Il vero Stato saper deve saper dire di no all’accoglienza totale
Non illudiamoci: i 400 mila nuovi stranieri arrivati negli ultimi trenta mesi avranno un impatto fortissimo sulla società italiana. Un governo all’altezza ha il dovere di farsi carico del senso di insicurezza tra i cittadini più deboli. Questa maggioranza
La sicurezza non è né di destra né di sinistra, è la base della nostra convivenza. Garantirla è il fondamento e la giustificazione degli Stati. Un governo che non dà sicurezza ai suoi cittadini è destinato a cadere, uno Stato che non assolve il suo dovere primario è destinato a perire. Eppure a sinistra sono in tanti a trascurare l’evidenza e la lezione dei fatti. L’evidenza è che un’immigrazione incontrollata genera insicurezza nei cittadini, soprattutto tra quelli più esposti, più poveri e più vulnerabili. Quelli che vivono nei quartieri e nelle periferie dove si addensa la presenza di stranieri appena arrivati, non integrati, disoccupati, costretti a mendicare. Negli ultimi trenta mesi più di 400 mila nuovi stranieri hanno incrementato quell’area grigia che già contava mezzo milione di presenze. Anche al netto di quanti delinquono, al netto del disagio dei nostri connazionali già costretti a convivere e a competere con gli immigrati regolari per le case popolari o per lavori saltuari, questa realtà che non può essere nascosta genera nei nostri connazionali paure e insofferenze. Poi, certo, c’è chi soffia sul fuoco, chi specula sulle tensioni e ne approfitta politicamente.
Ma bisogna essere ciechi o aver perso ogni contatto con il popolo per negare il problema. Eppure così continuano a fare molti nella sinistra, quella del Pd e quella a sinistra del Pd. Per alcuni anche solo il tentativo di governare l’immigrazione equivale a una minaccia autoritaria. Analogamente pretendere il rispetto delle leggi è considerato un sopruso: che si tratti del divieto di commerciare merci contraffatte, di accattonaggio, di prostituzione di strada, di spaccio di droghe e di occupazioni abusive. Queste pulsioni politicamente suicide investono anche gli uomini di governo della sinistra. Se il ministro della Giustizia abbrevia le procedure per la concessione o il diniego dell’asilo subito Luigi Manconi protesta contro «la contrazione dei diritti dei più vulnerabili» come si trattasse di ordinari processi penali e non di esami d’idoneità di natura amministrativa.
Se il ministro degli Interni Marco Minniti nel tentativo di far pressione sull’Europa minaccia di chiudere i porti alle Ong straniere, ecco insorgere il ministro dei Trasporti Graziano Del Rio: ne contesta la competenza e ne mina l’autorità.
Eppure persino Papa Francesco ha spiegato che bisogna accogliere nei limiti della capacità di integrare. Niente da fare: per molti a sinistra l’accoglienza deve essere totale, senza «se» e senza «ma». Da da dove viene questa pulsione? È preoccupazione e cura dei più deboli? Ma siamo sicuri che centinaia di migliaia di migranti, in grande maggioranza giovani maschi, siano più vulnerabili dei nostri anziani che abitano i quartieri più diseredati? Più deboli anche dei nostri laureati costretti a emigrare? Per Luca Ricolfi la sinistra cerca negli immigrati un popolo che sostituisca quello che ha perduto. Calcolo sbagliato: gli immigrati regolari temono l’insicurezza come gli italiani. Io penso che avesse ragione Norberto Bobbio a contestare alla sinistra marxista l’assenza di una dottrina dello Stato e vedo l’errore e il rischio di sovrapporre sempre alla nazione un indistinto universalismo.