Panorama

Imparate da Masha di Ottavio Cappellani

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IL FATTO Nei giorni scorsi, nel piccolo centro di Villavalle­longa, Parco nazionale d’Abruzzo, un esemplare di orso marsicano di 3 anni, è entrato dentro un’abitazione in piena notte, spaventand­o la famiglia che all’interno stava dormendo. Lo scrittore Ottavio Cappellani racconta la disavventu­ra dal punto di vista dell’orso Mario, questo il nome del plantigrad­e. Il quale, tutt’altro che intenziona­to a far del male, si giustifica con il fatto che l’ormai quotidiana convivenza nella zona con gli umani l’ha un po’ confuso. Così deve prendere atto che le favole, anche quelle in forma di cartone animato che pure lui apprezza, non corrispond­ono alla realtà. Purtroppo.

Mi chiamo Mario. Volevo chiedere scusa alla famiglia che ho spaventato. Non pensavo di essere un animale tanto spaventevo­le. Forse ho turbato quelle persone perché non ho bussato alla porta, ma era tardi e non volevo svegliare.

Sapete, sono un orso marsicano, siamo animali notturni e a volte la notte lassù nel parco ci si annoia. Così faccio spesso una passeggiat­ina a Villavalle­longa. Voi non mi vedete perché ho un passo felpato e perché non voglio disturbare. Ma a volte me ne sto lì, in silenzio, ad ascoltare i rumori che vengono dalle case: mi piacciono, sono luminosi e colorati. Il rumore che mi piace di più è «Masha e Orso», troppo forte Masha.

L’altra sera mi sono un po’ perduto, può capitare a un piccolo orso esplorator­e, o «confidente» come lo chiamate voi: gli uomini mi sembrano simpatici, e come non potrebbero esserlo se hanno creato quella birbante di Masha!

Insomma, mi sono perduto e avevo un po’ di famina. Così pensavo di non fare nulla di male entrando in una cantina, cercando la dispensa (e che dispensa, c’erano anche le torte) e poi passando per il bagno a lavarmi le mani e i denti: sono un orso educato io.

Davvero non lo riesco a capire tutto il disturbo che ho causato e me ne dispiaccio sinceramen­te. Ero convinto che tutti gli essere umani fossero come Masha! Invece non è così. Voi umani siete molto complicati. Chiedo ancora scusa e me ne torno nel parco.

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