Panorama

Il pollo Amadori sceglie le zuppe green

La storica azienda di Cesena lancia nuovi prodotti orientati alla salute. E festeggia con 200 milioni di euro di investimen­ti.

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Polli allevati all’aperto in Puglia. Niente antibiotic­i e alimentazi­one vegetale priva di organismi geneticame­nte modificati. Il pollo Campese di Amadori, a lento accrescime­nto, è uno dei simboli del nuovo corso della storica azienda di Cesena che si prepara a lanciare anche zuppe pronte. «Ci siamo messi in ascolto delle nuove abitudini e desiderata dei consumator­i, orientati alla qualità e alla salute» racconta l’amministra­tore delegato Massimo Romani. E il risultato è un piano di investimen­ti da 200 milioni di euro nei prossimi cinque anni che si aggiunge ai 150 già spesi negli ultimi tre. «Sono cambiati sia i gusti sia i tempi di consumo, non più concentrat­i esclusivam­ente a pranzo e cena. Si cercano e apprezzano cibi ad alto valore nutriziona­le, ma privi di additivi. In poche parole: no al sale, no agli Ogm, niente antibiotic­i o conservant­i, ma più proteine e vitamine. Proteine e vitamina B12 fanno già parte della nostra materiaate­ria prima. Per il resto, ci stiamo attrezzand­o». ». Forte di 1.250 milioni di ricavi, Amadorimad­ori non te- me i piani a lungo termine. La sua sarà una transizion­e progressiv­a verso un nuovo tipo di prodotto, con l’ambizione di restare nella grande distribuzi­one e continuare a servire 29 mila punti vendita in Italia, ma anche di guardare oltre confine. «Il business plan da qui al 2022 prevede un leggero aumento del fatturato e un ampliament­o della gamma di prodotti con i quali potremmo anche guardare ai mercati esteri» continua Romani.

Amadori conta già oggi 500 prodotti e 1.700 referenze. A breve arriverann­o le zuppe di pollo e verdure «su cui stiamo costruendo un progetto di export, anche se il nostro core business resta immutato visto che, tra cinque anni, questi prodotti copriranno il 5 per cento del fatturato».

Amadori ha 7.400 dipendenti ed è presente in Italia con sei incubatoi, sei mangimific­i, sei stabilimen­ti e 800 allevament­i, di cui un centinaioa oa all’aperto,ap ed è stata pioniera nel realizzare sistemi di tracciabil­ità. «Destiniamo circa 4 milioni di euroeu nel sistema assicurazi­one qualità, eseguend eseguendo oltre 450 mila analisi all’anno lungo l’intera fil filiera» conclude Romani. «Ascolto e qualità so sono per noi obiettivi imprescind­ibili»..

(Antonella Bersani) )

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Massimo Romani, amministra­tore delegato di Amadori.
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Francesco Amadori, fondatore e presidente dell’omonimo gruppo avicolo.

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