CHE COSA SUCCEDERÀ
IL PARERE DI PABLO SIMÓN sociologo dell’Università Carlos III di Madrid.
In nessun partito socialdemocratico europeo un segretario generale come Pedro Sánchez è stato deposto per favorire il governo del suo principale avversario. Uno choc che il Psoe non ha ancora assorbito. In Gran Bretagna i moderati del Labour ci provarono con Corbyn, senza successo. Sánchez vuole riprendersi i voti persi a sinistra, ma è presto per sapere se migliorerà i rapporti con Podemos. Il rischio di elezioni anticipate non c’è: Rajoy è pronto a approvare la finanziaria con l’aiuto delle formazioni parlamentari minori. Una proroga gli permetterà di andare avanti almeno fino al 2019.
IL PARERE DI RICCARDO REDAELLI Direttore del Master in Middle Eastern Studies Università Cattolica.
Anche le migliori strategie hanno bisogno del sostegno continuato nel tempo degli attori locali. Che in questi anni è mancato, per l’estrema debolezza dei governi libici, la corruzione delle istituzioni nordafricane e il prevalere di interessi particolari: tribù, clan e gruppi non-statuali. Roma conta sulla sua capacità di coordinare questo insieme disparato di forze, spesso direttamente coinvolte nella tratta. Fondamentale sarà il sostegno internazionale, con aiuti concreti per premiare gli attori virtuosi e penalizzare i peggiori. Scommettendo sulla nascita di una politica migratoria europea finalmente integrata.
IL PAERE DI MARK KAYSER professore di Politiche comparative alla Hertie School of Governance di Berlino.
Sondaggi e risultati regionali mostrano che i tedeschi sono in sostanza contenti. Salvo imprevisti, l’Spd ha pochissime possibilità di vittoria. Lo «Schulz effekt» si riscontra, a breve, in tutte le candidature. Dopo l’iniziale entusiasmo all’idea di un cambiamento, l’elettore ragiona in termini più concreti. L’Spd ancora non è riuscita a trovare un argomento forte agli occhi dell’elettorato. Ci prova spingendo sull’introduzione di un matrimonio gay identico a quello canonico, ma difficile che sposti tanti voti: un suo accesso al governo come partito di minoranza è la prospettiva più realistica.