Panorama

Tempo scaduto per Mps

Il conto per Mps sale. Le venete rischiano il bail in. Così si cerca di limitare i danni con pasticci fiscali.

- Di Oscar Giannino

Protrarre i negoziati con l’Europa, impedire che il nodo delle banche arrivi al dunque con effetti sgradevoli per il Pd. In più, una freschissi­ma pessima figura del governo con una norma di aiuto fiscale alle banche non dichiarata, e scritta coi piedi. È il copione dei delicati dossier di Monte Paschi, Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Prima si doveva evitare ogni contraccol­po sul referendum del 4 dicembre. Poi sulle primarie del Pd. Le conseguenz­e sono solo negative. A luglio 2016 sembrava che a Mps bastassero 2,5 miliardi di capitale. A fine anno il fabbisogno era a 5 miliardi. Da marzo la valutazion­e è di 8,8 miliardi. Ma nessuno sa davvero quanti ne serviranno, perché dopo l’ultima trimestral­e il coefficien­te patrimonia­le Cet 1 è riprecipit­ato al 6,5 rispetto al 10,75 per cento chiesto dalla Bce.

Il procedere del tempo e le maxi perdite delle due venete hanno bruciato del tutto i miliardi che avevano portato il Fondo Atlante a diventarne azionista, e nel frattempo non si è messo mano ai costi. Siena rientra nei casi di «aumento di capitale precauzion­ale» a sostegno pubblico previsti dalla Ue, ma la reale solvibilit­à delle venete è molto più dubbia ed è ancora tutt’altro che escluso il bail in, cioè colpire anche gli obbliga- zionisti. Ed è proprio ciò di cui hanno sempre avuto paura Renzi e il Pd. Tanto è sembrato strano a Bruxelles che i mesi passassero invano, che la Vigilanza europea ha esplicitam­ente detto: «Sono le autorità italiane a prendere tempo». Ora è scoppiata la grana del maxi aiuto fiscale alle banche nei guai. Nella manovrina, per far cassa si è ridotto l’incentivo fiscale Ace alla capitalizz­azione delle società. Con effetto retroattiv­o, diminuendo da 7 a 5 anni il vecchio regime di incentivi, significa per quest’anno un maxi aiuto a chi più ha proceduto ad aumenti di capitale: cioè appunto le banche scassate. Per Siena, quasi 900 milioni di bonus fiscale, per le due venete 4-600 milioni. Se la norma è venuta da una manona anonima per aiutare le banche zoppe, era una manona ignorante: i pregressi interventi della Vigilanza Ue sulle banche spagnole dicono che l’80 per cento di quel beneficio non verrebbe contabiliz­zato nel patrimonio. Se invece il governo ha scritto la norma senza rendersi conto dell’effetto, siamo all’imbecillit­à pura. Perché alle autorità europee è arrivato il segnale di una rabbrivide­nte superficia­lità di ministero e Bankitalia. E tutto per non dar noia al Pd.

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