Bergoglio-Trump: la difficile udienza
Dopo le (tante) tensioni tra i due, il 24 maggio il Papa riceverà il presidente Usa. E gli parlerà di poveri e migranti.
Di che cosa parleranno Donald Trump e Papa Francesco il 24 maggio in Vaticano? L’interrogativo circola da giorni tra i Sacri Palazzi, anche se Oltretevere sanno bene che cosa il Pontefice argentino «dirà al capo della Casa Bianca». In primo luogo gli ricorderà «dei bisognosi», sulla scia di quanto lo stesso Bergoglio disse dopo l’elezione di Trump: «Spero che si ricordi dei poveri». Una speranza che, però, Trump finora ha deluso abolendo, tra l’altro, l’Obamacare, l’assistenza sanitaria varata dal predecessore per aiutare le fasce sociali più deboli. Una scelta non apprezzata dal Papa, che qualche domandina in merito la porrà, accanto ad altre tematiche come i migranti, l’ambiente, la messa al bando delle armi, il terrorismo. Ma non si parlerà di guerre di religione: «Chi uccide in nome di Dio bestemmia» ha sempre sostenuto Bergoglio in modo definitivo.
Tra i due, in verità, regna la diffidenza, non c’è mai stato grande feeling. Specialmente sull’uso delle armi come il Moab («Mi sono vergognato del nome dato a una bomba: la madre di tutte le bombe» ha denunciato il Pontefice) e sull’accoglienza ai rifugiati. Bergoglio, infatti, criticherà ancora il muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico. Già in piena campagna elettorale per le presidenziali americane, Trump, poco elegantemente, invitò il Pontefice a parlare solo di fede e a lasciar perdere la politica. Una gaffe che lo stesso Trump in seguito cercò di rimediare esternando la sua ammirazione per Francesco.
Tuttavia, anche la prossima udienza è stata preceduta da una gaffe della Casa Bianca, quando in un primo annuncio sulla partecipazione di Trump al G7 siciliano di Taormina aveva escluso una tappa in Vaticano. Sarebbe stato il primo presidente statunitense dell’ultimo mezzo secolo a non chiedere udienza al Papa durante un viaggio in Italia. Lo sgarbo è stato evitato in extremis soltanto grazie ai buoni uffici della nunziatura pontificia di Washington, anche se per prassi, puntualizzano in Vaticano, la Santa Sede non chiude le porte a nessuno: sono i capi di Stato e governanti che devono chiedere udienza al Papa. Non viceversa. E Trump l’ha chiesta. Ma sarà ricevuto alle 8,30, un’ora piuttosto insolita. (Orazio La Rocca)