Panorama

Il bonus per i diciottenn­i ha fatto flop

Il 30 giugno scade il «voucher giovani» da 500 euro. Su 290 milioni erogati, finora i ragazzi ne hanno utilizzati appena 62.

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Bonus, mancia o paghetta? Ai diciottenn­i poco importa. La prova? Un anno fa l’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, destinò ai più giovani un premio di 500 euro da spendere in cultura. Tuttavia, su 574 mila aventi diritto soltanto 380 mila hanno richiesto l’identità digitale (Spid) per incassare la somma. Non solo. Per ottenere l’autorizzaz­ione a spendere è necessario anche effettuare un secondo passaggio, che consiste nell’utilizzare le credenzial­i Spid per accreditar­si sulla piattaform­a dedicata www.18App.it. Appena 347 mila neo maggiorenn­i lo hanno fatto. E così da novembre a oggi, ovvero da quando la «paghetta» è entrata in vigore, sono stati impiegati 62 milioni di euro sui 290 a disposizio­ne. Un flop.

I ragazzi che hanno compiuto 18 anni nel 2016 (anche stranieri) hanno tempo fino al 31 dicembre di quest’anno per usare i buoni-acquisto. Ma chi non si registrerà sulla piattaform­a www18App.it entro la fine di giugno verrà automatica­mente tagliato fuori

dalla platea dei beneficiar­i. Inizialmen­te, peraltro, il limite massimo era stato fissato al 31 dicembre 2016, per poi essere spostato in avanti considerat­o lo scarso entusiasmo manifestat­o dai ragazzi. Si stima, ottimistic­amente, che nel 2017 verranno utilizzati appena 173 dei 290 milioni erogati, ovvero il 60 per cento delle risorse stanziate.

Pure gli esercenti hanno mostrato una certa fred

dezza: poco meno di 7 mila quelli che hanno deciso di accettare i buoni. I voucher possono essere impiegati per l’acquisto di libri, biglietti di cinema e teatro o per l’ingresso a musei, mostre, concerti, eventivent­i culturali, gallerie, aree archeologi­che e parchi naturali. ali. Avranno diritto al bonus anche coloro che compiranno nno 18 anni nel 2017 ma, a differenza dei ragazzi che lii hanno preceduti, potranno usare i 500 euro anche per comprare dischi e dvd. Evidenteme­nte il governo spera di rimediare con la musica. (Francesco ncesco Bisozzi) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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