prima manifestazione a urlare degli slogan, quando i padroni si chiamavano ancora padroni e contestare in piazza era il sistema più efficace per rimorchiare.
Erano le stesse parole eppure ora assumevano un significato più pieno e giusto.
Si schiarì la voce e disse semplicemente: «Pagherete caro, pagherete tutto».
Si alzò e uscì.