Charlie Hunnam: non sono così macho
Era la prima scelta per Cinquanta sfumature di grigio (che ha snobbato). Adesso l'attore inglese arriva al cinema con il muscolare King Arthur in cui brandisce «la spada nella roccia» e diventa re. Ma se gli chiedi della mascolinità ti cita indipendenza d
Vediamo se sarò finalmente ricordato per un film che ho fatto davvero e non per un film che ho rifiutato», esclama con tipico umorismo british Charles Hunnam detto Charlie, 37 anni, eletto sulla fiducia «attore del 2017» al recente CinemaCon di Las Vegas, dove gli esercenti scoprono i film della nuova stagione. Hunnam, un fusto di un metro e 85 per 90 chili, biondo, occhi azzurri, fino a poco tempo fa era conosciuto come quello che ha rinunciato a girare Cinquanta sfumature
di grigio tre settimane prima dell'inizio delle riprese. Oggi è protagonista di una serie di film meno «hot» ma altrettanto di richiamo. Il primo è ora nelle sale: l'action movie King Arthur - Il
potere della spada di Guy Ritchie, regista che da par suo (è quello di Sherlock Holmes) ha preso una storia classica trasformandola in un'esperienza di cinema adrenalinico. Dal 22 giugno, poi, il richiestissimo Charlie Hunnam arriverà con Civiltà perduta (biopic sulle spedizioni in Amazzonia dell'esploratore Percival Fawcett, con Robert Pattinson e Sienna Miller), e in autunno con il remake di Papillon. Per cui,
se finora lo definivano il nuovo Brad Pitt, ora rischia di diventare anche il nuovo Steve McQueen, l'originale Papillon degli anni Settanta. Hunnam è nato a Newcastle in Inghilterra, città operaia di 70mila abitanti, ma vive a Los Angeles dal 2004. Si è sposato giovanissimo e ha presto divorziato. È diventato popolare grazie alle sette stagioni della serie tv Sons of anarchy, su una banda di bikers californiani. Ha fatto anche il modello: Emporio Armani e, di recente, Calvin Klein con la pubblicità supersexy del profumo Reveal, insieme alla top olandese Doutzen Kroes. Come ha fatto a diventare un archetipo come Re Artù? Trasformandomi in uno stalker. Da bambino ho amato il cartoon La spada nella roccia, ma da adolescente sono stato fulminato dal film Excalibur. L'avrò visto 40 volte. Quando ho saputo che Ritchie preparava una nuova versione, ho deciso che dovevo dare una mano al destino. Cioè? Sono cresciuto con i suoi film, Lock & Stock - Pazzi scatenati, Snatch - Lo strappo... È inglese come me, e tutti mi dicevano che eravamo fatti per diventare amici. Il problema era che non l'avevo mai incontrato, per cui mi sono pagato di tasca mia l'aereo da Los Angeles a Londra. Abbiamo parlato per un'ora, di tutto meno che del film, era molto interessato alla legge californiana sull'uso medico della marijuana. Alla fine mi ha detto: «Torna domani per il provino, spero proprio che reciti bene quanto parli». Missione compiuta… Non potevo fallire: il suo era un Re Artù diverso dal solito, un orfanello cresciuto in un bordello senza conoscere il suo lignaggio regale, un attaccabrighe di strada tutto muscoli. Purtroppo io, in quel periodo, avevo perso dieci chili per un altro film. L'unica, quindi, è stata fare lo spaccone. Ho detto a Ritchie: «So che ci sono altri due attori in ballo (l'inglese Henry Cavill, cioè Superman, e l'australiano Jay Courtney), mettici insieme in una stanza, e quello che esce in piedi ha la parte». Lei è veramente così macho? No, anzi, penso che la virilità non dipenda dai muscoli, ma dall'indipendenza di pensiero, dal codice d'onore e dalla sintonia anche col proprio lato femminile. E che non vadano repressi né i sentimenti né la vulnerabilità. Io mi sono sempre considerato un esistenzialista. Perché ha rinunciato a Cinquanta sfumature di grigio? Una concomitanza di fattori. Stavo finendo Sons of anarchy e c'era pochissimo tempo per prepararmi. I romanzi erano così famosi che permettevano poca libertà di manovra. E oltretutto, subito dopo, mi aspettavano sul set di Crimsom Peak di Guillermo Del Toro. Avevo anche appena perso mio padre, per la prima volta ho capito cosa fosse un attacco di panico. Non è che volesse evitare l'etichetta di oggetto sessuale, cinematograficamente parlando? Il mio primo serial tv è stato Queer as folk, tematica gay. Se a 18 anni ero nudo insieme a un uomo, a 35 potevo esserlo con una donna, no? Da quel punto di vista, non ho più niente da nascondere.