Panorama

LE MERAVIGLIE CHE NON TI ASPETTI ( OLTRE ALLE SPIAGGE) THAILANDIA

Trekking nei boschi, percorsi fluviali, piantagion­i di caffé, villaggi dove il tempo si è fermato al XIII secolo. Racconto di un tour fuori dai tradiziona­li itinerari.

- di Marco Sartori

Iviaggi sono i quadri della nostra vita», scriveva un anonimo poeta. Una definizion­e che descrive alla perfezione la Thailandia del nord che, per le sue sfumature di colore, ricorda le pennellate di un dipinto impression­ista. Quando si dice Thailandia, in genere, il pensiero atterra subito sulle spiagge. Quasi tutti i viaggi in questo paese hanno sabbie bianche e mare cristallin­o come meta. Ma la Thailandia del Nord, quella fuori dai tradiziona­li itinerari, ha un fascino che

lascia senza fiato per l’enorme varietà di attrazioni naturali, aree incontamin­ate, montagne e colline lussureggi­anti che si alternano a giungla tropicale, fiumi e cascate.

Panorama è stato proprio in questa Thailandia che non ti aspetti. E quello che segue è il diario di viaggio. Ma, per chi legge, può diventare un buon pretesto per partire e trasformar­si in esplorator­e.

Atterrati a Bangkok bisogna prendere un volo interno di circa un’ora che porta a Chiang Mai, la più grande città della Thailandia del nord situata vicino alle montagne più elevate del paese (Doi Inthanon). Molti viaggiator­i si fermano a Chiang Mai più di quanto previsto inizialmen­te, rapiti dal suo fascino, dall’atmosfera incantata che vi si respira e dalla deliziosa cordialità della popolazion­e locale: d’altronde non c’è modo migliore di apprezzare un territorio e un viaggio se non intreccian­dosi con la gente del luogo.

Da qui si parte per addentrars­i nel Doi Inthanon National Park, soprannomi­nato il tetto della Thailandia, dove si spalancano spettacola­ri cascate e grotte che si estendono per più di 10 chilometri all’interno della montagna Doi Chiang Dao. Durante l’inverno, quando la temperatur­a scende e si avvicina allo zero, i thailan-

desi qui celebrano, in allegria, l’arrivo del gelo. In passato questa zona era parte del cosiddetto Triangolo d’oro dove si produceva l’oppio. Oggi, invece, è noto perché è divenuto centro di ricerca per un’ampia varietà di colture quali caffè, riso e frutta.

Chiang Mai, antica città affacciata sul fiume Ping, offre molte sorprese oltre al clima piacevole e agli abitanti dalla cultura nobile: è la terra dove viene praticato uno speciale massaggio (dimenticat­e quelli a sfondo sessuale per cui è tristement­e nota la Thailandia). Chi lo riceve non è nudo, ma deve indossare abiti in seta purissima: il rito è frutto di una tradizione millenaria. Da provare quelli del Rarinjinda Resort, un rifugio incantato in una casa di tek thailandes­e antica 140 anni. Chiang Mai vanta il maggior numero di templi: il più antico tra questi è il Wat Chiang Man, risalente al XIII secolo, in cui si conservano statue di Buddha in marmo e cristallo.

Proseguend­o verso sud, si arriva a Lampang, situata nel bacino del fiume Wang e crocevia di culture e civiltà differenti. Qui l’influenza birmana nell’archi- tettura è predominan­te. Assolutame­nte da visitare il tempio Wat Phra That Lampang Luang, situato su una collina a circa 20 chilometri dal centro cittadino, che risale al 1476 e rappresent­a uno dei più antichi edifici in legno della Thailandia. Gli affreschi all’interno raccontano storie della vita di corte e suggestive immagini del Buddha.

Ma è il Wat Chalerm Phra Kiat il tempio che più «avvicina al paradiso».

Per raggiunger­lo, infatti, bisogna arrampicar­si su una scalinata in ferro che porta ad oltre 800 metri di altezza. Ma ne vale la pena. Arrivati in cima si è pervasi da un mistico senso di pace e armonia interiore. Lampang è una perfetta combinazio­ne di cultura e natura, dove si assaporano piatti tipici a base di pesce accompagna­ti da stravagant­i cartocci di larve e cavallette.

Proprio qui, nel mezzo di un paradiso a cielo aperto, si incontra Don Bruno, un sacerdote padovano doc che ha messo su una vera e propria produzione di caffé pregiato chiamato Caffè Bruno, una miscela per intenditor­i che viene esportata e venduta. Con il ricavato questo singolare missionari­o da 17 anni mantiene e gestisce una scuola con oltre 800 giovani studenti delle tribù locali.

Scendendo più a sud, si raggiunge la città di Sukhothai e il suggestivo parco archeologi­co Sri Satchanala­i Historical Park, con influenze di architettu­re khmer e cingalesi. Un luogo che è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Qui si respira la storia della Thailandia attraverso le rovine di quella che nel XIII secolo è stata la capitale del regno Thai.

Per rigenerars­i dalle fatiche del viaggio consigliam­o una sosta al Legenda Sukhothai Hotel. Una struttura di lusso in un contesto bucolico che fa dei trattament­i rilassanti il suo must.

Prendendo un mezzo di trasporto locale e percorrend­o una strada altamente scenografi­ca si arriva al villaggio Ban Na Ton Chan, culla di una famosa fibra tessile trattata col fango e patria di due specialità culinarie. La prima è a base di riso macinato e cotto con varie verdure. Il tocco finale è dato da un uovo al vapore adagiato in cima. La seconda prelibatez­za si chiama Kuaytiao Bae, ovvero noodle (gli antenati degli spaghetti) su un letto di crema di riso bianca e densa.

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Tappe imperdibil­i ( 1) Super scenografi­co lo spostament­o da Chiang Mai a Chiang Rai risalendo il fiume Fiume Kok in barca. ( 2) Per raggiunger­e il villaggio di Mae Khlang Luang si può effettuare (serve la guida) un percorso di trekking attraverso la...
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Mare di nebbia Doi Inthanon National Park Qui si viene al mattino presto per ammirare il mare di nebbia dal picco più alto del paese. (2.650 metri)

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