La ricerca sul cancro ha bisogno di noi
Donare il 5 per mille ai progetti dell’Airc è un gesto fondamentale per aiutare tutti: scienziati e pazienti.
Il tumore è un nemico complesso, sfuggente, insidioso, capace di mettere in atto strategie sempre nuove per sopravvivere e crescere, a spese del nostro organismo. Per questo la ricerca oncologica deve essere incessante, creativa, tecnologicamente all’avanguardia. E per raggiungere obiettivi di rilievo, capaci di fare la differenza per i pazienti, deve poter contare su finanziamenti significativi. Buona parte di questi vengono dal 5 per mille destinato ogni anno, da circa 1,7 milioni di italiani, all’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro): fondi grazie ai quali, precisa Niccolò Contucci, direttore generale dell’Airc, «la ricerca oncologica italiana è competitiva al livello internazionale. Nel 2016, grazie anche al 5 per mille, abbiamo erogato 102 milioni di euro, messi a disposizione degli scienziati migliori».
Per fare qualche esempio: quest’anno si stanno concludendo due programmi sullo studio molecolare del tumore e la diagnosi precoce (iniziati nel 2010 e nel 2011), i cui risultati passeranno dai laboratori al letto dei pazienti. Il gruppo dell’immunologo Alberto Mantovani, come racconta Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico Airc, lavorando sull’immunoterapia ha portato ad applicazioni importanti nel trapianto del midollo osseo. «Non solo. A Firenze l’équipe di Ales- sandro Vannucchi ha identificato un difetto molecolare nei disordini mieloproliferativi, e questo ha permesso di categorizzare meglio i malati e di trattarli in modo personalizzato» continua Caligaris Cappio. In modo analogo, altri ricercatori (Robin Foà del Policlinico di Roma e Paolo Comoglio all’Istituto dei tumori di Candiolo) hanno individuato con precisione particolari sottogruppi di pazienti che (nei tumori del sangue e del colon retto) non rispondevano ai farmaci tradizionali e andavano curati in modo diverso.
«Un altro beneficio è la possibilità di formare e reclutare giovani, che sono il futuro della ricerca » sottolinea Caligaris Cappio. «Senza contare che ognuno di questi progetti del 5 per mille proviene da gruppi e città diverse, si è creata una rete nazionale di scienziati che hanno imparato a fare sistema». «La ricerca biomedica» conclude Contucci «per definizione realizza vantaggi che hanno un impatto globale. Una nuova scoperta diventa un punto di arrivo universale. Ma per giungere a scoprire l’efficacia di quella molecola o di quel farmaco, occorrono anni di studi, di sperimentazioni, impiego di nuove tecnologie, che oggi rappresentano il discrimine per la produzione di vero progresso scientifico. Tutto ciò ha un costo elevato, al di sotto di una certa soglia di investimenti le scoperte non vanno avanti. Per questo donare con continuità ad Airc per la ricerca sul cancro è così importante. Per tutti, scienziati e pazienti».