LE MERAVIGLIE CHE NON TI ASPETTI ( OLTRE ALLE SPIAGGE) THAILANDIA
Trekking nei boschi, percorsi fluviali, piantagioni di caffé, villaggi dove il tempo si è fermato al XIII secolo. Racconto di un tour fuori dai tradizionali itinerari.
Iviaggi sono i quadri della nostra vita», scriveva un anonimo poeta. Una definizione che descrive alla perfezione la Thailandia del nord che, per le sue sfumature di colore, ricorda le pennellate di un dipinto impressionista. Quando si dice Thailandia, in genere, il pensiero atterra subito sulle spiagge. Quasi tutti i viaggi in questo paese hanno sabbie bianche e mare cristallino come meta. Ma la Thailandia del Nord, quella fuori dai tradizionali itinerari, ha un fascino che
lascia senza fiato per l’enorme varietà di attrazioni naturali, aree incontaminate, montagne e colline lussureggianti che si alternano a giungla tropicale, fiumi e cascate.
Panorama è stato proprio in questa Thailandia che non ti aspetti. E quello che segue è il diario di viaggio. Ma, per chi legge, può diventare un buon pretesto per partire e trasformarsi in esploratore.
Atterrati a Bangkok bisogna prendere un volo interno di circa un’ora che porta a Chiang Mai, la più grande città della Thailandia del nord situata vicino alle montagne più elevate del paese (Doi Inthanon). Molti viaggiatori si fermano a Chiang Mai più di quanto previsto inizialmente, rapiti dal suo fascino, dall’atmosfera incantata che vi si respira e dalla deliziosa cordialità della popolazione locale: d’altronde non c’è modo migliore di apprezzare un territorio e un viaggio se non intrecciandosi con la gente del luogo.
Da qui si parte per addentrarsi nel Doi Inthanon National Park, soprannominato il tetto della Thailandia, dove si spalancano spettacolari cascate e grotte che si estendono per più di 10 chilometri all’interno della montagna Doi Chiang Dao. Durante l’inverno, quando la temperatura scende e si avvicina allo zero, i thailan-
desi qui celebrano, in allegria, l’arrivo del gelo. In passato questa zona era parte del cosiddetto Triangolo d’oro dove si produceva l’oppio. Oggi, invece, è noto perché è divenuto centro di ricerca per un’ampia varietà di colture quali caffè, riso e frutta.
Chiang Mai, antica città affacciata sul fiume Ping, offre molte sorprese oltre al clima piacevole e agli abitanti dalla cultura nobile: è la terra dove viene praticato uno speciale massaggio (dimenticate quelli a sfondo sessuale per cui è tristemente nota la Thailandia). Chi lo riceve non è nudo, ma deve indossare abiti in seta purissima: il rito è frutto di una tradizione millenaria. Da provare quelli del Rarinjinda Resort, un rifugio incantato in una casa di tek thailandese antica 140 anni. Chiang Mai vanta il maggior numero di templi: il più antico tra questi è il Wat Chiang Man, risalente al XIII secolo, in cui si conservano statue di Buddha in marmo e cristallo.
Proseguendo verso sud, si arriva a Lampang, situata nel bacino del fiume Wang e crocevia di culture e civiltà differenti. Qui l’influenza birmana nell’archi- tettura è predominante. Assolutamente da visitare il tempio Wat Phra That Lampang Luang, situato su una collina a circa 20 chilometri dal centro cittadino, che risale al 1476 e rappresenta uno dei più antichi edifici in legno della Thailandia. Gli affreschi all’interno raccontano storie della vita di corte e suggestive immagini del Buddha.
Ma è il Wat Chalerm Phra Kiat il tempio che più «avvicina al paradiso».
Per raggiungerlo, infatti, bisogna arrampicarsi su una scalinata in ferro che porta ad oltre 800 metri di altezza. Ma ne vale la pena. Arrivati in cima si è pervasi da un mistico senso di pace e armonia interiore. Lampang è una perfetta combinazione di cultura e natura, dove si assaporano piatti tipici a base di pesce accompagnati da stravaganti cartocci di larve e cavallette.
Proprio qui, nel mezzo di un paradiso a cielo aperto, si incontra Don Bruno, un sacerdote padovano doc che ha messo su una vera e propria produzione di caffé pregiato chiamato Caffè Bruno, una miscela per intenditori che viene esportata e venduta. Con il ricavato questo singolare missionario da 17 anni mantiene e gestisce una scuola con oltre 800 giovani studenti delle tribù locali.
Scendendo più a sud, si raggiunge la città di Sukhothai e il suggestivo parco archeologico Sri Satchanalai Historical Park, con influenze di architetture khmer e cingalesi. Un luogo che è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Qui si respira la storia della Thailandia attraverso le rovine di quella che nel XIII secolo è stata la capitale del regno Thai.
Per rigenerarsi dalle fatiche del viaggio consigliamo una sosta al Legenda Sukhothai Hotel. Una struttura di lusso in un contesto bucolico che fa dei trattamenti rilassanti il suo must.
Prendendo un mezzo di trasporto locale e percorrendo una strada altamente scenografica si arriva al villaggio Ban Na Ton Chan, culla di una famosa fibra tessile trattata col fango e patria di due specialità culinarie. La prima è a base di riso macinato e cotto con varie verdure. Il tocco finale è dato da un uovo al vapore adagiato in cima. La seconda prelibatezza si chiama Kuaytiao Bae, ovvero noodle (gli antenati degli spaghetti) su un letto di crema di riso bianca e densa.