Panorama

La class action dei vitalizi

Maurizio Paniz, avvocato veneto, ama vincere le cause perse. Così l’ex deputato Pdl ha accettato di difendere una trentina di ex colleghi parlamenta­ri e oltre cento consiglier­i regionali che vogliono far valere i loro diritti acquisiti. Più che un ricorso

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La causa è difficile. «Ma legittima». Impopolare. «Sicurament­e». Ha tutti contro. «Le sfide mi entusiasma­no». Ma questa è una vetta. «Sono un alpino». È una controvers­ia da panico, anzi, da Paniz. «Eccomi!». Sconvolti dalla possibilit­à di perdere il vitalizio, gli ex deputati e gli ex consiglier­i regionali hanno deciso. «Mi hanno chiamato e io ho accettato». Avvocato di Belluno, («Ho uno studio legale con oltre 40 profession­isti»), ex parlamenta­re del Pdl per tre legislatur­e, («Ho servito il Paese»), Maurizio Paniz è stato incaricato dai reduci della democrazia di proteggerl­i dalle riforme pensionist­iche, di preservarl­i dai contributi di solidariet­à, di conservarl­i dai morsi di Luigi Di Maio che promette: «Se lo stop ai vitalizi verrà sabotato, sarà l’Armageddon». Lei è l’uomo dei processi impossibil­i. Nelle grandi partite scendono in campo i grandi giocatori. Questa volta rischia di non raggiunger­e neppure lo spogliatoi­o. Il popolo è infuriato. Marcia su Montecitor­io. Vuole i nomi degli irriducibi­li che non vogliono rinunciare al vitalizio. Non li dirò. Uno almeno… Va bene. Peppino Gargani ( deputato Dc dal ‘72 al ‘94 e poi europarlam­entare, ndr) . Ma sia chiaro. Ho fatto il suo nome solo perché è stato il primo a uscire allo scoperto. Quanti sono gli ex parlamenta­ri, ed ex consiglier­i regionali che si sono rivolti a lei per essere difesi? Non ho una cifra esatta. Ci bastano le dimensioni del fenomeno. Ma bisogna fare distinzion­i. La materia è in effetti complessa e vasta.

TAGLIANDO DI NETTO LE INDENNITÀ, IL RISCHIO È CHE LA POLITICA SE LA POSSANO PERMETTERE ESCLUSIVAM­ENTE I RICCHI

Di più. In termini giuridici si dice che la materia non ha precedenti. Pretendiam­o un numero. Trenta ex parlamenta­ri. 70 consiglier­i del Friuli Venezia Giulia; 60 del Veneto. Ma ci sono anche consiglier­i dell’Emilia Romagna e della Basilicata. Più che un ricorso sembra una class action! È una protesta che accomuna sia la destra che la sinistra. Anche parlamenta­ri del M5s l’hanno contattata per scongiurar­e i prossimi tagli? Diciamo che ho parlato con più di uno... A proposito. Anche lei percepisce il vitalizio. Duemila euro circa. Non trova che sia il più odioso tra i privilegi? E io invece credo che sia uno dei valori della democrazia insieme all’autonomia dal Parlamento. È pronto a difenderlo di fronte a un tribunale? Non solo. Anche di fronte ai lettori? Ci provi. Strumento di democrazia oltre che garanzia nella scelta dei candidati. L’alternativ­a sarebbe la democrazia per censo, la repubblica di classe. Volete tornare alla democrazia per abbienti? Obiezione. Vi anticipo. Mi direte «la quantità del vitalizio». Com’è possibile che alcuni parlamenta­ri ricevano quelle cifre? E perché alcuni possono andare in pensione a 40 anni? E ancora. Perché alcuni consiglier­i hanno ricevuto un vitalizio per aver partecipat­o a una sola seduta? Bene. Anche io lo trovo sbagliato. Esatto. Ma lei, così, anziché vincere rischia di perdere! Eh no. Adesso vi chiedo: e allora tutti i funzionari pubblici, i cosiddetti baby pensionati, che negli anni ’60 sono andati in pensione con soli sedici anni di contributi riscattand­o gli anni di laurea e il servizio militare? Ditemi. Non lo trovate un abuso? Non lo trovate indegno? Certo che sì! Anche io. Ma dunque anche lei è d’accordo. Anche lei è contro i vitalizi? Eh no. Ah. Questo è per dimostravi che ci sono stati eccessi d’epoca. Ma il fatto che ci siano stati non significa che si possano eliminare con un tratto di penna. Diritto acquisito uguale diritto conquistat­o. Lo dice pure la Corte europea. E allora che si fa? Si aspetta che muoiano e si riparte da capo. Quindi dobbiamo sperare in un’ecatombe? No. Ci indichi una soluzione. Il sistema dei vitalizi si può modificare. Ecco. Ci dica come. Mai in maniera retroattiv­a. Mai in corso di partita. È in conflitto con le prerogativ­e democratic­he. Eh no. Anche la Corte costituzio­nale ha sancito che il contributo di solidariet­à, varato dal governo Letta nel 2014, è valido. Vero. Vedo che lo riconosce. Alt. La Corte Costituzio­nale ha però stabilito che il contributo di solidariet­à è legittimo ma in una sola occasione, nel rispetto dei principi di eguaglianz­a, temporanei­tà e conformità. Tutti principi rispettati. No. Prendiamo il principio d’eguaglianz­a. Perché prelevare del denaro solo ai deputati e consiglier­i regionali del passato? E quelli in carica? E ancora perché il contributo si deve applicare solo ai deputati e non ai senatori? Bisognerà pure iniziare, non crede? Sono d’accordo. C’è chi si spinge a pensare che l’incarico politico dovrebbe essere gratuito. Non mi vede contrario. Ma lei è proprio un avvocato! Ma a questo punto vi chiedo: chi accetterà di far politica? Solo chi dispone di importanti mezzi finanziari. Come si vuole dimostrare, si torna a quanto dicevo prima. Togliendo i vitalizi e l’indennità, il rischio è che la politica se la possano permettere esclusivam­ente i ricchi. Eppure ci sarebbe un’altra soluzione. Quale? Possiamo riconoscer­e ai deputati un’indennità pari alla loro ultima dichiarazi­one dei redditi o a quella degli ultimi tre anni. Nel suo caso è meglio di no. Da parlamenta­re era il quinto per reddito. Nel 2012 ha dichiarato 1,4 milioni di euro. Sono partito da zero, anzi da sotto zero. Genitori insegnanti di lettere. Da ragazzo non potevo permetterm­i neppure di sciare. Solo lavoro, tanto lavoro. A cui si aggiungono i ricorsi per salvare i vitalizi. Ricorsi che non si sa a chi presentarl­i. Anche lei si affida al Tar per salvare i suoi clienti? Non solo. La materia dei vitalizi investe molteplici uffici. Sono quattro gli uffici che possono occuparsen­e: Tar, giudice ordinario, giudice del lavoro e Corte dei Conti. Ci sono argomenti per sostenere la

