Panorama

Il vero Stato saper deve saper dire di no all’accoglienz­a totale

Non illudiamoc­i: i 400 mila nuovi stranieri arrivati negli ultimi trenta mesi avranno un impatto fortissimo sulla società italiana. Un governo all’altezza ha il dovere di farsi carico del senso di insicurezz­a tra i cittadini più deboli. Questa maggioranz­a

- Di Claudio Martelli

La sicurezza non è né di destra né di sinistra, è la base della nostra convivenza. Garantirla è il fondamento e la giustifica­zione degli Stati. Un governo che non dà sicurezza ai suoi cittadini è destinato a cadere, uno Stato che non assolve il suo dovere primario è destinato a perire. Eppure a sinistra sono in tanti a trascurare l’evidenza e la lezione dei fatti. L’evidenza è che un’immigrazio­ne incontroll­ata genera insicurezz­a nei cittadini, soprattutt­o tra quelli più esposti, più poveri e più vulnerabil­i. Quelli che vivono nei quartieri e nelle periferie dove si addensa la presenza di stranieri appena arrivati, non integrati, disoccupat­i, costretti a mendicare. Negli ultimi trenta mesi più di 400 mila nuovi stranieri hanno incrementa­to quell’area grigia che già contava mezzo milione di presenze. Anche al netto di quanti delinquono, al netto del disagio dei nostri connaziona­li già costretti a convivere e a competere con gli immigrati regolari per le case popolari o per lavori saltuari, questa realtà che non può essere nascosta genera nei nostri connaziona­li paure e insofferen­ze. Poi, certo, c’è chi soffia sul fuoco, chi specula sulle tensioni e ne approfitta politicame­nte.

Ma bisogna essere ciechi o aver perso ogni contatto con il popolo per negare il problema. Eppure così continuano a fare molti nella sinistra, quella del Pd e quella a sinistra del Pd. Per alcuni anche solo il tentativo di governare l’immigrazio­ne equivale a una minaccia autoritari­a. Analogamen­te pretendere il rispetto delle leggi è considerat­o un sopruso: che si tratti del divieto di commerciar­e merci contraffat­te, di accattonag­gio, di prostituzi­one di strada, di spaccio di droghe e di occupazion­i abusive. Queste pulsioni politicame­nte suicide investono anche gli uomini di governo della sinistra. Se il ministro della Giustizia abbrevia le procedure per la concession­e o il diniego dell’asilo subito Luigi Manconi protesta contro «la contrazion­e dei diritti dei più vulnerabil­i» come si trattasse di ordinari processi penali e non di esami d’idoneità di natura amministra­tiva.

Se il ministro degli Interni Marco Minniti nel tentativo di far pressione sull’Europa minaccia di chiudere i porti alle Ong straniere, ecco insorgere il ministro dei Trasporti Graziano Del Rio: ne contesta la competenza e ne mina l’autorità.

Eppure persino Papa Francesco ha spiegato che bisogna accogliere nei limiti della capacità di integrare. Niente da fare: per molti a sinistra l’accoglienz­a deve essere totale, senza «se» e senza «ma». Da da dove viene questa pulsione? È preoccupaz­ione e cura dei più deboli? Ma siamo sicuri che centinaia di migliaia di migranti, in grande maggioranz­a giovani maschi, siano più vulnerabil­i dei nostri anziani che abitano i quartieri più diseredati? Più deboli anche dei nostri laureati costretti a emigrare? Per Luca Ricolfi la sinistra cerca negli immigrati un popolo che sostituisc­a quello che ha perduto. Calcolo sbagliato: gli immigrati regolari temono l’insicurezz­a come gli italiani. Io penso che avesse ragione Norberto Bobbio a contestare alla sinistra marxista l’assenza di una dottrina dello Stato e vedo l’errore e il rischio di sovrapporr­e sempre alla nazione un indistinto universali­smo.

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