Coltiviamo i buoni rapporti con il mondo
L’agricoltura italiana deve diventare sempre più globale. E il Ceta, l’accordo di libero scambio con il Canada appena siglato, è un’occasione per tutelare le nostre eccellenze alimentari e aumentare le esportazioni. Con l’eliminazione completa delle tarif
La nostra recente assemblea all’Auditorium Parco della musica di Roma è stata organizzata a cento giorni dalla mia elezione ed è stata l’occasione di fare il punto sui temi dell’attualità agricola, soffermandosi sull’accordo di libero scambio con il Canada. Non c’è dubbio che il mercato dell’agricoltura italiana sia - e debba essere - necessariamente uno: il mondo.
Quello di Confagricoltura sul Ceta (Comprensive economic and trade agreement) è, in generale, un giudizio positivo, perché apre interessanti e concrete opportunità commerciali per migliaia di produttori di latte, vino, ortofrutta, olio e altre eccellenze del nostro agroalimentare. L’agricoltura è un business, guarda lontano e come tale va sviluppata in un’ottica globale. Solo partendo da questa convinzione riusciremo a cogliere a pieno le opportunità del Made in Italy. È sotto gli occhi di tutti come, con questa lunghissima crisi economica, siano calati i consumi interni. I mercati esteri, come il Canada, che vanta una buona ricchezza pro capite e un grande potere d’acquisto, sono quindi fondamentali per l’agroeconomia.
Il fatto che l’approvazione e la ratifica di questo accordo non si siano fermate in un momento nel quale i segnali di chiusura e protezionismo di alcuni Paesi – ultimi gli Stati Uniti – si fanno forti, dimostra inequivocabilmente come la volontà di apertura dei mercati sia ancora una positiva determinazione a livello internazionale. Che va colta. È importante che sia stato confermato il concetto di tutela delle Indicazioni geografiche dell’Unione europea in Paesi terzi e che sia stato unificato l’Accordo generale e quello specifico per il vino e gli alcolici, razionalizzando e armonizzando, quindi, la materia. Analizzando i singoli comparti, per il vino italiano, presente sul mercato canadese al pari di quello francese e di quello americano, è prevista l’eliminazione completa delle tariffe, la tutela di tutte le nostre denominazioni e un generale miglioramento delle attuali condizioni esistenti. Per il settore lattiero-caseario va messo in evidenza come già oggi l’Italia sia al primo posto per le esportazioni in Canada e con l’accordo ci sarà, senza dubbio, un effetto positivo sulle vendite dei nostri prodotti, con il conseguente rafforzamento della nostra presenza nei mercati di quest’area.
L’effetto fondamentale di questo accordo è che, finalmente, un Paese terzo con un mercato importante come quello canadese abbia riconosciuto il principio tutela delle indicazioni geografiche europee. Per Confagricoltura la competitività è motore di sviluppo per le imprese e il territorio. Perciò non siamo mai stati contrari ai negoziati bilaterali tra l’Unione europea e i Paesi terzi, convinti che il libero scambio delle merci anche a livello internazionale sia la condizione fondamentale per la sussistenza delle imprese ed il loro sviluppo economico. Queste considerazioni, abbinate a un sano buon senso che richiamo con piacere, ci permetteranno d’impedire che vengano svenduti o anche solo sottostimati i nostri capolavori, quelli dell’agricoltura italiana.