Panorama

EasyJet prende la patente Ue per volare senza problemi

Con un costo di 10 milioni di sterline la compagnia aerea inglese aggira il problema-Brexit e ottiene la certificaz­ione di volo europea. E intanto fa un pensierino sull’Alitalia...

- (Martino Cavalli - da Tolosa)

La Brexit? Né hard né soft. EasyJet ha trovato una soluzione diversa per risolvere il problema. Solo un po’ di burocrazia, qualche perdita di tempo, e una decina di milioni di sterline spese. «Tra pochi giorni» assicura a Panorama Carolyn McCall, che guida la compagnia low cost inglese «arriverà la certificaz­ione che ci consentirà di volare in Europa come una compagnia della Ue a tutti gli effetti, anche se la Gran Bretagna non ne farà più parte». Ma come? I timori della comunità finanziari­a, la Borsa, i vostri concorrent­i Ue che gongolavan­o… Sta dicendo che avete già risolto tutto così facilmente? In effetti non è stato così facile. Abbiamo iniziato a lavorarci subito dopo l’esito del referendum, quindi esattament­e un anno fa. E che cosa avete fatto? EasyJet ha in Europa 4 mila dipendenti (tutti assunti con contratti nazionali) e 120 aerei, dunque in questi Paesi abbiamo potuto presentarc­i come una compagnia locale, cioè Ue, e non britannica. Questo che cosa significa? Abbiamo chiesto, e a brevissimo la riceveremo, l’Air operator’s certificat­e (Aoc). In pratica avremo un easyJet con certificaz­ione inglese, uno Ue, e un altro svizzero, che peraltro avevamo già. Abbiamo solo dovuto riorganizz­are l’azienda in modo un po’ diverso. Ci sono stati dei costi amministra­tivi, ma tutto sommato limitati. Quanto vi è costato? Dieci milioni di sterline. Insomma, con 10 milioni avete dimostrato l’inutilità della Ue! Non voglio dire questo. Atterriamo in Italia. Per voi la crisi di Alitalia è una bella occasione… Sicurament­e, ma non voglio aggiungere altro. Il governo italiano ci ha chiesto la più totale riservatez­za sulla questione e io voglio farlo. Altri invece hanno fatto molte dichiarazi­oni su Alitalia… Non mi interessa. A noi di easyJet piace rispettare le regole e lo facciamo anche in questa occasione.

Comunqueso­ggetti che fate hanno parte presentato­di quella una trentina manife-di stazioneSì, è vero, di ma interesser­ipeto, non per aggiungoAl­italia, giusto?altro. Dare niente, un’occhiataMa cambiamo comunque argomento.non costa Siete pronti a fare feederaggi­o ( trasportar­e passeggeri verso l’aeroporto di partenza, ndr) per altre compagnie, come le nuove low cost, quelle che volano verso l’America? Sì, è una nuova opportunit­à che ci interessa. In Italia, Norwegian airlines potrebbe fare un accordo con Ryanair, il vostro principale concorrent­e. Norwegian sta parlando con tutti e non c’è ancora assolutame­nte nulla di definito. Ma questo è il futuro per la nuova generazion­e delle low cost? Noi vogliamo essere la compagnia preferita, non la low cost preferita. È diverso. Intanto in Italia continuate a crescere. Avete deciso di aprire un volo Londra-Olbia. Sì, abbiamo molte aspettativ­e sulla Sardegna e speriamo anche di riuscire a dare un contributo per allungare la stagione turistica, che è davvero troppo corta. Gli enti locali vi hanno dato un contribuit­o? No, in linea di principio siamo contrari a finanziame­nti pubblici di marketing territo- riale. materia, Comunquech­e vannoci sono ovviamente­delle regole rispettate.Ue in A Milano la società di gestione della Sea ha deciso di fare importanti investimen­ti a Malpensa, dove avete la vostra seconda più importante base europea. Non siete soddisfatt­i del vostro terminal? In effetti Malpensa è molto, ma molto, lontana dai nostri standard. Vorremmo portare il terminal 2 all’altezza del nostro Terminal 4 di Londra Gatwick. A Londra avete cofinanzia­to i lavori? Neanche un pound. Cento per cento a carico dell’aeroporto. Invece investite in nuovi aerei… Sì, abbiamo appena ricevuto il nuovo Airbus A320 neo, un aereo che ci consentirà di migliorare l’efficienza della flotta e porterà a un risparmio di costo per posto offerto fino al 7 per cento. Così potremo continuare a offrire tariffe convenient­i. Ma non è tutto. Che altro? Abbiamo deciso di convertire un ordine di 30 Airbus A320neo in altrettant­i A321neo con 235 posti anziché 185. La prima consegna è prevista per luglio 2018. Questo ci permette di aumentare i posti a parità di aerei, che in aeroporti particolar­mente trafficati è l’unica via per crescere.

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Carolyn McCall, da sette anni alla guida di easyJet.
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