Il mio mondo deve brillare di joie de vivre
Ristoranti, boutique e gallerie a Parigi, l'energia di New York, un libro che insegna a resistere. I consigli di Valérie Messika, designer di gioielli col pallino per i diamanti.
Altro che: «Un diamante è per sempre». Il nuovo mantra recita: «Il diamante è per tutti». Facile dirlo per una che è cresciuta nella casa del più grande commerciante di brillanti al mondo. Figlia di André Messika, Valérie fin da piccola ha giocato «con pietre incredibili, mio padre le manovrava tra le dita come un prestigiatore e poi me le metteva in mano lasciandomi creare numerose geometrie sul tavolo». Da lì a realizzare una linea di gioielli «con solo ed esclusivamente diamanti, come pattuito con mio padre» il passo è stato breve e disinvolto, anzi naturale. Così oggi Valérie Messika, designer e Ceo della linea che porta il suo cognome, festeggia i 10 anni della collezione Move, quella più giovane e più accessibile. E di quel ricordo infantile del gioco con le pietre è rimasta traccia nel design di fibbie, orecchini, anelli con diamanti mobili, che si spostano come fossero mini stelle in movimento. «Mi piace l'idea che le donne possano avere un rapporto ludico con i propri gioielli, non mi piacciono quelli eccessivamente pesanti e drammatici. Move è una linea divertente e la nuova collezione, realizzata con la top Gigi Hadid, che è anche la testimonial, è molto giovane e di facile portabilità » racconta Valérie sorseggiando un bicchiere di Chablis. Qual è la sua idea di contemporaneità? Per i miei gioielli cerco sempre un compromesso tra la tradizione classica e il design, e se penso a qualcosa che incarni tale connubio mi viene in mente la Piramide del Louvre, disegnata da Ieoh Ming Pei: la purezza delle linee del suo lavoro si sposa con una forma solida e antica. Da parigina, quali sono i suoi luoghi preferiti? Mi piace segnalare una galleria d'arte per l'originalità delle sue proposte, si chiama Laurent Strouk e si trova in avenue Matignon. Aggiungerei anche il ristorante Akrame dove porto spesso i miei amici a cena perché lo chef, una stella Michelin, è a sua volta un amico e quindi finita la cena viene a stare al tavolo con noi. La sua cucina è deliziosa ma soprattutto mai scontata in fatto di accostamento dei cibi. Mentre per lo shopping, oltre ai classici magazzini Printemps Haussmann, segnalerei L'espionne, uno store multibrand con una bella selezione di giovani designer. Dove organizzerebbe invece una cena di lavoro? Da Kinugawa, la mitica tavola di cucina giapponese. Un posto trendy, sofisticato e moderno al tempo stesso. Lo consiglio, è in via du Mont Thabor. In generale, se potesse scegliere quale città
sarebbe più vicina al suo ideale di vita?
Adoro Parigi e credo che rimanga una delle città più eleganti in assoluto, ma se dovessi fare una scelta direi probabilmente New York perché ha un'energia straordinaria: è l'unico posto dove non mi va di andare a dormire.
C'è un viaggio che consiglierebbe?
Può sembrare scontato ma le Maldive rappresentano la giusta armonia tra il lusso e la natura. Io amo stare al Six Senses Laamu hotel: è un piccolo paradiso dove trascorrere le giornate tra una gita in barca e una cena in spiaggia. Niente di meglio per rigenerarsi.
Il suo hotel preferito, quello dove ritorna più volentieri?
Si chiama La Co(o)rniche, un grazioso e romantico albergo disegnato da Philippe Starck sulla Duna di Pilat, vicino a Bordeaux. Adoro quel posto, mi fa sentire a casa anche perché la proprietaria, Sophie Téchoueyres, è una mia cara amica.
Il pezzo più importante del suo guardaroba?
Una bella giacca da smoking di Yves Saint Laurent, il mio stilista preferito.
Il suo profumo?
Quello che porto sempre con me è Eau d'orange verte di Hermès, elegante e semplice allo stesso tempo.
Una lettura che consiglierebbe?
Festa mobile di Ernest Hemingway, è un romanzo autobiografico scritto durante il soggiorno parigino dell'autore. L'ho letto da poco perché è diventata una lettura indispensabile dopo l'attacco terroristico del 13 novembre 2015 a Parigi: rappresenta, infatti, una rivendicazione degli ideali francesi di libertà, spirito personale e gioia di vivere.
Lei ha tutto, ma c'è qualcosa che le piacerebbe ricevere come regalo?
Il tipo di gioiello che sogno è la poltrona Egg chair di Arne Jacobsen, un pezzo chic e senza tempo.