Panorama

SHOPPING CONTINUO DI PECHINO IN ITALIA: FCA NEL MIRINO

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A Ferragosto era solo un rumor estivo, ma più i giorni passano e più l’appetito dei gruppi automotive cinesi per Fca s’irrobustis­ce. Dopo la smentita di Geely, il gruppo Great Wall Motor ha confermato l’interesse per la casa torinese pur ammettendo che non c’è stato alcun contatto con Sergio Marchionne. Per ora. Un’operazione molto gradita al governo di Pechino, che il 30 settembre porrà fine alle limitazion­i sull’export di capitali all’estero imposta a dicembre. La stretta ha dimezzato a poco più di 60 miliardi di euro gli investimen­ti cinesi nel mondo, frenando anche quelli italiani. Ma se il dossier auto andasse in porto, il 2017 si rivelerebb­e un anno record per il nostro Paese dopo che anche il gruppo veneto Permasteel­isa è appena passato in mani cinesi. Un’escalation che preoccupa Roma, Berlino e Parigi che ora chiedono alla Commission­e europea paletti agli appetiti asiatici. Nella Penisola il primo boom cinese è targato 2014 con oltre 5 miliardi d’investimen­ti (quote in Eni, Enel, Telecom, Prysmian più l’acquisizio­ne di Ansaldo energia) fino agli 8 miliardi del 2015, anno dominato dalla mega operazione ChemChinaP­irelli. Ma anche calcio e moda piacciono. E dopo il passaggio del Milan al cinese Yonghong Li anche l’85 per cento dei gioielli Buccellati ora è in portafogli­o alla Gansu Gangtai Holding di Shanghai.

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