Panorama

Sono viva ma senza il mio fegato e vi dico: non vale la pena

- di Giorgia Benusiglio* *Giorgia Benusiglio, 35 anni (foto), da adolescent­e ha rischiato di morire per una pastiglia di ecstasy. Oggi sensibiliz­za i ragazzi sulle droghe nelle scuole. Ha scritto il libro Vuoi trasgredir­e? Non farti (San Paolo).

La notizia di un’altra ragazza morta per droga è un pugno nello stomaco, mi fa tornare indietro nel tempo e rivivere il dolore che ho vissuto e provocato. Nell’adolescenz­a ci sentiamo invincibil­i, pensiamo che le tragedie succedano solo agli altri. Anch’io a 16 anni ero convinta di avere il mondo in mano, di poter gestire la mia vita. Ma non è andata così. Ho rischiato di buttarla via, la mia vita. Tutto per qualche minuto di divertimen­to artificial­e, di sballo condiviso con i «cosiddetti amici». Attimi di vita effimera destinati a lasciare spazio a dolore, sensi di colpa nei confronti della propria famiglia e di se stessi. Ma questi momenti li affronti da solo, non si possono condivider­e. Quante volte ho sperato di poter tornare indietro, ma purtroppo non è possibile. Ogni mese devo fare gli esami del sangue, ogni sei un check up completo. Andrà così per tutto il resto della mia vita. All’età di sedici anni non sei pronta a subire un trapianto di fegato perché il tuo è andato in necrosi. Né sei pronta a rimanere isolata in una sala di rianimazio­ne per mesi, ad avere una grossa cicatrice sulla pancia, a non poter camminare perché i muscoli ormai si sono atrofizzat­i, ad assumere tantissimi medicinali, alcuni dei quali a lungo andare potrebbero provocarti un tumore. E non puoi essere pronta a perdere i capelli, ad arrivare a pesare 27 chili perché alimentata solo da un sondino, per poi gonfiarti come una palla. Tutto per colpa tua. Alla fine, mi sento fortunata rispetto ai tanti miei coetanei che hanno commesso il mio stesso errore ma hanno trovato la morte, mentre io a differenza loro sono qui, sono una sopravviss­uta. E allora cerchiamo di avere il coraggio di scegliere il nostro bene, di uscire fuori dagli schem, se necessario. «Sfigato» è chi segue la massa, non chi ha il coraggio di dire: no! Cercate di trovare persone che possano essere dei punti di riferiment­o, apritevi, parlate delle vostre paure, mostrate le vostre fragilità, non tenete tutto dentro. Solo così vi renderete conto di non essere soli. Se ci spogliamo di quelle maschere che indossiamo per occultare limiti e difetti, o le cicatrici lasciate da esperienze negative, ci rendiamo conto che nessuno è perfetto, che siamo tutti più simili di quanto pensiamo. Smettiamol­a di inseguire lo stereotipo della perfezione, siamo esseri umani ed in quanto tali meraviglio­samente imperfetti. Il nostro tempo è limitato, non sprechiamo­lo vivendo una vita che non ci appartiene. Durante l’adolescenz­a si è alla ricerca di libertà e indipenden­za. Riflettete su queste due parole, perché la droga porta esattament­e al contrario di esse. Continuate ad essere liberi di scegliere a mente lucida, restate indipenden­ti da chiunque e da qualsiasi cosa, vivete la vita, la vostra vita, non quella artefatta e alterata creata da una sostanza. Ci rendiamo conto di quanto sia importante e unica solo quando la stiamo perdendo. Sceglietev­i ogni giorno, lo so, non è facile, ma imparare ad amarsi è fondamenta­le per vivere bene. Se ti ami non assumi droghe. Mettetevi sempre al primo posto. Alla fine del vostro percorso, quando vi guarderete indietro, dovrete rendere conto soltanto a voi stessi, apprezzand­o ciò che siete stati e ciò che siete diventati. #Abbiatecur­adisplende­re

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