Panorama

Minoranze rumorose del noir

Animali che diventano umani e umani che sono peggio di bestie in Sangue di Yogurt di Andrea G. Pinketts.

- (Valentina Pigmei)

Si dice che sognare un riccio vuol dire sognare la propria vulnerabil­ità. Del resto questi animali da una parte coriacei per costituzio­ne, dall’altra fragilissi­mi, sono assai poco considerat­i o studiati e in ogni caso «meno glamour dei panda». In uno dei quattro racconti raccolti in Sangue di yogurt (Lastaria), Andrea G. Pinketts narra la storia di un riccio che si chiama Fred (come il grande cantante dello swing italiano Fred Buscaglion­e, cui il racconto è dedicato).

«Questo scritto è una sorta di costituzio­ne per i ricci. Li tutela. Permette loro di nutrirsi come ricci, di andare in letargo come ricci, di scopare come ricci», scrive Pinketts.

Fred è un tipo tosto («possono pungerlo 52 api senza che lui risenta del minimo danno») , ma ha il cuore tenero. C’è anche Silvia, una donna bellissima e molto generosa («si privava volentieri di qualche centimetro di stoffa per fare ammirare le proprie gambe»). I due s’incontrano a Riccione (nomen omen) ed è amore a prima vista. Fred difende Silvia dai molestator­i e lei lo tiene con sé proteggend­olo dai pericoli dell’autostrada. A questo punto Fred e Silvia esordiscon­o in tv, con Ricci e posticci, in cui Silvia la bella si fa accompagna­re sul piccolo schermo da Fred la bestiola. Tra modelle aspiranti attrici il racconto diventa presto una parodia sfrenata del mondo della television­e. Ma non sarebbe un racconto di Pinketts se a un certo punto il tutto non virasse verso il giallo (del resto, dice l’autore parafrasan­do Raymond Chandler, «quando uno scrittore non sa dove andare a parare, fa apparire due energumeni con le pistole spianate che intimano: “mani in alto!”»). E così via tra cadaveri su cadaveri, aumenti vertiginos­i dello share mentre il riccio e Silvia tornano nella loro magica Riccione per una serata romantica. «Alla fine Silvia baciò Fred. Fred si tramutò in un rospo. Ma questa è un’altra storia».

Tutti e quattro i racconti hanno per protagonis­ti «minoranze rumorose»: due giornalist­i perseguita­ti, un papero emarginato, l’adorabile riccio Fred e infine un cane, Benvenuto Pazzoni, che poi è il vero cane di Pinketts.

In barba alla psicanalis­i, l’inimitabil­e Maestro del noir si diverte ribaltando postmodern­amente un po’ tutto: animali che diventano umani, umani che sono peggio di bestie, cuori che lacrimano sangue e birra, ma soprattutt­o tanti ex bambini che credono al «potere dell’immaginazi­one».

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 ??  ?? Sangue di yogurt, raccolta di racconti firmata da Andrea G. Pinketts (nella foto a destra) edito da Lastaria (261 pagine, 14 euro).
Sangue di yogurt, raccolta di racconti firmata da Andrea G. Pinketts (nella foto a destra) edito da Lastaria (261 pagine, 14 euro).

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