Avocado, croce e delezia dei messicani
La domanda globale spinge in alto le quotazioni del supercibo, ma lo rende anche troppo caro per il Paese che lo produce e ne è ghiotto.
Il Messico è il maggior produttore al mondo di avocado. Tanto che le sue esportazioni garantiscono alla bilancia commerciale del Paese molti più pesos dell’intero settore petrolifero. Vendere dunque persea americana (questo il nome scientifico dell’avocado) rende più di qualsiasi altra attività lecita al sud del Rio Grande. Non a caso, il supercibo ricco di nutrienti essenziali è stato ribattezzato «oro verde». Anche se verde, però, non è tutto oro quel che luccica. Come sottolinea anche il presidente Enrique Peña Nieto, quando le cose vanno troppo bene (e l’export di avocado nel mondo è decuplicato negli ultimi 15 anni, aprendo nuovi mercati come quello
cinese) c’è sempre un prezzo da pagare. Da una parte i contadini di Tancítaro,
la capitale mondiale della produzione di avocado, nella regione del Michoacán, incassano oltre un milione di dollari al giorno dall’export del frutto che già con gli aztechi era sinonimo di fertilità. Dall’altra, il consumatore messicano da mesi sta pagando un salasso da 80 pesos per un chilo della prelibatezza tropicale: l’equivalente di quattro euro o, se si preferisce, di quanto guadagna al giorno un neo-assunto in quel di Mexico City. Un prezzo proibitivo, visto che el pueblo in Messico adora mangiare avocado. Ovunque e comunque: con il pane, nelle insalate ma, soprattutto, con i tacos da intingere nella celeberrima guacamole, la salsa verde e piccante dalle origini millenarie che ha come base proprio la persea americana.
Insomma, ai messicani si tolga tutto ma non l’avocado. E allora, per evitare proteste di strada, il governo di Peña Nieto ha già deciso di importare dall’estero gli avocado che mancano. Obiettivo: soddisfare la famelica domanda interna e far abbassare i prezzi. Basterà? Il presidente dell’Associazione dei produttori e distributori degli avocado di Messico, Ramón Paz, nutre forti dubbi: «In tutto il mondo la domanda è in forte aumento». (