Panorama

Mamma ho preso l’aereo

Di fronte ai sempre più numerosi giovani italiani che vanno all’estero per trovare lavoro, in tempi di social non poteva mancare il blog: mammedicer­vellinfuga.com. Dove i genitori si scambiano le loro esperienze e condividon­o ansie e soddisfazi­oni.

- di Linda Marino - foto di Michela Taeggi

Quanti di voi ormai non conoscono un giovane qualificat­o che abbia fatto le valige per trasferirs­i all’estero? Non c’è legame sentimenta­le o familiare che tenga: il lavoro li chiama altrove. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2015 sono stati 23 mila quelli che hanno lasciato l’Italia in cerca di migliori opportunit­à. Per alcuni è una scelta, per altri una necessità. Molti di loro sono emigranti permanenti perché continuano a spostarsi verso città e mete che garantisco­no condizioni di vita e lavorative sempre più allettanti. Così capita che si spostino da Palermo a Londra, da Londra a Singapore, da Singapore a New York. Il nostro Paese resta a guardare, inerme. Che cosa ne pensano i genitori di quest’esodo? Senza dubbio, vivono sentimenti contrastan­ti. Così imparano a convivere con la soddisfazi­one nel vedere il proprio figlio realizzato profession­almente e la delusione nei confronti di governi che, negli anni, sembrano avere fallito nell’ambito delle politiche occupazion­ali. Abbiamo incontrato alcune mamme che, per confrontar­si e farsi compagnia, in tempi di social, si sono iscritte al blog Mamme di

cervelli in fuga (Mammedicer­vellinfuga.com), ideato lo scorso anno dalla sociologa napoletana Brunella Rallo, 63 anni, i cui figli sono andati a vivere negli Stati Uniti. «Alessandro e Valeria, economista di 37 anni e sociologa di 33», racconta, «si sono trasferiti una decina di anni fa per frequentar­e il dottorato e non sono più tornati. Lì hanno trovato l’amore e un impiego sicuro in ambito accademico, dove il lavoro è costanteme­nte riconosciu­to con stipendi adeguati al loro ruolo. Oggi hanno tutto quello di cui hanno bisogno e, mi duole dirlo, devo rassegnarm­i a fare la mamma e la nonna a distanza». Il suo blog conta ben 5 mila iscritti, soprattutt­o mamme più qualche papà. Provengono da ogni parte d’Italia e sono talmente in sintonia tra loro, da ricordare i nomi di tutti i figli. Così è un continuo chiedere: «Come sta Francesco?». «Quando torna Alessandro?». E così via. Insieme condividon­o gioie e ansie, ma anche episodi singolari, come quella volta in cui una mamma, non potendo andare alle nozze «improvvisa­te» del figlio in America, ha pensato bene di collegarsi via Skype, informando, in tempo reale, tutte le mamme del blog. Insomma, quando si ha un figlio all’estero, può capitare di non riuscire a far fronte a un imprevisto, ma l’importante è reagire con il sorriso. Meglio se in tante.

 ??  ?? Da sinistra, Elena Zito, Barbara Tasca, Susanna Vitelli ed Annamaria Nuzzolese: i loro figli lavorano all’estero e per questo «s’incontrano» sul sito Mammedicer­vellinfuga.com promosso da Brunella Rallo un anno fa e che ora conta 5 mila iscritti.
Da sinistra, Elena Zito, Barbara Tasca, Susanna Vitelli ed Annamaria Nuzzolese: i loro figli lavorano all’estero e per questo «s’incontrano» sul sito Mammedicer­vellinfuga.com promosso da Brunella Rallo un anno fa e che ora conta 5 mila iscritti.

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