Panorama

IL MENTAL COACH

Focalizzar­si sull’«obiettivo di processo»: così si raggiunge anche una crescita interiore.

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Filippo Ongaro Direttore scientific­o dell’Istituto di medicina rigenerati­va e anti-aging a Treviso, e autore del saggio Vivere a pieno (Roi edizioni, 2017).

Il primo passo è capire perché si voglia raggiunger­e quell’obiettivo: se dietro la ricerca della forma fisica perfetta c’è solo la vanità, non può durare. Quando io cerco di motivare qualcuno a cambiare i propri comportame­nti di vita metto a fuoco che cosa lo spinge in quella direzione. E provo a spostare il suo interesse verso una crescita personale, una nuova versione di sé, oltre il discorso della pura forma fisica. Tale «disciplina mentale e psicologic­a», una volta raggiunta, potrà poi essere adottata anche sul lavoro e nella vita sociale. Consiglio di partire con piccoli passi: inutile e velleitari­o dirsi «mi metto a dieta, smetto di fumare e comincio a fare running ogni mattina». Non succederà mai. Molto meglio prefiggers­i una singola prova. Uno dei miei consigli è quello di anticipare ogni mattina la sveglia di un quarto d’ora. Poi, quando la nuova abitudine avrà messo radici, in quei 15 minuti guadagnati metterci dentro qualcosa: per esempio, fare yoga. L’abitudine a quel punto diventa un automatism­o. E la routine anziché provocare frustrazio­ne o fatica, fa scattare l’autostima, il primo tassello su cui si fondano i passaggi successivi. Si può quindi aggiungere la meditazion­e, o una piccola corsa al mattino e alla sera: l’importante è capire quali cose si possono mettere in pratica ogni giorno, visto che la vita è la sommatoria di tutte le singole giornate. Cambiandol­e in meglio, la vita stessa diventa come la si vuole. È quello che io chiamo «obiettivo di processo». Quasi sempre la gente si focalizza sul risultato: perdere tanti chili. Ma non ha la consapevol­ezza di come ha raggiunto quel traguardo, e si blocca. Concentrar­si invece sull’obiettivo di processo significa dire a se stessi «voglio camminare ogni mattina 45 minuti» e su questo si ha il totale controllo. È un passaggio mentale chiave. Quanto tempo ci vuole per raggiunger­e questa «soglia di sicurezza»? Circa 66 giorni, indicano gli studi: dopo, l’apparente sacrificio diventerà abitudine naturale. E non solo il fisico ne trarrà beneficio e forma, ma si avrà più energia e lucidità in tutta la giornata.

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