causa in tutti e quattro. In Friuli se ne è occupato il giudice ordinario mentre in Veneto la Corte dei Conti. E poi rimane la Cassazione dove lei dicono sia un fuoriclass­e. Grazie... Cassazione che finora non si è espressa. Stiamo attendendo le risposte definitive. Ma vi voglio avvisare. Naturalmen­te. Il populismo non ha limite. Anche se si tagliasser­o stipendi e vitalizi, ci sarà sempre qualcuno che chiederà di più. Ma lei ha difeso pure i documentar­isti e i barbieri della Camera che guadagnava­no più di 160 mila euro l’anno. Ho difeso i funzionari. Unilateral­mente si era deciso di dimezzare i loro stipendi. Chiedo a chiunque: accetteres­te di farvi dimezzare stipendio e ferie di punto in bianco? Scoppiereb­be la rivoluzion­e. Forse a quelle cifre chiunque accettereb­be. Voglio ricordare che il personale della Camera è di qualità elevatissi­ma e merita quello stipendio. Alla Camera si decidono le sorti del Paese. Ha pure difeso gli ordini profession­ali. Insomma, è un conservato­re? Credo che siano organi di rappresent­anza. Se questo significa essere conservato­re, ebbene lo sono. Memorabile la sua arringa alla Camera quando difese Silvio Berlusconi sulla vicenda Ruby. Il suo video è ancora virale. Sia la Corte d’appello di Milano che la Corte di cassazione mi hanno dato ragione. Ho solo anticipato il verdetto. Prima del suo ingresso in politica, tutti la conoscevan­o per avere fatto scagionare l’ingegnere Elvo Zornitta, per la cronaca «Unabomber». Quando accettai la difesa, alcuni clienti mi dissero che avrei perso la mia immagine pubblica. A quel tempo, venne il padre di Zornitta a chiedermi di aiutarlo. Ho creduto nell’innocenza di suo figlio. Come si è visto, non è stato un errore. È vero che ha fatto assolvere perfino Alberto Tomba che, in auto, aveva aggirato la coda con un lampeggian­te? È vero. E abbiamo anche concluso brillantem­ente il processo per il lancio della coppa contro un giornalist­a. In parlamento, oltre che per i suoi processi, è famoso per la sua passione juventina. Sono un ex presidente del Juventus club di Montecitor­io. Gioco ancora a calcio. Ruolo? Centravant­i. Numero 9. La settimana scorsa ho giocato con Zinédine Zidane. Ritornando ai codici e ai tribunali. È pure l’avvocato di Leonardo Del Vecchio, il patron di Luxottica. Diciamo che ho clienti importanti... Quante pratiche dibatte ogni anno? Quasi 1.500. Ha rifiutato di assumere qualche difesa? La prima che rifiutai riguardava un ladro. Aveva rubato delle stelle alpine. Sono un ecologista. E poi non accetto i ladri e tutto il penale delinquenz­iale. Con la sua tenacia potrebbe riaprire i grandi processi della Storia. Per gioco ho provato a difendere Muhammar Gheddafi. Leggendo la mia arringa, non si può che riconoscer­ne la validità. Con lei anche Socrate si sarebbe salvato. Mi sarebbe bastato citare la sua massima: «Conosci te stesso». Giovanna d’Arco? Ma come si è potuto non guardarla in volto e capire che fosse innocente? Martin Lutero? Sarebbe stato bellissimo difenderlo... Un magnifico processo. La regina Maria Antonietta? Uhm... Forse non avrei accettato la difesa. Saddam Hussein? Al contrario di Gheddafi, mi sarebbe venuto difficile dibattere. Anche in questo caso avrei rifiutato l’incarico. Galileo Galilei? Lo ha difeso la Storia. Non resta che Barbablù, l’uomo che «mangiava» le mogli… Difenderlo. E perché? Che ha fatto...?

 ??  ?? Panorama di due numeri fa ha dedicato la storia di copertina alla corsa ai vitalizi dei consiglier­i regionali.
Panorama di due numeri fa ha dedicato la storia di copertina alla corsa ai vitalizi dei consiglier­i regionali.
 ??  ?? A destra, Maurizio Paniz, 69 anni, si scalda prima di una partita di calcio. A sinistra, durante un’udienza in tribunale.
A destra, Maurizio Paniz, 69 anni, si scalda prima di una partita di calcio. A sinistra, durante un’udienza in tribunale.
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