Il grande bluff autostradale
Completata (a chiacchiere) da Matteo Renzi, inaugurata materialmente da Paolo Gentiloni, la Salerno-Reggio Calabria è lontana dall’essere ultimata: mancano 58 chilometri. Intanto code e incidenti, anche mortali, sono la normalità.
So che non ci crederete, ma il 22 dicembre inaugureremo la Salerno-Reggio Calabria». Il 22 febbraio del 2016 Matteo Renzi regalò una delle sue incredibili promesse ai giornalisti della stampa estera. I quali, di rimando, risero assai di gusto. Quelli che si divertono, replicò stizzito l’allora premier, «saranno costretti a fare la Salerno-Reggio Calabria e guiderò io». Poi, il 22 dicembre, è arrivato davvero e il neo-presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, tagliando il nastro dell’autostrada «completata», si è spinto a dichiarare «guerra al luogo comune della Salerno-Reggio Calabria, uno dei luoghi comuni più forti del nostro Paese. E lo facciamo con sobrietà».
Sei mesi dopo il doppio bluff è stato svelato nel modo peggiore, con l’ennesimo incidente stradale, questa volta mortale, che il 25 giugno ha provocato la morte di quattro persone nella galleria Jannello, tra gli svincoli di Laino Borgo e Mormanno. Un incidente avvenuto all’interno di un cantiere dove si viaggiava a doppio senso a causa dei lavori in corso. E già, perché «l’autostrada del Mediterraneo» (come è stata ribattezzata) è ancora incompleta e ci vogliono circa tre miliardi di euro per finirla per davvero (il calcolo e di un pugno di consiglieri regionali calabresi del Partito democratico, cioè del partito di Renzi e Gentiloni). Documenti dell’Anas alla mano, mancano 58 chilometri di tre differenti tratti che oggi appaiono tra i più pericolosi, molti senza corsia di emergenza, con curve a gomito, gallerie strette e asfalto da rifare: 21 da Mormanno Calabro a Firmo, 26 da Cosenza Sud ad Altilia e 11 tra Pizzo Calabro e Sant’Onofrio. Anche questi tratti dovevano essere ammodernati, a partire da quello molto trafficato da Cosenza Sud ad Altilia, esattamente «dallo svincolo di Rogliano allo svincolo di Altilia», recita l’articolo 3 del decreto Sblocca Italia del 2014, valutato tra gli interventi «appaltabili entro il 30 aprile 2015 e cantierabili entro il 31 agosto 2015». Tuttavia, nessuno ha più parlato del mancato completamento neanche quando, il 19 gennaio 2016 a causa di una nevicata, centinaia di automobilisti rimasero bloccati per dieci ore, con i mezzi di soccorso che non riuscivano a raggiungerli.
Dopo Pasqua, su quegli stessi tratti è incominciata un’opera di manutenzione straordinaria, che prevede soprattutto il rifacimento della pavimentazione stradale e degli impianti nelle gallerie, senza però migliorarne il tracciato. Panorama ha percorso i 436 chilometri dell’autostrada e può confermare che, se i grandi cantieri sono scomparsi, se ne trovano diversi, «a singhiozzo» in cui si creano incolonnamenti anche di molti chilometri. Spesso bisogna cambiare corsia e viaggiare a doppio senso anche nelle numerose gallerie, che talvolta hanno una scarsa illuminazione. I maggiori problemi si riscontrano nei tratti Atena Lucana-Padula, Laino Borgo–Mormanno, Morano- Frascineto, Cosenza-Rogliano e PizzoSant ’Onofrio. «Si tratta di cantieri mobili» spiega l’ingegner Giuseppe Ferrara, coordinatore della Salerno-Reggio per l’Anas, «perché su queste tratte stimo facendo manutenzione ordinaria e straordinaria, soprattutto interventi di ripristino pavimentazione stradale e sottopav imentazione, rifacimento degli impianti nelle gallerie, manutenzione su scarpata, per tratti che in totale non superano i 30 chilometri». Incolonnamenti esclusi. Assicura l’ingegnere: «Questi cantieri entro il 20 luglio saranno tutti sospesi per riprendere a settembre».
Quanto ai restanti lavori di adeguamento, Giuseppe Ferrara anticipa che «è stata chiusa la gara per il restyling della tangenziale di Reggio Calabria dove c’è un ricorso e attendiamo la sentenza del Consiglio di Stato per ottobre. E poi progettiamo interventi in variante sulla tratta Artilia-Cosenza, dove non c’è stato ammodernamento».
Insomma più che un’autostrada, quella Mediterranea, appare un grande gioco dell’oca. Dove spesso si torna, fatalmente, alla casella di partenza.