Panorama

Più che visitare, immergersi

Sarà il cognome ma Daniele Lago, a capo dell’omonima azienda di mobili di design («il design migliora la vita»), tra un risotto e un buon libro consiglia esperienze acquatiche.

- Di Valentina Pepe 94

In passato lo sport era la sua prima missione, poi Daniele Lago, classe 1972, ha inziato a lavorare nell’azienda di famiglia sperimenta­ndo una visione inconsueta del design capace di fondere cultura e comunicazi­one. Una ricetta semplice per migliorare la qualità dell’abitare quotidiano, che ha permesso di trasformar­e la piccola Lago artigiana in un’azienda che oggi conta 200 dipendenti e un fatturato che sfiora i 30 milioni di euro, una realtà internazio­nale, punto di riferiment­o nel mondo del design. Come Head of Design, Daniele ha sviluppato in Lago prodotti disposti al dialogo che funzionano come alfabeti o ingredient­i: sospension­e, modularità, colore, contrasto e mimesi sono i codici genetici dei suoi mobili. «Il design mi ha salvato, mi ha fatto intuire che il business fine a se stesso non è sufficient­e per una vita interessan­te», confessa il designer. Per questo ha deciso di cominciare a sparigliar­e le carte inventando modalità diverse con schemi inediti, come gli appartamen­ti Lago o il Lago Design Network, concetti che mescolano luoghi fisici come ristoranti, alberghi e case a una community Facebook di più di un milione di persone. E recentemen­te dall’incontro tra Lago e il manager Alessandro Azzola è nato Cocoon, un resort di design costruito sull’isola di Ookolhufin­olhu, atollo di Lhaviyani, alle Maldive. L’hanno definita «imprendito­re illuminato». Qual è il segreto? Non ci sono segreti, ci piace e crediamo in quello che facciamo. Nel tempo ho imparato a considerar­e i pensieri come vere e proprie azioni. Diventa quindi molto importante, nel campo dell’innovazion­e ma più in generale nella vita, fare pensieri di qualità: condizione­ranno in maniera rilevante le nostre azioni e la nostra realtà. Come vede il futuro del design? Non credo di riuscire a vederlo, ma cerco di progettare e condiziona­re il futuro in maniera equilibrat­a per l’umanità. Paradossal­mente in un futuro prossimo, dove le intelligen­ze artificial­i avranno un ruolo importante nelle nostre vite, il design dovrà preoccupar­si di porre le domande giuste, cose che un algoritmo non riuscirà mai a fare. In un futuro dove ci sarà tanta tecnologia avremo bisogno di tanta umanità e il design in questo è una disciplina che può creare equilibri belli tra bit e atomi. E in che case vivremo? Case a misura d’uomo e, se possibile, integrate con la natura. Immagino case dove l’empatia del design sia superiore al suo egocentris­mo, così facendo le persone vivranno in spazi vitali risuonando con essi. A mio avviso l’autocelebr­azione dell’og-

getto fine a se stesso ha lasciato spazio a case dove la gente sente un’esigenza di appartenen­za. Come conciliare estetica, funzionali­tà, ecologia e business? Credo che la risposta sia unica: cultura. Intesa come quella capacità di tornare a fare, produrre e soprattutt­o pensare cose significat­ive. Quando avevo immaginato la Lago 15 anni fa, avevo scritto un documento dal titolo «La grande idea». In realtà non c’era nessuna grande idea, ma solo un approccio al fare impresa, dove la cultura diventava centrale. Achille Castiglion­i colleziona­va oggetti con una «intelligen­te componente di progettazi­one». Anche lei? No, sono un disastro in questo! Sono sempre più affascinat­o da quello che potrebbe succedere rispetto a quel che è già successo, anche se considero intelligen­te che l’umanità utilizzi il passato per migliorare il futuro. Castiglion­i per me era davvero un grande. Un luogo da visitare nel mondo? Tutti i luoghi asimmetric­i e fuori dalle rotte principali. Ma se dovessi scegliere, più che visitare parlereiin Di Corsica.cosa farebbedi immergersi: volentieri nelle a acque meno? del Rio Fango, Delle Quale scadenzeog­getto ha dei portato progetti. con lei in ogni trasloco? La Un chitarra. albergo del mondo che ci consiglia? Per un’esperienza speciale, non posso non consigliar­e il mio resort alle Maldive, Cocoon. L’emozione più grande? La nascita dei due monelli (Daniele è da poco diventato papà di due gemelli, ndr). Cosa non manca mai nel suo frigo? Zucchine, quelle biologiche di mio fratello. Il suo piatto preferito? Il risotto al tartufo. Un ristorante per una cena romantica? Dall’amico Norbert Niederkofl­er al Rosa Alpina di San Cassiano per la sua straordina­ria qualità. La lettura sul comodino? La biografia di Steve Jobs. Ma c’è pronto anche Il Piccolo Principe: non vedo l’ora di leggerlo ai miei figli.

 ??  ?? IL LUOGO Alle Maldive, isola di Ookolhufin­olhu, sorge il resort 5 stelle lusso Cocoon realizzato da Lago insieme al manager di viaggi Alessandro Azzola.
IL LUOGO Alle Maldive, isola di Ookolhufin­olhu, sorge il resort 5 stelle lusso Cocoon realizzato da Lago insieme al manager di viaggi Alessandro Azzola.
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GOURMANDIS­E Risotto al tartufo: il piatto preferito da Daniele Lago.
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Steve Job di Walter Isaacson (sopra), e Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry.
CONSIGLI DI LETTURA Steve Job di Walter Isaacson (sopra), e Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry.
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 ??  ?? SAPORI E AMICIZIA Per una cena romantica Lago consiglia il Rosa Alpina di San Cassiano (Bz), ristorante di Norbert Niederkofl­er, amico del designer.
SAPORI E AMICIZIA Per una cena romantica Lago consiglia il Rosa Alpina di San Cassiano (Bz), ristorante di Norbert Niederkofl­er, amico del designer.
 ??  ?? DI CASA IN CASA Uno dei pochi oggetti che Daniele Lago ha sempre portato con sé, trasloco dopo trasloco, è stata la sua chitarra acustica.
DI CASA IN CASA Uno dei pochi oggetti che Daniele Lago ha sempre portato con sé, trasloco dopo trasloco, è stata la sua chitarra acustica.
 ??  ?? L’ESPERIENZA Non basta una visita. Secondo l’imprendito­re, nel Rio Fango, in Corsica, devi immergerti.
L’ESPERIENZA Non basta una visita. Secondo l’imprendito­re, nel Rio Fango, in Corsica, devi immergerti.

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